Note & Interventi

Capi, capetti e la smania di potere nelle scuole. La fine della democrazia collegiale

di Lucio Ficara

Chi meglio dell’Associazione Nazionale Docenti può costruire un movimento culturale e di opinione rivolto ad abbattere l’idea di una scuola verticistica e oligarchica? La deriva autoritaria della scuola italiana può essere contrastata solo valorizzando la democrazia collegiale e il ruolo dei docenti nell’organizzazione scolastica e della funzione dell’insegnamento che certo non possono essere ridotti a compiti burocratici o ancor peggio barattati nella ricerca di un “potere” personale subalterno al verbo del capo.

Uno dei motivi del fallimento dell’autonomia scolastica, dell’arretramento culturale del nostro Paese, è da ricercare nell’avidità di potere che esiste dentro le maglie di una scuola in cui vivono personaggi che vogliono emergere e fare carriera.

La sindrome del capo, la sindrome del comando, sta rovinando, ormai del tutto, i pochi spazi di democrazia rimasti in piedi all’interno degli organi collegiali. Troppo spesso nelle scuole esiste una divisione interna tra chi ha giurato fedeltà al capo e chi invece mantiene una sua identità e autonomia di pensiero.

Adesso esiste la fase emergente di quei capetti, che essendo nominati negli staff di direzione e pensando di avere acquisito un ruolo, un potere e una dimensione superiore rispetto a chi è “semplicemente” un insegnante, vorrebbero la legge sul midlle management per la scuola…

La scuola non è un’azienda e quindi non ha bisogno dei “capi”, figuriamoci se c’è bisogno di avere i “vicecapi” e i cosiddetti “quadri” come figure di sistema, la scuola è un bene pubblico che deve produrre cultura e insegnare, ai futuri cittadini della nostra società, il rispetto verso gli altri e la cultura del senso civico. La scuola ha bisogno di docenti preparati, formati alle sfide del futuro, a bisogno di spazi idonei, di strutture sicure, la scuola ha bisogno di una modernizzazione in chiave democratica, non ha bisogno né di “capetti” né di “quadretti”.

Ecco allora arrivare il mio appello al prof. Francesco Greco, Presidente dell’Associazione Nazionale Docenti (AND), per aprire la prossima stagione scolastica con il tema culturale che ci veda impegnati a respingere il “cattivo e malevolo” atto di indirizzo di azzoliniana memoria, che apriva la strada al fallimentare midlle management, e che restituisca un’idea di scuola democratica e che valorizzi realmente la funzione dell’insegnamento nei suoi principi costituzionali di libertà e di accesso a tutti i ceti sociali.

 

Si costituisca un manifesto culturale per la rinascita della scuola “pubblica” a cui, ci si augura, aderiranno le migliori forze culturali del nostro Paese.

 

 

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