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Decreto Sostegni, alla scuola le briciole di Cenerentola

di Fulvio Papagallo

Di notte, Cenerentola doveva dormire su un pagliericcio vicino al camino e alla cenere e,
al mattino, alzarsi all’alba, accendere il fuoco, portare l’acqua, pulire, cucinare, lavare…
e per giunta, le sorellastre gliene facevano di tutti i colori!
La sua sola compagnia erano topolini e uccellini che la tenevano allegra.
Nonostante ciò, Cenerentola era sempre gentile e sorridente.”

 

 


La crisi di governo innescata con il fine di dare un “cambio di passo” all’azione di governo ha portato ad una nuova maggioranza aperta all’area di centro-destra, con una squadra di governo in gran parte cambiata. Un cambiamento che ha interessato anche la Protezione Civile con la nomina di Curcio e il Commissario all’Emergenza con la nomina del Generale Figliuolo.

Tuttavia, abbiamo dovuto attendere più di un mese dall’insediamento del governo Draghi per veder nascere il “Decreto Sostegni“, con i soldi stanziati dal precedente governo Conte. Tuttavia, anche sul piano vaccinazioni siamo sulla stessa lunghezza d’onda, ed infine la politica sanitaria è perfettamente in sintonia (Speranza compreso) con le politiche responsabili del governo Conte II.

La sorpresa (in negativo per il mondo della scuola) vera la troviamo all’interno del ribattezzato Decreto Sostegni, (perché Decreto Ristori sembrava brutto e poi ricordava Conte) infatti solamente 300 milioni, circa l’1% destinato alla scuola. Appena le briciole! Si avete capito bene, l’istruzione vale l’1% di quei 32 miliardi.

Tutto ciò mentre la didattica in presenza è sospesa e i docenti in prima fila a cercare di tenere in piedi una scuola che crolla ogni giorno sempre di più. Il Decreto Sostegni poteva magari essere l’occasione per rilanciare la scuola con risorse utili a potenziare le strutture, gli strumenti tecnologici e le risorse umane.

Alla scuola servono risorse per potersi innovare e sostenere l’azione quasi solitaria del corpo docente nel tentativo disperato di limitare la dispersione scolastica ed incentivare la cultura e il sapere.

Ancora una volta il tanto sperato “cambio di passo” non è arrivato e la scuola rimane la Cenerentola del nostro Paese. Una nazione per svilupparsi deve in primis investire sulle future generazioni e questo si può fare solamente se viene garantito loro un adeguata istruzione, altrimenti costruiremo un paese sempre più povero economicamente e socialmente.

 

 

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