Note & Interventi

Contratto mobilità, la fine della “maggiore rappresentatività”?

di Francesco GRECO

La vicenda, assai singolare, della sottoscrizione del Contratto Collettivo Nazionale Integrativo per la mobilità del personale docente pone in risalto almeno due questioni: la prima è quella dello spregio alla prassi negoziale che emerge chiaramente dal comportamento della parte pubblica che si è posta come depositaria di un potere di tipo datoriale, obsoleto ed autoritario, poco rispettoso delle parti sociali e delle loro prerogative, tanto da non dare alcuna rilevanza alle legittime questioni da queste rappresentate; l’altra è quella che rende evidente la finzione della cosiddetta “maggiore rappresentatività”, di cui sarebbero titolari i sindacati a cui è riconosciuto il diritto alla firma dei contratti pubblici.

È evidente che le due questioni sono tra loro strettamente intrecciate. Infatti, se la parte pubblica si arroga il diritto di presentare un contratto, che essa stessa ha redatto, solo per chiederne la firma, non solo relega la contrattazione ad un mero rituale, un adempimento burocratico in ossequio alla prescrizione legislativa, ma, ancor di più, nega alla radice il ruolo dei cosiddetti “sindacati maggiormente rappresentativi” e, dunque, anche l’artificio della cosiddetta “maggiore rappresentatività”.

D’altronde, per capire che di artificio si tratti basta guardare i dati associativi di questi sindacati, non quelli delle RSU che dovrebbero essere altra cosa, per renderci conto che questi sindacati, tutti insieme, sono una maggioranza, ma della minoranza dei lavoratori iscritti ad un sindacato! Eppure, per legge gli viene riconosciuta la facoltà di sottoscrivere contratti che prevedono diritti e obblighi per tutti. Appunto, con efficacia erga omnes.

Infine, un’ultima annotazione. Il contratto è stato firmato solo da una sigla sindacale, la CISL Scuola. Lo stesso sindacato che contro lo sciopero del 10 dicembre dello scorso anno avrebbe voluto organizzare una manifestazione. Uno sciopero contro lo sciopero, roba da far accapponare la pelle, ma che dovrebbe far sorgere anche qualche legittimo interrogativo ai tanti che ancora sono iscritti a questo sindacato, semmai troveranno il tempo per riflessioni cosi impegnative.

 

 

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