È quanto emerge dal sondaggio nazionale sulla didattica a distanza (DAD) e l’esame di Stato promosso dall’Associazione Nazionale Docenti, presieduta dal Prof. Francesco Greco ed è stato realizzato in collaborazione con Open Calabria, il think tank indipendente coordinato dal Prof. Francesco Aiello, ordinario di Politica Economica dell’Unical.
L’obiettivo del sondaggio è di capire le modalità con cui si è svolta la DAD, le potenzialità, il grado di partecipazione degli studenti, il contributo al processo di apprendimento e come affrontare l’esame di Stato. Al sondaggio hanno partecipato quasi 2000 docenti delle scuole di ogni ordine e grado di tutte le regioni italiane e la fase di rilevazione dei dati si è conclusa il 16 maggio 2020.
Relativamente all’esame di Stato, ai docenti è stata chiesta la loro opinione riguardo alle possibili modalità di svolgimento. In particolare, se è opportuno che l’esame debba svolgersi in presenza (così come è stato deciso dalla Ministra Azzolina), con candidati e commissioni fisicamente a scuola; a distanza, con collegamenti tra commissari e candidati in remoto; con soli candidati in presenza e commissari in collegamento remoto.
Dalle prime elaborazioni dei dati si ottengono indicazioni sulla diffusa preoccupazione tra i docenti che temono la possibilità di contagi da Covid-19 per un esame svolto in presenza: solo il 27,4% dei docenti condivide la scelta di un esame con commissioni e candidati in presenza. Un netto no all’esame in presenza è espresso dal 37,9% dei partecipanti al questionario, mentre il 22,7% è d’accordo alla presenza dei soli candidati in aula con la commissione a distanza. Il 12,5% dei docenti vorrebbe che l’esame non si svolgesse, così com’è stato fatto in altri paesi europei. In Olanda e in Francia l’esame di Stato è stato annullato ed il diploma verrà conferito sulla base dei voti scolastici già ottenuti. Solo il 6% dei docenti italiani ritiene che non vi siano le condizioni per poter dare al momento una risposta. La restante parte dei partecipanti propone di spostare l’esame a settembre.
“A meno di un mese dall’inizio dell’esame di Stato della scuola secondaria di secondo grado – dichiara il prof. Francesco Greco (presidente dell’Associazione Nazionale Docenti) – circa 7 docenti su 10 esprimono forti dubbi sulla modalità di svolgimento in presenza, probabilmente anche perché ad oggi non c’è alcuna garanzia che si possa lavorare in piena sicurezza”.