Note & Interventi

Laurea in Scienze della Formazione Primaria

4/9/2003

Approvata dal Parlamento una risoluzione per sanare il problema

 

Comunicato Stampa

Riconoscere valore di esame di Stato e di abilitazione all’insegnamento nella scuola materna ed elementare alla Laurea in Scienze della Formazione Primaria è quanto contenuto nella risoluzione n. 8 – 00023 approvata dalla VII Commissione Permanente Istruzione, scienze e cultura della Camera dei Deputati. La risoluzione impegna il Governo a dare, in tal senso, una soluzione anche di carattere legislativo al problema, già da noi sollevato nel mese di febbraio u.s. in una nota inviata al ministro Moratti.

In quella nota il Prof. Francesco Greco Presidente dell’AND evidenziava la situazione paradossale in cui si sarebbero venuti a trovare i neolaureati in Scienze della Formazione Primaria “che disporranno di un titolo valido per l’accesso ai ruoli ma in pratica inutilizzabile per l’esercizio della professione, poiché non potranno inserirsi nelle graduatorie permanenti per l’insegnamento”.

Nella nota era detto “Nel prossimo mese di luglio avremo, in Italia, i primi laureati in Scienze della Formazione Primaria, i quali, per un’opinabile scelta del legislatore non potranno accedere all’insegnamento se non a seguito di un concorso.

La legge 341/90, che ha riformato gli ordinamenti universitari, pur prevedendo uno specifico corso di laurea preordinato alla formazione culturale e professionale degli insegnanti della scuola materna ed elementare, ha demandato al concorso la funzione abilitante mentre ha riconosciuto valore abilitante all’esame di Stato delle scuole di specializzazione all’insegnamento nella scuola secondaria.

L’esigenza di individuare un percorso che si concluda con un titolo abilitante, anche per il Corso di Laurea in Scienze della Formazione, era già presente al ministro De Mauro tant’è che presentò, di concerto con il ministro dell’università, un decreto interministeriale di cui il ministro Moratti ha fatto venir meno l’efficacia con il ritiro dalla Corte dei Conti, per gli ovvi motivi connessi alla volontà politica di bloccare la riforma dei cicli scolastici.

L’urgenza oggi di dare una risposta al problema nasce anche dalla constatazione che ad esso, nel disegno di legge delega sulla riforma dell’Ordinamento scolastico, non è fatto alcun riferimento. La situazione è, inoltre, aggravata dalla circostanza che essendo tale laurea finalizzata all’insegnamento gli è preclusa la possibilità di utilizzarla per la partecipazione a concorsi per altri impieghi”.

La risoluzione tiene presente la nostra preoccupazione e va nella direzione da noi auspicata, ci auguriamo che il Governo, in tempi brevi, adotti i provvedimenti conseguenti.

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