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Raggiunto l’accordo quadro per sbloccare la contrattazione nel pubblico impiego

Il rinnovo contrattuale dei lavoratori statali era bloccato da sette anni. L’intesa che sblocca la contrattazione nel pubblico impiego prevede un incremento contrattuale “non inferiore a 85 euro mensili medi”. Ecco la sintesi in una premessa e quattro punti. 

– La premessa: i lavoratori sono il motore della P.A., serve un’intesa con le Regioni – I dipendenti sono “il motore del buon funzionamento” della P.A, questo l’incipit dell’intesa. E ancora, “il settore pubblico ha bisogno di una profonda innovazione”. Per cui è necessario un percorso che segni “una discontinuità con il passato”. Il governo si impegna anche “a raggiungere l’intesa con le regioni” per le modifiche normative da inserire nel Testo Unico del lavoro pubblico, uno dei decreti Madia, in arrivo per febbraio, colpiti dalla recente sentenza della Consulta. 

– Relazioni sindacali, più potere al contratto per tutti – Il Governo si impegna a rivedere il rapporto tra legge e contrattazione, “privilegiando la fonte contrattuale” in “tutti i settori”. Non solo, l’esecutivo farà in modo che il ricorso all’atto unilaterale da parte della P.a sia limitato ai casi in cui ci sia stallo con conseguente “pregiudizio”.

– Parte normativa, spinta a produttività e welfare, premi sulle presenze – “Macro obiettivi” per migliorare i servizi. Il Governo promette di rimettere mano ai fondi per la contrattazione di secondo livello, il salario accessorio, e di promuovere anche nel pubblico “una fiscalità di vantaggio” per la produttività. Si apre anche al welfare integrativo, dai fondi pensione alla sanità. Soprattutto si parla di “misure contrattuali che incentivino più elevati tassi medi di presenza”. 

– Parte economica, 85 euro medi mensili, ridurre la forbice dei redditi – Le parti, nella contrattazione, valorizzeranno i “livelli retributivi che maggiormente hanno sofferto la crisi economica e il blocco della contrattazione”. La logica è quella della piramide rovesciata, per cui si favorisce chi ha di meno. Non a caso si parla di aumenti “non inferiori a 85 euro mensili medi” e di “riduzione della forbice” retributiva, senza “penalizzazioni indirette” per i beneficiari del bonus Irpef.

– Monitoraggio sulla riforma della P.A., osservatorio e garanzie per i precari –  Gli effetti delle novità saranno sottoposti alla vigilanza delle parti. Particolare attenzione sarà dedicata al reclutamento del personale, si punta ad eliminare il precariato. Intanto il governo “si impegna ad assicurare il rinnovo dei contratti” in scadenza. (FONTE ANSA)

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