Note & Interventi

Assegnazioni di personale docente alle associazioni professionali.

16/2/2000

Dura presa di posizione dell’AND

 

Comunicato Stampa

Assegnazioni di personale docente alle associazioni professionali della scuola. Il ministro della pubblica Istruzione firmerà, entro questa settimana, i relativi decreti. Ferma e decisa la presa di posizione dell’AND Associazione Nazionale Docenti contenuta in una nota inviata al ministro prof. Tullio de Mauro.

Nella nota, tra l’altro è scritto: “da informazioni in nostro possesso, Ella avrebbe quasi ultimato la lista delle assegnazioni di personale docente da disporre a norma dell’art. 26, comma 8, legge 23.12.1998, n. 448, tale lista ricalcherebbe nei contenuti l’impostazione data dal suo predecessore già da noi contestata e già oggetto di un’interrogazione parlamentare”.

“Considerato che siamo sinceramente convinti che la ratio della norma sia quella di assicurare alle associazioni professionali dei docenti degli spazi di agibilità al fine di poter fornire contributi tecnico-professionali qualificati di supporto alla professionalità docente, qualora l’impostazione di cui sopra dovesse risultare confermata è fermo proposito di questa organizzazione professionale e sindacale sostenere, nell’interesse della categoria rappresentata, una battaglia di chiarezza e di trasparenza sui criteri con cui sono disposte dette assegnazioni”.

Sulla questione già l’anno scorso l’AND era intervenuta contestando l’esiguo numero di assegnazioni alle associazioni professionali dei docenti mentre molti altri enti sfruttando l’istituto dell’assegnazioni avevano beneficiato di un rilevante numero di distacchi. La contestazione dell’AND ebbe ampia diffusione sulla stampa nazionale e approdò in Parlamento ove fu presentata un’interrogazione al Senato.

Per un ministro che ha esordito dichiarando di tenere a cuore la condizione della professione docente l’avallo a distacchi di docenti presso enti che di tutto si occupano tranne che di questa professione rappresenterebbe la più clamorosa autosmentita e forse anche il segno di una grave debolezza politica che non consente di tagliare con vecchie dinamiche nella gestione del ministero ed ancor di più la conferma, se mai ce ne fosse bisogno, di come certe logiche sopravvivono agli uomini.

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