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Rafforzare il corpo ispettivo per sostenere la qualità del sistema educativo e fronteggiare le gravi criticità esistenti

Mentre cresce la necessità di avere un controllo equo e obiettivo, la squadra dei Dirigenti tecnici con funzioni ispettive è ormai ridotta ai mini termini

di PIO G. SANGIOVANNI*.

Il mondo della scuola sta attraversando una fase di forti criticità e conflittualità in un clima in cui, non crediamo di esagerare, spesso si è “tutti contro tutti”, in modo trasversale fra le diverse componenti della comunità scolastica. Come Associazione Nazionale Docenti sosteniamo convintamente da tempo la necessità di procedere ad una riforma profonda del sistema di governance attuale introducendo l’elettività degli organi di governo, a cominciare dal preside, ma che contemporaneamente si occupi in maniera risolutiva della carriera dei docenti superando finalmente la “grigia piattezza” che la caratterizza da sempre. Un altro aspetto trascurato riguarda un’altra figura che, a fronte dell’importante ruolo e funzione nell’organizzazione scolastica italiana, sembra essere ridotta con il trascorrere degli anni a una presenza quasi simbolica, a causa dell’esiguità della consistenza numerica nel vasto e complesso panorama nazionale. Stiamo parlando dei dirigenti tecnici con funzioni ispettive il cui ruolo, in una visione strategica e sistemica, va valorizzato e rafforzato per sostenere la qualità e l’efficacia del sistema educativo.

  1. Una criticità strutturale e una questione sistemica

Tra le priorità indifferibili del sistema educativo nazionale, emerge con forza la necessità di un rafforzamento strutturale del corpo ispettivo del Ministero dell’Istruzione e del Merito. I dirigenti tecnici con funzioni ispettive svolgono un ruolo essenziale non solo nel presidio della legalità e della qualità, ma anche nel supporto attivo alle scuole e nella promozione di pratiche virtuose, coerenti con le politiche educative nazionali ed europee. Il loro numero, però, è drammaticamente inadeguato rispetto alle esigenze del sistema: attualmente, sono meno di venti le unità di ruolo effettivamente in servizio, a fronte di una pianta organica prevista di 190 ispettori.

Tale sottodimensionamento rappresenta una criticità strutturale che incide sulla capacità dell’Amministrazione di garantire monitoraggio, vigilanza e accompagnamento strategico, vanificando anche il potenziale delle recenti riforme che mirano a una scuola più autonoma, inclusiva e capace di rispondere ai bisogni del territorio.

  1. La funzione ispettiva come presidio educativo sul territorio 

Nel quadro di un sistema scolastico sempre più esposto a pressioni e trasformazioni rapide, si fa urgente la necessità di una presenza ispettiva capillare e continuativa sul territorio. Le istituzioni scolastiche, infatti, sono oggi impegnate su molteplici fronti: contrasto alla dispersione scolastica, gestione del disagio giovanile, prevenzione della violenza tra pari e della violenza di genere, inclusi episodi estremi come atti di bullismo, autolesionismo, aggressioni e femminicidi in ambito giovanile.

Di fronte a tali sfide, dirigenti scolastici e docenti si trovano spesso soli e in difficoltà, senza un adeguato supporto istituzionale. In questo scenario, il dirigente tecnico con funzioni ispettive rappresenta una figura-ponte fondamentale, in grado di affiancare le scuole con competenza, di fornire strumenti operativi e orientamenti pedagogici, di promuovere il raccordo tra l’Amministrazione e il sistema scolastico.

La funzione ispettiva, pertanto, non deve essere interpretata esclusivamente come controllo, ma come presidio educativo e sistemico: un servizio pubblico di prossimità, autorevole e competente, per la promozione della qualità, della sicurezza educativa e della coesione territoriale.

  1. L’ispettore come presidio culturale e agente di innovazione

L’evoluzione del contesto scolastico richiede oggi una revisione profonda del ruolo e delle competenze dei dirigenti tecnici. La crescente attenzione al benessere psicologico degli studenti, l’introduzione pervasiva delle tecnologie, il rafforzamento dell’autonomia scolastica, l’interconnessione tra scuola e territorio, impongono una figura ispettiva in grado di agire come facilitatore dell’innovazione, promotore di buone pratiche, interprete delle politiche nazionali nei contesti locali.

Il dirigente tecnico con funzione ispettiva deve essere riconosciuto come una figura strategica e non marginale, capace di affiancare le istituzioni scolastiche nei processi di miglioramento continuo, sostenere la leadership educativa e contribuire alla governance multilivello del sistema scolastico.

  1. Il confronto europeo, un indicatore di priorità politica

Nel panorama europeo, la funzione ispettiva è considerata parte strutturale delle politiche di qualità. In Paesi come Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Paesi Bassi, i corpi ispettivi dispongono di organici stabili, proporzionati al numero di scuole e alla complessità dei territori. I modelli organizzativi prevedono un reclutamento regolare, basato sull’esperienza e sulla competenza professionale, e garantiscono continuità operativa e presenza qualificata in ogni area del Paese.

In Italia, invece, si registra un ritardo strutturale. Il concorso pubblico per 146 dirigenti tecnici, bandito con decreto direttoriale n. 2269 del 9 dicembre 2024, rappresenta certamente un passo nella giusta direzione, ma non sarà sufficiente a colmare l’ampio divario esistente. Anche a reclutamento completato, l’organico ispettivo nazionale resterà ampiamente al di sotto degli standard europei, incapace di garantire una copertura territoriale sistematica e un supporto continuativo alle oltre 8.000 istituzioni scolastiche autonome del Paese.

  1. La valorizzazione del patrimonio professionale già in servizio

In attesa della piena copertura della pianta organica, l’Amministrazione ha conferito, negli anni, incarichi a tempo determinato a dirigenti scolastici ed esperti del settore che hanno maturato una solida esperienza nello svolgimento delle funzioni ispettive. Questi professionisti rappresentano oggi una risorsa strategica per l’Amministrazione: figure competenti, formate sul campo, già integrate nelle dinamiche organizzative e capaci di operare con efficacia nei contesti scolastici e istituzionali.

È dunque indispensabile evitare la dispersione di tale patrimonio professionale, valorizzandolo mediante misure normative che consentano forme di reclutamento selettivo e meritocratico, nel rispetto delle facoltà assunzionali disponibili. Tale scelta rappresenterebbe non solo un’opportunità di razionalizzazione amministrativa, ma anche una risposta coerente ai principi di continuità, efficienza e valorizzazione della professionalità.

  1. Una proposta sostenibile per un’amministrazione vicina alle scuole

Il rafforzamento del corpo ispettivo non è una questione meramente numerica: è una riforma strategica per il sistema educativo. Una scuola autonoma ha bisogno di un’Amministrazione competente, presente e capace di accompagnare il cambiamento. Il dirigente tecnico è, in questa visione, un presidio istituzionale di prossimità, un garante della coerenza del sistema e un facilitatore del miglioramento.

È importante sottolineare che un intervento in tal senso non comporterebbe nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica: la stabilizzazione di personale già in servizio o l’implementazione di nuove procedure selettive potrebbe avvenire utilizzando le risorse umane e finanziarie già previste dalla normativa vigente.

Conclusioni

Rafforzare il corpo ispettivo del Ministero dell’Istruzione e del Merito significa rafforzare la capacità dello Stato di garantire qualità, equità, sicurezza e innovazione nel sistema scolastico. Significa non lasciare sole le scuole di fronte alle emergenze educative e sociali, ma presidiare il territorio con figure competenti, autorevoli e riconosciute.

Il dirigente tecnico non è una figura ancillare o residuale: è un attore chiave nella costruzione di una scuola pubblica moderna, capace di coniugare autonomia e responsabilità, legalità e innovazione. Dare stabilità, continuità e consistenza al corpo ispettivo è oggi un imperativo istituzionale e un investimento nel futuro dell’istruzione pubblica italiana.

Presidente nazionale AND

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