L’Associazione Nazionale Docenti

L’Associazione Nazionale Docenti nasce con il fine di divenire il naturale riferimento dei docenti italiani per rappresentarne gli interessi e per interpretare le istanze di una professione ormai ridotta a categoria residuale, anche all’interno della stessa organizzazione scolastica, la sua azione è volta a:

  • Rappresentare e tutelare sul piano professionale, sindacale e culturale, i docenti della scuola italiana e dell’università;
  • Difendere la libertà e la laicità dell’insegnamento anche attraverso la promozione del confronto dei diversi orientamenti politici e culturali;
  • Contribuire ad affermare la dimensione europea dell’istruzione, anche favorendo scambi di idee e di esperienze;
  • Organizzare iniziative volte ad estendere le conoscenze professionali degli associati e favorirne il perfezionamento professionale e culturale;
  • Tutelare gli interessi etico-morali, professionali, giuridico-normativi ed economici, singoli e collettivi degli associati.

LA SCUOLA CHE VOGLIAMO
Occorre superare il modello dirigistico e monocratico dell’organizzazione scolastica e l’istituzione di organi di governo elettivi.
Approfondisci ogni aspetto delle nostre proposte, il tuo giudizio per noi è importante.
   APPROFONDISCI   

LAVORIAMO INSIEME

per una grande ed autorevole organizzazione della docenza.


IMPEGNATI CON NOI

per superare l’attuale condizione di debolezza e di marginalità.


Appaiono evidenti tre grandi questioni che incidono sul ruolo della scuola nelle attuali democrazie:
  1. la perdita di centralità dell’istruzione nelle politiche di sviluppo;
  2. il progressivo imporsi di una cultura mondiale uniforme;
  3. l’incapacità delle organizzazioni tradizionali di assumere un ruolo propositivo.
In Italia, il problema scuola coincide più che mai con la questione docente. Ogni altra questione andrebbe valorizzata in funzione della configurazione di questa professione all’interno dell’organizzazione scolastica e della effettiva possibilità di svolgimento della libertà di insegnamento, nel pieno rispetto delle garanzie che ad essa assegna la nostra Costituzione. La condizione prima affinché ciò avvenga è la consapevolezza che la scuola è in primis una comunità educativa e professionale, per cui bisogna affidare la complessità della scuola non ad un organo monocratico, qual è il dirigente scolastico, ma a persone libere, dialoganti fra di loro (sistema reticolare delle competenze), per fare dell’insegnare e dell’apprendere il cuore della dimensione organizzativa.

RAPPRESENTANZA DIRETTA ED AUTOREVOLE

Decenni di riforme scriteriate e di tagli alle risorse hanno gravemente compromesso la capacità del nostro sistema educativo e formativo di contribuire a far progredire socialmente le generazioni più recenti, nonostante le acquisizioni della cultura tecnologica, rispetto alle generazioni che le hanno precedute.
L’ annichilimento di questa funzione centrale, oltre a porre nuovi problemi di equità sociale, crea anche un diffuso senso di sfiducia nella capacità dell’istruzione di incidere sulle prospettive economiche e sociali del nostro Paese, con conseguenze facilmente immaginabili. Proprio per questo, riteniamo più che mai necessario un impegno diretto ed attivo da parte di tutti i docenti affinché dal basso e da un’ampia rappresentanza si possa proporre e sostenere un progetto di largo respiro di democratizzazione del nostro sistema educativo e formativo.
Impegnarsi per porre l’istruzione al centro dell’agenda politica e per proporre una riforma che riscriva i cardini dell’organizzazione scolastica e universitaria è una sfida ambiziosa, ma è nel contempo un imperativo categorico per evitare l’uscita del nostro Paese dal novero delle democrazie evolute. Dalla nostra scuola e dalla nostra università, dunque, può e deve partire un processo nuovo per riavvicinare i cittadini alle istituzioni, dando nuova linfa alla democrazia.
Per questo rivolgiamo ai docenti l’appello di impegnarsi direttamente con l’Associazione Nazionale Docenti per superare l’attuale condizione di debolezza del nostro sistema formativo.

PER UNA SCUOLA DEMOCRATICA

Organi di governo elettivi
Le scuole italiane con l’attribuzione dell’autonomia funzionale hanno assunto i caratteri di organizzazioni monocratiche incentrate sul ruolo e sulle funzioni del dirigente scolastico, che le allontana sempre più dalla loro natura di comunità professionale, da quella possibilità di scambio di esperienze “tra pari”, che sono proprie delle comunità di apprendimento, ove il sapere dell’uno viene messo a disposizione dell’altro, in un processo circolare di costruzione della conoscenza che si riverbera anche nella prassi quotidiana dell’agire educativo; da quei modelli di organizzazione reticolare delle responsabilità ove ciascuno percepisce il proprio ruolo senza servirsi del potere insito nella funzione che ricopre.

Oggi, è proprio la curvatura su una prospettiva burocratica ed autoritaria, assunta da questo modello di autonomia scolastica, anche a seguito della legge 107/2015 e delle riforme che hanno interessato la pubblica amministrazione, a rappresentare uno degli aspetti di maggiore criticità delle nostre scuole, che rende assai più difficoltoso avviare e sostenere processi di miglioramento, ma anche perseguire i fini della missione che a loro assegna la nostra Costituzione.


UN PRESIDE ELETTO E A TEMPO

Primus inter pares
Le scuole italiane con l’attribuzione dell’autonomia funzionale hanno assunto i caratteri di organizzazioni monocratiche incentrate sul ruolo e sulle funzioni del dirigente scolastico, che le allontana sempre più dalla loro natura di comunità professionale, da quella possibilità di scambio di esperienze “tra pari”, che sono proprie delle comunità di apprendimento, ove il sapere dell’uno viene messo a disposizione dell’altro, in un processo circolare di costruzione della conoscenza che si riverbera anche nella prassi quotidiana dell’agire educativo; da quei modelli di organizzazione reticolare delle responsabilità ove ciascuno percepisce il proprio ruolo senza servirsi del potere insito nella funzione che ricopre.
Oggi, è proprio la curvatura su una prospettiva burocratica ed autoritaria, assunta da questo modello di autonomia scolastica, anche a seguito della legge 107/2015 e delle riforme che hanno interessato la pubblica amministrazione, a rappresentare uno degli aspetti di maggiore criticità delle nostre scuole, che rende assai più difficoltoso avviare e sostenere processi di miglioramento, ma anche perseguire i fini della missione che a loro assegna la nostra Costituzione.
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