Nell’area OCSE, i governi stanno cercando di rendere più efficace il sistema di istruzione e al contempo di accedere a risorse supplementari che permettano di rispondere alla domanda crescente in materia.
L’edizione 2010 della pubblicazione intitolata Education at a Glance: OECD Indicators offre ai vari Paesi l’occasione di riflettere sulla loro performance in un’ottica comparativa. Vi si trova una vasta gamma di indicatori aggiornati e comparabili relativi ai diversi sistemi che rappresenta il giudizio condiviso dei professionisti del settore sulle modalità con cui misurare la realtà attuale del panorama dell’istruzione su scala internazionale.
Gli indicatori mostrano quali sono i soggetti coinvolti nel settore, quanto vi si spende e come operano i sistemi di istruzione. Illustrano inoltre un’ampia gamma di risultati ottenuti attraverso il paragone, ad esempio, tra le prestazioni degli studenti in aree specifiche e l’impatto dell’istruzione sui livelli di retribuzione e sulle opportunità di impiego degli adulti.
Fonte: OECD 2010
Education at a Glance 2010: OECD Indicators
Sintesi della pubblicazione
Education at a glance 2010: Investing in the future
Poiché i governi, a seguito della crisi economica globale, stanno ridefinendo i loro impegni finanziari, l’istruzione è al centro di un rinnovato interesse. Da un lato, rappresenta una grande voce della spesa pubblica in molti paesi. Dall’altro, investire in istruzione è essenziale se i paesi vogliono sviluppare il loro potenziale di crescita di lungo periodo e per rispondere ai cambiamenti tecnologici e demografici che stanno ridisegnando i mercati del lavoro.
Education at a Glance 2010 offre dati e analisi per illustrare entrambi gli elementi di questa equazione – investimenti e ritorni. Più in generale, fornisce dati su tutta una serie di aspetti relativi alla formazione, compresi i livelli di istruzione conseguiti, l’accesso e l’ambiente di apprendimento.
Istruzione: investimenti e ritorni
I paesi dell’OCSE investono fortemente in formazione. Nei livelli inferiori a quello terziario, la spesa delle istituzioni educative per studente tra il 1995 e il 2007 è aumentata in tutti i paesi, in media, del 43%, nonostante il numero degli studenti sia rimasto relativamente stabile. A livello terziario, la spesa delle istituzioni educative per studente é aumentata di 14 punti percentuali in media nei paesi OCSE nel periodo 2000-2007, dopo essere rimasta stabile nei cinque anni precedenti. Ciò riflette, in parte, gli sforzi dei governi per espandere l’istruzione terziaria attraverso massicci investimenti (Indicatore B1)
I livelli di spesa variano considerevolmente da paese a paese, sia in termini assoluti che relativi. I paesi OCSE spendono il 6,2% del loro PIL complessivo per le istituzioni educative, variando da oltre il 7% speso da Danimarca, Israele, Islanda, Stati Uniti e del paese partner della Federazione Russa al 4,5% o meno speso da Italia e Repubblica slovacca (Indicatore B2).
Nell’attuale situazione economica, è particolarmente interessante analizzare la quota di spesa pubblica destinata all’istruzione. Anche nei paesi OCSE dove il coinvolgimento pubblico in altri settori é scarso, il finanziamento pubblico dell’istruzione rappresenta una priorità sociale. In media, i paesi dell’OCSE dedicano il 13,3% della spesa pubblica complessiva per l’istruzione, variando da meno del 10% nella Repubblica Ceca, Italia e Giappone al quasi 22% del Messico (Indicatore B4). Le risorse pubbliche investite in istruzione rendono in diversi modi, tra cui, ad esempio, un maggior gettito fiscale. In media nei paesi dell’OCSE, un individuo con un livello di istruzione terziario produrrà nella sua vita lavorativa circa 119.000 dollari in più di imposte sul reddito e di contributi sociali rispetto a chi possiede solo un livello di istruzione secondaria superiore. Anche sottraendo la quota pubblica che ha finanziato parte dei costi della laurea, rimangono circa 86.000 USD in media, vale a dire quasi tre volte la quantità di investimenti pubblici per studente nell’istruzione terziaria. I ritorni per la società sono ancora maggiori, perché molti altri benefici dell’istruzione (cfr. successivo capitolo A) non sono direttamente traducibili in introiti fiscali (Indicatore A8). La formazione svolge un ruolo fondamentale anche nel contribuire a mantenere più a lungo i lavoratori in attività – un vantaggio che sta diventando una necessità, per l’invecchiamento della popolazione nei paesi OCSE. E aumentainolte l’occupabilità: in media tra i paesi OCSE a partire dal 1997, i tassi di disoccupazione di coloro che possiedono un livello di istruzione terziario sono rimasti al di sotto del 4%, mentre quelli con al massimo il livello secondario superiore hanno superato più volte il 10% (Indicatore A6).
I benefici economici e sociali dell’istruzione, quindi, risultano evidenti. Ma al tempo stesso, non sembra essere sufficiente semplicemente spendere di più. E’ preoccupante, infatti, che all’aumento significativo della spesa per studente negli ultimi dieci anni in molti paesi non abbia corrisposto il miglioramento della qualità nei risultati dell’apprendimento.
Come il segretario generale dell’OCSE Angel Gurria osserva nel suo editoriale in Education at a Glance, i risultati della pubblicazione “sottolineano la portata dello sforzo che è necessario affinché l’istruzione si rinnovi in modo da accrescere il valore dell’investimento”.
Altri indicatori in Education at a glance 2010:
Capitolo A: L’output delle istituzioni educative e l’impatto dell’apprendimento
I livelli di istruzione sono molto cresciuti negli ultimi 30 anni, un fatto che si riflette nei livelli diversi che si riscontrano tra giovani e meno giovani. In media nei paesi dell’OCSE, la quota di 25-34enni con almeno un’istruzione secondaria superiore è di 22 punti percentuali superiore a quella della fascia di età 55-64 (Indicatore A1).
Tra i più giovani (17-20 anni), i tassi di conseguimento di un titolo di istruzione secondaria superiore supera ormai il 70% in più dei due terzi dei paesi OCSE e sono almeno il 90% in nove paesi. In un certo numero di paesi, in particolare Danimarca, Finlandia, Islanda e Norvegia, gli studenti di età superiore a 25 anni rappresentano 10 o più punti percentuali (Indicatore A2).
In media, nei 26 paesi OCSE con dati comparabili, si stima che il 38% dei giovani nel 2008 abbiano conseguito un titolo di livello terziario tipo A. La percentuale di studenti che lo conseguono oltre l’età tipica è alta in Finlandia, Islanda, Israele, Nuova Zelanda e Svezia, dove i tassi di laurea per gli studenti di età superiore a 30 anni rappresentano un quarto o più del tasso di laurea in totale (Indicatore A3).
In molti paesi, un numero consistente di studenti inizia un percorso di istruzione terziaria, ma non riesce a concludere il ciclo di studi (in media, nei 18 paesi OCSE per i quali sono disponibili dati, circa il 31%). (Indicatore A4).
L’apprendimento, naturalmente, non finisce al terzo livello, e molti adulti continuano la formazione e lo studio nel corso della loro vita lavorativa. Nei paesi OCSE, oltre il 40% degli adulti partecipa ad attività di istruzione formale e non formale in un dato anno, ma il livello varia notevolmente – da oltre il 60% in Nuova Zelanda e Svezia, a meno del 15% in Ungheria e in Grecia (Indicatore A5).
Alcuni altri vantaggi economici dell’istruzione, così come quelli esaminati precedenza, sono analizzati in Education at a Glance 2010, compresi i differenziali di reddito tra le persone con diversi livelli di istruzione. Questi possono essere sostanziali, con i laureati dell’istruzione terziaria che, in più dei due terzi dei paesi per i quali i dati sono disponibili, usufruiscono di guadagni superiori per oltre il 50% (Indicatore A7). Elevati livelli di istruzione sono anche associati a diversi vantaggi sociali, comprese le migliori condizioni di salute (Indicatore A9). Nella pubblicazione vengono esaminati anche i costi a carico dei datori di lavoro per dipendenti con diversi livelli di istruzione: in media in tutta l’area OCSE, il costo del lavoro annuo per chi ha conseguito un’istruzione inferiore a quella secondaria superiore è di 40.000 dollari per gli uomini e 29.000 per le donne; per i lavoratori in possesso di un’istruzione di livello terziario, il costo sale a 74.000 dollari per gli uomini e 53.000 dollari per le donne (Indicatore A10).
Capitolo B: Risorse finanziarie e umane investite in istruzione
Come evidenziato in precedenza, le società in generale investono massicciamente in istruzione. La maggior parte di questi investimenti è rappresentata da risorse pubbliche: in media nei paesi dell’OCSE oltre il 90% dell’istruzione primaria, secondaria e post-secondaria non universitaria è pagato con fondi pubblici. I finanziamenti privati sono più evidenti nell’istruzione terziaria, dove variano dal meno del 5% di Danimarca, Finlandia e Norvegia ad oltre il 75% in Cile e Corea (Indicatore B3).
Le tasse scolastiche sono un altro tema analizzato: in otto paesi Ocse le istituzioni pubbliche non richiedono tasse di iscrizione, ma in un terzo dei paesi con dati disponibili, le istituzioni pubbliche impongono tasse d’iscrizione annuali superiori a 1.500 dollari (Indicatore B5).
Come si articola la spesa per l’istruzione? Nei paesi dell’OCSE, il 92% della spesa totale va alle spese correnti per l’istruzione primaria, secondaria e post-secondaria non universitaria, di cui oltre il 70% è destinato alle retribuzioni del personale, ad eccezione di quattro paesi (Indicatore B6). I costi delle retribuzioni per ogni studente variano notevolmente da paese a paese. Ad esempio, è più di dieci volte maggiore in Lussemburgo, Spagna e Svizzera che in Cile (Indicatore B7).
Capitolo C: Accesso all’istruzione, partecipazione e progresso
Nella maggior parte dei paesi dell’OCSE, negli ultimi dieci anni quasi tutti hanno avuto accesso ad almeno 12 anni di istruzione formale. In circa un terzo dei paesi con dati disponibili, il tasso di iscrizione per le classi di età 15-19 anni e 20-29 anni si è stabilizzato negli ultimi cinque anni, il che potrebbe indicare anche un punto di saturazione (Indicatore C1).
La mobilità degli studenti – vale a dire gli studenti che si recano in un altro paese per seguire un corso di studi di livello terziario – continua ad espandersi. Nel 2008, oltre 3,3 milioni di studenti universitari erano iscritti al di fuori del loro paese di cittadinanza, con un aumento del 10,7% rispetto all’anno precedente (Indicatore C2).
La transizione dalla scuola al mercato del lavoro non è sempre agevole per i giovani, e in molti paesi alcuni ragazzi più grandi (15-19 anni) non sono in formazione e nemmeno tra le forze di lavoro o in cerca di lavoro. La percentuale varia da oltre il 32,6% in Turchia al 2,1% nei Paesi Bassi (Indicatore C3).
Capitolo D: L’ambiente di apprendimento e l’organizzazione delle scuole
In media nei paesi dell’OCSE, l’insegnamento della lettura, scrittura e letteratura, matematica e scienze rappresenta il 48% del tempo di istruzione obbligatoria per i giovani di 9-11 anni e il 40% per quelli di 12-14 anni. Per i 9-11enni, la quota di studio obbligatorio dedicato alla lettura, la scrittura e la letteratura è molto variabile, dal 16% in Islanda al 30% o più in Francia, Messico e Paesi Bassi (Indicatore D1). Mediamente, ci sono circa 22 studenti per classe nelle scuole primarie, ma il numero varia da 30 o più in Cile e Corea a quasi la metà in Lussemburgo e nel paese partner della Federazione Russa (Indicatore D2).
Le retribuzioni dei docenti sono aumentate in termini reali tra il 1996 e il 2008 in quasi tutti i paesi, ma in molti paesi gli insegnanti sono ancora pagati meno di altri lavoratori con analoghi titoli di studio. Gli stipendi degli insegnanti con almeno 15 anni di esperienza che insegnano nel livello secondario inferiore variano da meno di 16.000 dollari in Ungheria e nel paese partner Estonia a più di 98.000 dollari in Lussemburgo (Indicatore D3). Il numero di ore di lezione nelle scuole pubbliche del livello secondario inferiore sono mediamente 703 all’anno, ma varia da meno di 520 ore in Grecia e Polonia a oltre 1.000 in Messico e negli Stati Uniti (Indicatore D4).
Infine, Education at a Glance di quest’anno prende in esame due nuove questioni – in che misura i genitori possono scegliere le scuole dei loro figli e il loro ruolo nel controllare le scuole. Oltre alle scuole pubbliche, i paesi in genere hanno una varietà di istituzioni educative. Ad esempio, quattro dei cinque paesi OCSE per i quali i dati sono disponibili, consentono a scuole private che dipendono dal governo e a scuole private indipendenti di fornire l’istruzione obbligatoria. In pratica, tuttavia, le iscrizioni nelle scuole private che dipendono dal governo supera il 10% solo in sette paesi (Indicatore D5). Nella maggior parte dei paesi dell’OCSE i genitori hanno diverse opportunità per partecipare alla gestione delle scuole pubbliche o ad associazioni che supportano le scuole pubbliche. Nella maggior parte dei paesi, inoltre, esiste una normativa che prevede una procedura formale che i genitori possono utilizzare per presentare reclami (Indicatore D6).
Fonte: OECD 2010
Link sito dell’OCSE: www.oecd.org/edu/eag2010