Note & Interventi

Il Costruttivismo nella nuova didattica

4/9/2003

di Franca Patto

Negli ultimi anni i confini del sapere si sono notevolmente ampliati, nuovi linguaggi, nuove strategie didattiche, nuove tecnologie si sono inserite sia sul piano culturale, quindi nella formazione e nell’istruzione scolastica, sia nel mondo del lavoro ed in altri elementi dell’organizzazione sociale contribuendo a trasformazioni che non trovano eguali nel passato. La scuola, tenendo conto dello sviluppo della telematica e dei cambiamenti relativi ai bisogni di formazione, con l’utilizzo di nuove metodologie didattiche, ha l’obiettivo di arricchire la sua stessa impostazione all’interno di un sistema formativo complesso ed articolato. L’autonomia è protesa sia verso l’organizzazione didattica, finanziaria, di ricerca e sviluppo di ogni singola scuola, sia verso colui che apprende, poiché il processo formativo non si limita solo all’acquisizione dei libri di testo, ma dispone di un percorso molto più articolato in cui si creano i presupposti per futuri momenti di formazione professionale.

La didattica riguarda un complesso di interventi rivolti a progettare, gestire, valutare “ambienti di apprendimento”, ossia speciali contesti che favoriscono specifici processi in soggetti inesperti, derivanti da un’integrazione di processi culturali, normativi e tecnologici (il progetto CSILE, Computer Supported Intentional Learning Environments, è costruito sulla base di ambienti di apprendimento intenzionale sostenuto da computer). L’ambito della progettualità didattica si è storicamente orientato in diverse direzioni concentrate a volte sull’insegnante, altre volte su metodologie, o strategie, finalizzate al conseguimento di obiettivi specifici. Nella storia della progettualità didattica si riscontrano due svolte significative: la prima di taglio oggettivistico (inerente agli anni ’50); la seconda di taglio costruttivistico (inerente agli anni ’80) con cui si intende rilevare la svolta rispetto ai tradizionali modelli della conoscenza.

Costruire una conoscenza, un sistema di idee, significa lavorare su altre conoscenze spezzando ciò che propongono le precedenti, ampliando altri sistemi di idee e dando origine ad un metodo. Il nuovo, quindi, di per sé non é altro che una differente riorganizzazione del vecchio e costruire una conoscenza implica basarsi inizialmente su ciò che è dato per scontato per proporre, poi, un cambiamento che, se accettato, inevitabilmente andrà a modificare ciò che viene dato per scontato, tenendo presente che l’obiettivo è di insegnare in modo tale da offrire il maggior numero di informazioni col minimo di insegnamento. Molto spesso si osserva che la conoscenza appresa nei curricoli scolastici, rilevata dal contesto, rimane “inerte” ossia gli allievi non sono in grado di utilizzarla attivamente in altri contesti, di conseguenza il costruttivismo pone al centro del processo formativo il soggetto che “costruisce” attivamente la propria conoscenza collegandola strettamente alla situazione concreta in cui si verifica l’apprendimento. Con il termine “costruttivismo” si indica un orientamento, condiviso in molte discipline, secondo il quale la realtà non può essere considerata come un qualcosa di oggettivo, indipendente dal soggetto che la esperisce, perché è il soggetto stesso che crea, costruisce, inventa tutto ciò che vuole comprendere di quello che lo circonda. La realtà non può essere considerata indipendente da colui che la osserva, dal momento che è proprio l’osservatore che le dà un senso partecipando attivamente alla sua costruzione.

Accettare e promuovere il confronto con altri soggetti è la fase fondamentale del costruttivismo, la costruzione della conoscenza, infatti, non riguarda solo il soggetto nella sua individualità, ma è determinata dall’interazione con altri individui, anche se in questo quadro teorico di riferimento ha valore rilevante il soggetto che apprende, in alternativa ad un approccio educativo basato sulla centralità dell’insegnante quale depositario indiscutibile del sapere.

Il costruttivismo è soprattutto caratterizzato dall’esigenza di rifiuto verso il modello corrente di scuola e di apprendimento formale, a favore di un apprendimento basato su compiti autentici, ciò porta a delle riflessioni sul ruolo dell’esperienza in educazione riscontrabile nell’opera di J. Dewey.

Ogni costruttivismo si associa con nuove tecnologie, proponendo modelli che, per alcuni aspetti, ricordano le forme dell’attivismo, ossia l’apprendimento incentrato sull’attività dell’allievo, ma con una più forte enfasi sulle strutture regolative del processo di apprendimento, su un impiego più articolato di risorse, sulle tecnologie finalizzate ad introdurre nuove modalità di apprendimento. Le tecnologie permettono tempi di coinvolgimento e di lavoro autonomo decisamente superiori a quelli di qualsiasi altra situazione tradizionale; se gli allievi sono autonomi nell’attività di apprendimento, l’insegnante, conseguentemente, può dedicarsi soprattutto alla progettualità o ad interventi specifici, rendendo così possibili inedite forme di personalizzazione dell’apprendimento. In tale progettazione diventano primari gli obiettivi di sviluppo delle abilità metacognitive e la formazione all’autonomia nei singoli soggetti coinvolti, anche attraverso l’uso dell’autovalutazione. Il costruttivismo ha contribuito all’evoluzione di molte applicazioni in campo didattico, in particolare negli anni ‘90 con la diffusione dell’ipermedialità, modificando profondamente il modello di insegnamento/apprendimento. Ipertesti ed ipermedia rappresentano una categoria di sistemi informativi caratterizzati dalla possibilità sia di navigare nell’informazione che di scegliere liberamente il proprio percorso in rete definita come fase di progettazione dell’ipertesto. L’ipermedialità, cioè la possibilità di accedere all’informazione secondo una modalità di navigazione, non si ritrova soltanto in quelli che vengono classificati come ipertesti o ipermedia ma e presente in modo diffuso in moltissimi prodotti software didattici e non. La presenza di funzioni di navigazione è presente tipicamente in molte delle più recenti opere di consultazione, enciclopedie, musei elettronici e, in qualche caso, dizionari come strumento di collegamento fra le informazioni associate a voci differenti.

Il costruttivismo, pertanto, suscita nuovi dialoghi tra modelli di conoscenza, modelli didattici e nuove tecnologie: da ciò deriva la sua indiscutibile forza di attrazione.

 

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