Dossier 2005
IPOTESI DEFINITORIE
Occorre dire che solo le scuole militari sono dispensate dall’alternanza scuola lavoro e visti i tempi che corrono non è cosa da poco. Normativamente ci sono delle novità nel decreto legislativo 77 ma che cosa è successo nel 2005 sull’alternanza? Fino ad ora ci sono pochi dati a livello centrale ma ci sono stati una miriade di interventi, convegni, pubblicazioni, convenzioni, progetti di istituto, attività aziendali le quali se non segnano certo il successo di una nuova modalità di apprendimento certo mostrano un interesse diffuso ed omogeneo per le modalità di sperimentazione.
PUBBLICAZIONI
Partiamo dalle pubblicazioni: Il numero 1/2004 degli Annali della Pubblica Istruzione è interamente dedicato all’alternanza con pregevoli interventi anche di soggetti esterni alle istituzioni scolastiche come quello di Antonella Marsala di Italialavoro recentemente finanziata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per la progettazione e realizzazione dei tirocinii formativi.
Seguono i libri e tra i più datati troviamo di G. Bertagna, “Alternanza scuola lavoro, ipotesi, modelli, strumenti dopo la riforma Moratti”, della Cisem Franco Angeli, mentre a cura di L. Serio e M. Vinante c’è “Viaggio nell’alternanza scuola lavoro, territori di integrazione tra il mondo della scuola e il mondo delle imprese” edizioni Sole24ore. Se scorriamo la letteratura in materia di integrazione scuola-lavoro, appare che il tema del territorio di integrazione fra scuola e imprese non è nuovo, anzi è fin troppo radicato nelle logiche e nella storia di numerosi insuccessi nello sviluppo di tale relazione. Eppure per gli autori l’esperienza dimostra che esiste uno spazio di integrazione possibile, laddove si abbandonano posizioni preconcette e quasi ideologiche. Idealmente il libro può essere diviso in tre parti (così come il progetto): in una prima e seconda parte vengono esposti i risultati di una ricerca quantitativa sulle percezioni degli attori dell’integrazione mentre nella terza parte vengono capitalizzati alcuni step conoscitivi, sia sul fronte della letteratura che su quello della razionalizzazione dei risultati empirici.
Un libro che è un primo resoconto dell’esperienza di questi anni è quello scritto da Autori Vari “L’alternanza scuola lavoro, esperienze venete” pubblicato dall’ufficio scolastico regionale del Veneto in collaborazione con le associazioni imprenditoriali e le parti sociali, a Venezia. Infine Laura Bozzi, Antonio Gallotta, Fabio Ferretti e Antonio Capone propongono il loro “Alternanza scuola lavoro: un modello di apprendimento” della collana Lavoro & Società.
CONVEGNISTICA E SEMINARISTICA
Dicevamo che la produzione normativa è andata avanti[1] e vengono così dettagliati gli ambiti, le finalità, le modalità di creazione dei percorsi formativi e le risorse messe a disposizione delle istituzioni scolastiche. Si è tentato di mettere in ordine tutto il fiorire di iniziative che danno l’idea della diffusione a livello nazionale del modello sull’alternanza. Si potrebbe dire che ne hanno parlato praticamente tutti. Inoltre dal 2006 saranno messe a disposizione risorse fino a 30 milioni di euro per stimolare la collaborazione ed il coinvolgimento di allievi, scuole, famiglie ed aziende nelle pratiche di alternanza. Valeva la pena davvero di parlarne ed eccone una rassegna con pretese di completezza in ordine cronologico:
il 21 gennaio 2005 un convegno realizzato dall’ U.S.R. del Veneto su “Percorsi in alternanza: imprese formative simulate”;
l’11 e 12 marzo all’IPSIA “De Amicis” di Roma “La rete delle Imprese Formative Simulate”;
il 30 marzo report dell’Union Camere di Roma con la presentazione delle iniziative realizzate nell’ambito delle attività di alternanza;
l’8 aprile a Rimini il convegno “alternanza scuola – lavoro: valore alle prassi e responsabilità condivisa degli attori territoriali” con MG Accorsi di Maggioli editore; E Piazza, Dirigente tecnico dell’USR Emilia Romagna, A Borelli, Presidente Consorzio Istituti Professionali Emilia Romagna; A Antonioli del Comune di Parma, P Armaroli, componente del Gruppo tecnico presso il Mlps sul libretto formativo del cittadino; F Farinelli dell’Anci nazionale;
il 13 e 14 aprile nelle Marche il seminario “percorsi in alternanza: imprese formative simulate”;
il 22, 23 e 24 a Zagabria si è tenuta la Fiera Internazionale delle Imprese Formative Simulate;
Il 2 maggio convegno organizzato dall’IRRE Friuli Venezia Giulia a Udine sull’alternanza con M. Nichelini, docente dell’università di Udine; M Pittini, vicepresidente della Confindustria Friuli Venezia Giulia e A Panvini, dirigente tecnico del Miur;
il 20 maggio a Siracusa un convegno su “Il Sistema Alternanza: sinergie, reti, comunità di pratica per un Piano dell’Offerta Formativa Territoriale” organizzato dalla Rete di Scuole Siracusa e dall’USR della Sicilia con A Pagano, assessore alla pubblica istruzione Regione Sicilia, F Scoma assessore al Lavoro, G Di Stefano direttore generale USR Sicilia l’Unioncamere e i sindacati confederali;
il 25 maggio alla Camera di commercio di Isernia si tiene il convegno “Imparare lavorando”;
il 7 giugno l’incontro nazionale per l’attuazione delle centrali di simulazione regionali (Simucenter) nell’ambito del progetto ‘Rete delle Imprese Formative Simulate’ con la partecipazione dei referenti delle regioni che attueranno le centrali di simulazione regionali (Veneto, Lombardia, Piemonte, Marche, Umbria, Campania, Sardegna, Puglia, Basilicata, Molise);
il 27 e 28 ottobre Seminario di diffusione e disseminazione “Formazione in alternanza, dimensione europea e specificità territoriale” a Locorotondo presso l’Itas “Basile Caramia” organizzato dalla USR della Puglia;
Il 3, 4 e 5 novembre si è tenuto a Bologna il COM-PA, il Salone Europeo della Comunicazione Pubblica, all’interno del quale, il 4 novembre, si è svolto il seminario: ‘Scuole e aziende per la promozione delle risorse umane: esperienze nell’istruzione secondaria superiore’;
il 16 novembre l’Union Camere ha consegnato i premi agli allievi per il progetto “creatività ed innovazione”;
il 18 novembre alla settimana della Vita Collettiva a Roma un convegno organizzato dal Miur “Nuove prospettive nel rapporto tra scuola e mondo del lavoro”, con E Davoli in rappresentanza del sottosegretario all’Istruzione la quale ha sottolineato come l’alternanza scuola-lavoro abbia colmato in parte la distanza esistente tra la scuola quale “luogo” di formazione e il mondo del lavoro e dell’impresa. Nel corso del convegno è stato richiamato il lavoro di “coprogettazione” tra scuola e impresa, realizzato da un gruppo di lavoro dell’Ufficio Scolastico del Lazio;
il 25 novembre si sono svolte a Roma le premiazioni del progetto Techné del Miur;
dal 24 al 26 novembre a Verona si è tenuto il salone Job Orienta “Giovani: Speranze, Responsabilità, Sfide. Dalla formazione al lavoro: nuovi percorsi, nuove opportunità” con il meeting annuale dell’alternanza scuola-lavoro dal titolo “Esperienze e testimonianze di chi impara e di chi insegna lavorando” con Pasquale Capo, capo dipartimento Miur; Carmela Palumbo, direttore regionale dell’USR Veneto; G Marangoni, presidente dei Giovani Industriali Veneti; A Girardi, rappresentante Unioncamere; A Capone dell’ISFOL e coordinato dal sottosegretario Valentina Aprea. E ancora a Job Orienta il convegno “Dalla scuola ti accompagno al lavoro Orientamento, collocamento promosso da scuole e università; borsa lavoro e servizi collegati; contratti di inserimento e formazione iniziale; apprendistato; tirocini” con M Galluzzo, presidente Formazione Unindustria di Treviso; Elena Donazzan, assessore alle Politiche dell’Istruzione e della Formazione del Veneto; R Bonanni, segretario confederale CISL; A Mirandola, delegato del Rettore alle attività di stage e tirocinio e alle Politiche per il raccordo con il mondo del lavoro, Università degli Studi di Padova; R Migotto, dirigente dell’Istituto tecnico-industriale Max Planck di Treviso; R Vignali, presidente nazionale Compagnia delle Opere di Milano; Maurizio Sacconi, sottosegretario al Ministero del Lavoro; A Riello, presidente Confindustria Veneto;
il 13 dicembre a Catanzaro si è tenuto il seminario su “Impresa Formativa Simulata, un modello di alternanza” dell’U.S.R. della Calabria con la partecipazione dell’ispettrice Liliana Borrello del Miur;
Infine a dicembre il 3° convegno a Siracusa su “L’Alternanza in Sicilia, un’opportunità di sviluppo culturale e sociale” organizzato dalla Rete di Scuole di Siracusa. Non è poco per un solo decreto.
I NUMERI
Dati precisi è ancora difficile averne, la sperimentazione è partita coinvolgendo 300 istituti superiori e solo uno studio risulta fatto a tutt’oggi per conto dell’USR della Regione Siciliana che ha richiesto i primi dati sull’utilizzo dell’esperienza. La Sicilia è però importante per la significatività del campione (60 scuole coinvolte, pari al 20% del target nazionale) degli istituti coinvolti nei progetti di alternanza, che per il livello dei risultati complessivi raggiunti dalla gran parte delle scuole al termine del secondo anno di sperimentazione. A questo è seguita l’idea dell’Ufficio siciliano di supportare le scuole coinvolte con una formazione continua che ha accompagnato i due anni di sperimentazione (2003/2004 e 2004/2005) la quale è servita da volano per promuovere e sviluppare percorsi formativi di alternanza scuola-lavoro sempre diversi.
Union Camere ha diffuso ad aprile i primi dati delle attività di alternanza che l’hanno coinvolta[2] dove si trovano 277 percorsi avviati in 324 scuole superiori con 5.478 studenti in 84 province accolti in 1.400 aziende. I primi dati di gradimento degli studenti vengono riportati in uno studio di valutazione dell’alternanza da parte di 152 “alternanti” (occorrerà presto pensare ad un neologismo efficace dopo gli stagisti e i tirocinanti) della provincia di Frosinone che hanno aderito alla rete Polaris.
Al meeting di novembre di Verona sono stati riportati questi dati: tra il 2003 e il 2004 sono andati 20.391 studenti a fare esperienza di alternanza scuola-lavoro (7.429 attraverso i FSE) con 87 province coinvolte, in 305 percorsi (divisi in 6 tipologie) in più di 1.400 imprese. Dati dai quali si può dedurre che in ogni azienda sono andati 14,5 studenti in media.
L’USR del Veneto riporta sul suo sito questi dati relativi al 2004: 19 scuole coinvolte, 26 classi (le classi già coinvolte nell’anno precedente erano 10), 517 studenti (il 44,8% femmine), destinati a 298 aziende (80 di servizi, 36 pubbliche amministrazioni, 84 industrie, 58 aziende commerciali, 26 artigianato e 14 agricole) con una media di 1,73 allievo ad azienda.
GLI ATTORI DEL PROCESSO
Dopo le prime convenzioni con la Unioncamere (progetto Polaris) e la Confindustria troviamo anche le altre associazioni di rappresentanza come la Confesercenti, la Confcooperative, la Conferedazione Nazionale dei Servizi[3]. Sempre per tornare ad Italia Lavoro questa afferma che “il programma di orientamento e placement per le scuole che Italia Lavoro intende sviluppare in partenariato con le autonomie scolastiche e gli enti locali. L’offerta di servizi e prodotti riguarda anche in questo caso l’assistenza tecnica e la messa a disposizione di una infrastruttura web per servizi di orientamento e formazione a distanza ed anche in questo caso le potenzialità di sviluppo sono notevoli. Attualmente solo ad un giovane diplomato su 20 viene offerta la possibilità di partecipare ad attività di stage e di tirocinio in uscita dal ciclo scolastico. Immaginando di elevare tale tasso al 10%, i programmi di orientamento e placement potrebbero contare su un target di oltre 40mila giovani diplomati per un totale di oltre 400 scuole coinvolte, e, promuovendo una stretta collaborazioni tra servizi all’impiego e scuole, sarebbe possibile realizzare una significativa strategia di raccordo tra scuola e mondo del lavoro”.
ERRORI E RISPOSTE
Ci sono infine le specificazioni del ministero riguardo la mancata intesa con le Regioni nella predisposizione del decreto legislativo n. 77/2005. Per alcuni il decreto è ambiguo, in quanto solo in via teorica individua l’alternanza come una modalità didattica valida sia per il sistema dei licei che per quello dell’istruzione e della formazione professionale, mentre, sul piano organizzativo e attuativo, viene configurato come un percorso a sé stante. Inoltre disciplina profili e aspetti rientranti nell’autonomia scolastica, non individua l’organizzazione degli orari in situazioni di lavoro e lascia irrisolti i problemi contrattuali relativi al tutor.
Risposta: Non si tratta di un percorso a se stante, ma di una modalità didattica, utilizzabile sia nel sistema dei licei che in quello di istruzione e formazione professionale. La concreta attuazione dell’alternanza scuola-lavoro non prescinde da accordi con le Regioni, come prova il fatto che fin dal 2001 tutte le attività di questo settore si svolgono sulla base di intese territoriali. La sperimentazione dell’alternanza scuola-lavoro, avviata dall’anno 2003/2004, ha interessato 412 scuole che hanno realizzato 1.772 percorsi, coinvolgendo 20.391 studenti. Il decreto n. 77/2005 valorizza l’autonomia delle scuole, alle quali rimette anche l’organizzazione degli orari.
Ancora, il decreto 76/2005 considera formazione l’apprendistato che non rientra nella legge n. 53/2003 ed è disciplinato dalla legge n. 30/2003 sul mercato del lavoro. Poiché l’apprendistato inizia a 15 anni si determina un vuoto o una sostanziale discontinuità tra la conclusione del primo ciclo e il tempo di accesso all’apprendistato stesso.
Risposta: L’apprendistato, istituto previsto dalla legge n. 30 sul mercato del lavoro, è richiamato dalla legge n. 53/2003 come opportunità aggiuntiva. L’apprendistato per il fatto di cominciare a quindici anni non determina alcun vuoto, considerato che è esclusa la possibilità di intraprendere percorsi regolari e che trova la sua logica nell’ambito dell’avviamento al lavoro.
Carlo Smaldone
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[1] D.Lgs 15 aprile 2005, n. 77 ‘Definizione delle norme generali relative all’alternanza scuola-lavoro, a norma dell’articolo 4 della legge 28 marzo 2003, n. 53’ GURI n. 103 del 5 maggio 2005
[2] http://www.polaris.unioncamere.it/in-evidenza/rass230405.pdf
[3] http://www.istruzione.it/dg_postsecondaria/lav_norma.shtml