
DI REDAZIONE.
L’evento assume anche un forte valore simbolico: segna l’ingresso in un’epoca in cui l’interazione con le macchine è continua e spesso indistinguibile da quella con gli esseri umani. In questo contesto, le università dovranno rappresentare il luogo deputato a sperimentare in modo etico l’uso dell’IA, offrendo un ambiente protetto in cui osservare, correggere, valutare e progettare nuove pratiche.
È successo nei giorni scorsi all’Università di Cassino e del Lazio Meridionale ma si tratta di un evento che ha già rinfocolato le discussioni e le polemiche mai sopite sull’Intelligenza Artificiale e le sue applicazioni che sembrano destinate ad insinuarsi sempre più in profondità nell’esistenza umana. “Educare all’Intelligenza Artificiale, educare l’Intelligenza Artificiale: mitigazione dei Bias”. Questo il titolo della tesi sperimentale in Scienze Pedagogiche che giunge a completamento di un progetto fortemente voluto dall’ateneo laziale, i cui docenti negli ultimi mesi hanno lavorato con l’Intelligenza Artificiale per creare un avatar il più possibile corrispondente alla realtà.
“Abbiamo fornito all’avatar – ha dichiarato la neo-dottoressa – tutte le mie principali caratteristiche, sia caratteriali che fisiche, per adattarlo alla mia persona. Ho dovuto scegliere l’abito per questa giornata sulla base di come è stato elaborato dall’IA il mio personaggio. Lo abbiamo educato nella discussione della tesi, inserendo tutto il mio piano di studi e le indicazioni fondamentali per la discussione della tesi stessa. Un progetto rivolto anche alle future generazioni che spero possano trarre ispirazione”.
Dopo la discussione della tesi fatta dall’avatar, Veronica Nicoletti (questo il nome della studentessa) ha risposto alle domande della commissione con proprie considerazioni e valutazioni personali sul percorso formativo effettuato anche grazie all’Intelligenza Artificiale, esprimendo il desiderio di poter insegnare Storia e Filosofia negli istituti superiori dove mettere a disposizione degli studenti questo progetto sperimentale. “Mi piacerebbe – ha aggiunto – che gli studenti possano avere un avatar personale per i propri studi, che li conosca e sappia migliorare il loro apprendimento e la loro conoscenza”.
Il lavoro nasce all’interno di TIRESIA (Team Interateneo Ricerca Educativa su Intelligenza Artificiale), gruppo di ricerca congiunto tra l’Università di Cassino e quella di Salerno che da due anni TIRESIA esplora il modo in cui l’IA possa essere integrata in modo critico nei contesti educativi. Il gruppo ha sviluppato l’interfaccia in ambiente Unity e realizzato l’avatar, coniugando competenze pedagogiche, informatiche e cognitive.
L’aspetto più dirompente dell’esperimento non è soltanto tecnologico, ma epistemologico. L’Intelligenza Artificiale cioè, non si limita più soltanto a supportare l’attività umana, ma entra nel cuore del linguaggio, nella dimensione in cui la conoscenza prende forma, si trasmette e si rielabora. Il linguaggio, in questo scenario, non è più un’esclusiva dell’essere umano, ma uno spazio condiviso con le macchine. Questo porta a ridefinire i concetti stessi di apprendimento e partecipazione accademica.
Ma questo ulteriore salto di qualità nell’uso dell’IA lancia all’educazione una ulteriore formidabile sfida. Quella di formare cittadini capaci di usare consapevolmente la tecnologia attraverso lo sviluppo del pensiero critico come strumento essenziale per non essere succubi dell’automazione, trasformandola invece in occasione di crescita e innovazione. Di fronte ad algoritmi che tendono a offrire risposte standardizzate, solo una mente educata all’indipendenza e alla libera riflessione può cercare e trovare soluzioni fuori dagli schemi, costruendo contesti di apprendimento generativi, aperti e trasformativi, anche utilizzando l’IA.