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L’UE chiede all’Italia di eliminare le condizioni discriminatorie dalle procedure di accesso ai posti nella pubblica amministrazione

La richiesta della Commissione Europea all’Italia.

La Commissione europea ha inviato all’Italia una richiesta formale di porre fine alla discriminazione nei confronti dei candidati a posti nella pubblica amministrazione nella provincia di Bolzano, giacché tale discriminazione viola gli obblighi dell’Italia in merito alla libera circolazione dei lavoratori e alla non discriminazione in base alla nazionalità sanciti nella legislazione dell’UE.

Le condizioni discriminatorie si riferiscono all’obbligo, per poter accedere a quei posti, di comprovare la conoscenza della lingua presentando certificati specifici rilasciati dall’amministrazione locale e alla priorità riservata ai candidati residenti in loco. All’Italia è stato inviato un “parere motivato” nell’ambito del procedimento d’infrazione dell’UE. In mancanza di una risposta soddisfacente entro due mesi, la Commissione potrebbe decidere di adire la Corte di giustizia dell’UE.

Secondo la legislazione italiana applicabile nella provincia di Bolzano, l’unico documento accettato per comprovare la conoscenza della lingua per accedere ai posti nella pubblica amministrazione locale è un certificato specifico rilasciato nella provincia. Inoltre, i candidati che risiedono nella provincia da almeno due anni hanno la priorità.

La libera circolazione dei lavoratori è un diritto fondamentale dell’UE che garantisce la non discriminazione delle persone in base alla loro nazionalità.

Secondo quanto già stabilito dalla Corte di giustizia dell’UE (sentenza del 6.6.2000 nella causa C-281/98 Angonese), la richiesta di un certificato specifico emesso solo nella provincia di Bolzano quale unico mezzo per comprovare la conoscenza della lingua costituisce una discriminazione in base alla nazionalità, poiché mette i cittadini degli altri Stati membri in una condizione di svantaggio nei confronti dei residenti della provincia, per la più parte cittadini italiani.

Secondo la Commissione, anche la priorità concessa sulla base della residenza costituisce, per gli stessi motivi, una discriminazione indiretta in base alla nazionalità.

Contesto

La sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 6 giugno 2000 nella causa C-281/98 Angonese riguardava una condizione per la partecipazione ai concorsi di assunzione organizzati da un datore di lavoro privato, nella fattispecie, un certificato specifico di bilinguismo rilasciato solo nella provincia di Bolzano.

Il caso in oggetto riguarda lo stesso tipo di certificato, ma nel quadro di posti di lavoro nella pubblica amministrazione nella provincia di Bolzano.

Informazioni complementari

Libera circolazione – cittadini dell’UE: http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=457&langId=it

24/06/2010

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