
DI REDAZIONE.
E’ MORTO PAPA FRANCESCO
Così il cardinale Kevin Farrell ha annunciato la morte di Bergoglio:
«Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino».
Il Papa è morto, quasi a sorpresa, come sempre sorprendente è stato tutto il suo pontificato fino alla fine. Nel giorno di Pasqua Francesco in papamobile tra la gente – entusiasta – in piazza San Pietro, dopo che si era affacciato dalla loggia centrale della Basilica per la benedizione Urbi et Orbi. Ha affidato la lettura del messaggio al maestro delle cerimonie pontificie il suo ultimo appello per la pace: «No al riarmo. A Gaza situazione ignobile». Tutto questo, dopo avere visto Vance, il Vice presidente degli Stati Uniti ieri mattina, poco dopo le 11,30 a Casa Santa Marta. Giovedì santo, la visita nel carcere di Regina Coeli e sabato una breve preghiera nella basilica di San Pietro.
Nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, Jorge Mario Bergoglio si presenta al pianeta vestito di bianco il 13 marzo 2013, dicendo col sorriso che i cardinali sono andati a prendere il nuovo Vescovo di Roma «alla fine del mondo». Il primo Pontefice latinoamericano, il primo gesuita, con origini piemontesi, sbalordisce tutti anche con la volontà di vivere nella sobria Casa Santa Marta, e non nel Palazzo apostolico. Stupisce e incanta subito la sua semplicità, quasi a voler proclamare in poche frasi lo stile del suo pontificato. Un magistero con al centro la «vicinanza», la «tenerezza», il dialogo con tutti, dentro e fuori dal recinto cattolico. E poi, soprattutto, i «poveri», come dimostra in modo inequivocabile la scelta imprevedibile del nome: Francesco.