Note & Interventi

Appello ai docenti, sei punti per cambiare la scuola

 

Appello ai docenti

Migliorare la scuola e la condizione dei docenti si può,

ma occorre la tua partecipazione!

La proposta, sei punti per cambiare la scuola italiana

  

 

 


 

Una rivoluzione dal basso

 

Decenni di riforme scriteriate e di tagli alle risorse hanno gravemente compromesso la capacità del nostro sistema educativo di contribuire a far progredire socialmente le generazioni più recenti, nonostante le acquisizioni della cultura tecnologica, rispetto alle generazioni che le hanno precedute.

L’annichilimento di questa funzione centrale, oltre a porre nuovi problemi di equità sociale, crea anche un diffuso senso di sfiducia nella capacità dell’istruzione di incidere sulle prospettive economiche e sociali del nostro Paese, con conseguenze facilmente immaginabili.

Proprio per questo, riteniamo più che mai necessario un impegno diretto ed attivo da parte di tutti i docenti nella costruzione di una grande associazione professionale e sindacale, affinché dal basso e da un’ampia rappresentanza si possa proporre e sostenere un progetto di largo respiro di democratizzazione della scuola italiana.

 

Impegnarsi per porre la scuola al centro dell’agenda politica e per proporre una riforma che riscriva i cardini dell’organizzazione scolastica è una sfida ambiziosa, ma è nel contempo un imperativo categorico per evitare l’uscita del nostro Paese dal novero delle democrazie evolute.

 

Dalla nostra scuola, dunque, può e deve partire un processo nuovo per riavvicinare i cittadini alle istituzioni, dando nuova linfa alla democrazia.

Per questo rivolgiamo ai docenti l’appello di impegnarti con l’Associazione Nazionale Docenti per superare l’attuale condizione di debolezza della scuola italiana.

 


 

 

APPELLO AI DOCENTI

 

Migliorare la scuola e la condizione dei docenti si può,

ma occorre la tua partecipazione!

La proposta, sei punti per cambiare la scuola italiana

 

 

Fermare il declino della scuola italiana

Appaiono evidenti tre grandi questioni che incidono sul ruolo della scuola nelle attuali democrazie:

  1. la deliberata intenzione di smantellare progressivamente il ruolo dello Stato nei sistemi scolastici, favorendo una deriva privatistica e aziendalistica, così come accuratamente si sta facendo in Italia con la legge 107/2015;
  2. il progressivo imporsi di una cultura mondiale uniforme;
  3. l’incapacità delle organizzazioni politiche e sindacali tradizionali di assumere un ruolo propositivo.

 

In Italia, il problema scuola coincide più che mai con la questione docente

Ogni altro aspetto può essere valorizzato o regredire in funzione della configurazione di questa professione all’interno dell’organizzazione scolastica e della effettiva possibilità di svolgimento della libertà di insegnamento, nel pieno rispetto delle garanzie che ad essa assegna la nostra Costituzione.

La condizione prima affinché ciò avvenga è la consapevolezza che la scuola è in primis una comunità educativa e professionale, per cui bisogna affidare la complessità della scuola non ad un organo monocratico, qual è il dirigente scolastico, ma a persone libere, dialoganti fra di loro (sistema reticolare delle competenze), per fare dell’insegnare e dell’apprendere il cuore della dimensione organizzativa, dismettendo la malinconica maschera emulativa di sterili modelli aziendalistici.

È sulla base di questa visione generale della scuola che l’Associazione Nazionale Docenti propone alla comunità dei docenti di superare gli steccati di rappresentanze sindacali burocratizzate che hanno contribuito a cristallizzare una perenne condizione di marginalità dei docenti nella scuola.

 

Proponiamo di lavorare insieme per una grande organizzazione della docenza, con natura professionale e sindacale, per fermare il declino della scuola italiana e per il raggiungimento di alcune finalità generali, da noi tutti condivise, e di alcuni obiettivi professionali concreti.

 


 

 

La scuola che dobbiamo consegnare ai nostri figli

 

1. Uno dei luoghi privilegiati di democrazia, ove tutti possano respirare un clima di libertà e vedere riconosciuta la dignità e l’importanza del proprio lavoro;

 

2. Uno dei luoghi privilegiati della coscienza critica della societàgarantiti dalla libertà di insegnamento e dall’autonomia professionale dei docenti;

 

3. Uno dei luoghi privilegiati che pone al centro i saperi e la persona che apprende, piuttosto che l’organizzazione e la burocrazia;

4. Uno dei luoghi privilegiati di responsabilità distribuite, investito del delicato compito di valorizzare le competenze di ciascuno e di “restituirle”, amplificate, agli allievi;

5. Uno dei luoghi privilegiati guidati da un primus inter pares, espressione della comunità professionale che opera all’interno della scuola, capace di comprenderne intimamente pregi e criticità (presidi eletti e a tempo);

6. Uno dei luoghi privilegiati dove la diversità è arricchimento, piuttosto che fonte di “classificazione”.

 


 

 

Perché questo appello

 

Oggi i docenti sul piano della rappresentanza sono dispersi in sindacati omnicomprensivi che annoverano nei loro iscritti tutte le categorie che operano nella scuola, dal dirigente scolastico al personale ATA. Questi sindacati si sono dimostrati incapaci di rappresentare le istanze e le specificità della professione docente e di contrastare il declino professionale e sociale della categoria.

Ancor di più, con la legge 107/2015 si trovano a dover rappresentare contrapposti interessi, quelli di parte datoriale, quali sono quelli del dirigente scolastico, e quelli dei lavoratori, quali sono quelli del personale ATA e dei docenti. Una chiara situazione di  incompatibilità di fatto che non può essere sottaciuta, sarebbe come pretendere l’iscrizione di Marchionne e Landini allo stesso sindacato.

 

Una grande organizzazione della docenza diverrebbe il principale, grande interlocutore delle istanze dei docenti, non più tavoli negoziali ove tutto viene accettato al ribasso, ma proposte concrete e obiettivi chiari per la valorizzazione della professione docente e per la crescita culturale e civile dei nostri studenti.

 

Come procederemo

Saranno indetti i Congressi straordinari in ogni provincia, per eleggere le Sezioni Provinciali dell’AND (Presidenti di Sezione Provinciali e Consigli Provinciali).

 

Per partecipare come

  • elettore è necessario essere docente presso una scuola statale;
  • candidato essere iscritto all’AND.

 


 

Modalità di partecipazione

 

Tutta la procedura, candidature, votazioni e pubblicazione dei risultati, si svolgerà online.

È essenziale che tutti i docenti partecipino a questo importante momento fondativo, quale prima e grande occasione per rendere possibile una partecipazione diretta e democratica dei docenti ai problemi della nostra scuola.

 

Per quali obiettivi

  • poter incidere efficacemente nelle politiche dell’istruzione;
  • realizzare il progetto di una scuola democratica, capace di formare l’uomo e il cittadino.

 

Per questo, ti chiediamo 

  • di impegnarti con l’Associazione Nazionale Docenti per superare l’attuale condizione di debolezza della nostra condizione professionale;
  • di non delegare più ad altri il destino della tua professione;
  • di partecipare con convinzione a questo grande progetto per rifondare la scuola italiana.

 

 Scarica e distribuisci l’appello e chiedi che venga affisso all’Albo della scuola

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