L’ISTAT ha pubblicato l’Annuario statistico italiano 2014, lo strumento che accompagna l’attività dell’Istituto e offre agli utenti un ampio ventaglio di dati statistici sui temi ambientali, sociali ed economici che interessano il nostro Paese. Nelle sue pagine i vari argomenti vengono analizzati da più punti di vista, nella loro dinamica temporale, nel confronto con gli altri paesi, nella loro articolazione territoriale, così rilevante per l’Italia.
Come premesso nell’introduzione, “l’Annuario statistico italiano esce quest’anno fortemente rinnovato nei contenuti, nella veste grafica e nelle modalità di diffusione, al fine di offrire un prodotto editoriale sempre aggiornato e al passo con le trasformazioni economiche e sociali in atto. (…) La nuova edizione assicura anche una migliore fruizione delle informazioni grazie ad apposite sintesi che mettono in risalto i dati più rilevanti, ad un impiego sistematico di grafici e indicatori per guidare il lettore – esperto e meno esperto – nella interpretazione dei fenomeni, ad un largo uso dei confronti internazionali, indispensabili per cogliere con immediatezza le peculiarità del nostro Paese rispetto ai partner stranieri”. Delle sue 750 pagine divise in 24 categorie, quasi 50 sono dedicate alla voce “Istruzione e formazione”, che presenta il quadro completo degli alunni iscritti e l’andamento delle performance degli stessi.
Nell’anno scolastico 2012/2013 gli studenti iscritti nelle scuole di diverso grado e ordine sono quasi nove milioni, circa 17.500 in meno rispetto al precedente anno. Gli alunni stranieri, in continua crescita, costituiscono poco meno del 9 per cento del totale degli iscritti.
La quasi totalità degli studenti ammessi supera gli esami di stato: nell’a.s. 2012/2013 si tratta del 99,7 per cento per la scuola secondaria di primo grado e del 98,8 per cento per la scuola secondaria di secondo grado. I migliori risultati si registrano nei licei classici e scientifici. Le studentesse ottengono tassi di successo più elevati in tutti gli indirizzi di studio e mostrano anche una maggiore propensione a proseguire gli studi oltre la scuola secondaria: quasi 62 diplomate su 100 si iscrivono all’università, contro appena 50 diplomati.
Nell’anno accademico 2012/2013, sia il numero delle immatricolazioni sia quello delle iscrizioni universitarie risulta in flessione rispetto all’anno precedente (-9,0 e -2,4 per cento). In lieve calo anche i laureati che nel 2012 sono stati 297.448 (-0,5 per cento). Cresce invece il gradimento per i corsi accademici dell’Alta formazione artistica e musicale (Afam), che registrano un incremento di iscritti del 7,5 per cento. Per quanto riguarda l’inserimento nel mondo del lavoro, nel 2011, lavora il 48,8 per cento dei diplomati del 2007; in misura maggiore i diplomati degli istituti professionali (69,5 per cento) e tecnici (60,1 per cento); gli uomini (54,7 per cento) più delle donne (43,0 per cento).
Migliore la situazione per i laureati: nel 2011, dopo circa quattro anni dal conseguimento del titolo lavora il 69,3 per cento dei laureati dei corsi triennali e il 74,5 per cento di quelli dei corsi lunghi. Fra gli addottorati nel 2004 e nel 2006 la quota di coloro che, nel 2009, ha un lavoro supera il 92 per cento.
Il volume è disponibile, oltre che nella tradizionale veste cartacea, anche attraverso una apposita pagina del sito web dell’istituto (www.istat.it) da dove l’utente può scaricare le tavole in formato excel e accedere alla versione .pdf navigabile che rende il volume accessibile anche dai più moderni supporti (e-reader, tablet, smartphone). A partire da questa edizione, la pagina on line è stata arricchita dalla raccolta digitalizzata degli Annuari storici dal 1878, grafici interattivi, una lettura di sintesi dei principali fenomeni.
Pio G. Sangiovanni