Analisi & Commenti

Una scuola e una cultura laica al centro di ogni sfida contro la barbarie integralista ed oscurantista

 

 

 

 

La decisione delle più alte cariche della Repubblica francese di porre la scuola di ogni ordine e grado al centro della grande mobilitazione contro la barbarie terroristica e per formare i cittadini, in nome della vera laicità e in difesa dei valori fondanti dello Stato democratico, sollecita una riflessione seria e matura anche da noi in Italia, su alcuni concetti semplici ma essenziali, sul senso di essere e sentirsi comunità locale e nazionale, portatrice e depositaria di valori etici, civili e culturali. A cominciare proprio dalla laicità come stile di vita e non come slogan o, peggio, come una sorta di religione.

E in questo c’è molto da imparare dalla Francia, dove all’indomani del terribile attentato contro “Charlie”, oltre alla reazione forte e unitaria di quel popolo, il presidente Hollande e il governo hanno immediatamente indicato la strada maestra da seguire, ponendo al centro proprio la cultura, l’educazione e, quindi, la scuola. “La trasmissione della conoscenza è il miglior modo per combattere l’oscurantismo”, ha sottolineato il ministro dell’Istruzione Najat-Vallaud Belkacem, annunciando la creazione di un “percorso educativo civico” dalle elementari al liceo per rafforzare i valori della Repubblica a partire dalla scuola, a due settimane dalle stragi di Parigi. E fra le misure annunciate vi è proprio l’istituzione della giornata della laicità che verrà celebrata ogni 9 dicembre nelle scuole di Francia. Una data scelta non a caso in quanto fa riferimento al 9 dicembre 1905, giorno in cui venne adottata la legge francese sulla separazione tra Stato e Chiesa. Il ministro dell’Istruzione ha anche annunciato che ad ogni inizio d’anno scolastico sarà firmata la Carta della laicità sulla base di quella emanata nel 2013 che sancisce che la Repubblica e la Scuola sono laiche. Gli alunni e i loro genitori si impegneranno a prenderne conoscenza e a rispettarla, prevenendo e punendo ogni tipo di violazione.

La carta della laicità della scuola parla di una repubblica indivisibile, laica e democratica che assicura l’uguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini, che sono liberi di credere o di non credere rispettando comunque le convinzioni altrui. Insomma, un vero e proprio inno alla laicità che implica il rifiuto di ogni forma di violenza e discriminazione, garantisce l’uguaglianza fra ragazze e ragazzi ed è basata su una cultura del rispetto e della comprensione dell’altro. Principi e valori che il personale della scuola deve trasmettere e garantire mantenendo l’assoluta neutralità senza manifestare le proprie convinzioni politiche o religiose nell’esercizio delle proprie funzioni. Tutti gli insegnamenti sono improntati allo spirito della laicità e devono garantire agli allievi un’apertura più obiettiva possibile verso le diverse visioni del mondo e nessuno può invocare le proprie convinzioni religiose o politiche per contestare il diritto del docente a trattare gli argomenti del programma o rifiutare il rispetto delle regole della scuola della Repubblica. Inoltre tutti gli ambienti e gli spazi scolastici devono garantire il rispetto della laicità e nessuno potrà, attraverso l’uso di simboli esteriori, ostentare la propria appartenenza ad una religione.

In materia di sanzioni il ministro dell’istruzione nazionale ha sottolineato la necessità di individuare soluzioni alternative e di pubblica utilità a favore dei più deboli e delle persone anziane.

Ma come si realizzerà questo impegnativo e ambizioso progetto che investe e carica di nuove sfide e responsabilità la scuola francese, dalle primarie alle superiori? Sarà introdotto un insegnamento specifico “morale e civico” impartito da docenti specificamente formati che possano stimolare l’attitudine a riconoscere il pluralismo delle opinioni, delle convinzioni e dei modi di vita, ad apprendere a costruire legami sociali e politici sviluppando il senso dell’interesse generale, della partecipazione alla vita democratica come rifiuto di ogni forma di discriminazione.

La Francia, dunque, rilancia su uno dei suoi grandi elementi caratterizzanti la sua vera anima nazionale, proprio nel momento in cui questo spirito è stato colpito al cuore con gli attentati di Parigi di due settimane fa, quasi a voler dire che nessuno potrà mai scalfire la loro insostenibile leggerezza di laicità.

E l’Italia a quanti anni luce di distanza si trova? La risposta ci viene direttamente dalla rivendicazione avanzata da una certa parte politica che senza impudenza ha richiesto l’elezione di un cattolico a Presidente della Repubblica. La negazione netta della laicità, che invece avrebbe dovuto richiedere semplicemente che alla più alta carica dello Stato fosse eletta una persona di grande autorevolezza e dai sani principi morali sanciti dalla Carta Costituzionale, capace di rappresentare e unire tutta l’Italia, senza andare ad anteporre le sue convinzioni religiose. Del resto è noto a tutti la realtà di un Paese nel quale sono numerosissimi coloro che delinquono regolarmente e hanno pure la sfacciataggine di definirsi cristiani.

Si riuscirà a vincere finalmente questo tabù e accettare fino in fondo la sfida della laicità? Per tentare di attivare un nuovo e virtuoso percorso è proprio dalla scuola che bisognerà partire, iniziando con l’inserimento di un vero insegnamento di educazione alla civile convivenza e al rispetto  e di cittadinanza (in una parola, della Costituzione), attraverso il superamento dell’ora di religione cattolica, ormai riconosciuta da tutti come assolutamente anacronistica, arricchendola di contenuti davvero universali e ricchi di passione civile e morale. Se non siamo struzzi ci renderemo tranquillamente conto che la situazione è matura per questo passo verso una comunità moderna, svincolata da logiche ormai superate, che è proiettata verso il futuro con uno spirito positivo e all’altezza dei compiti che l’attendono.

Pio G. Sangiovanni

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