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Pubblicato sul sito del MIM il testo del parere del CSPI sulle “Indicazioni nazionali della scuola dell’Infanzia e del primo ciclo d’istruzione”

Lo schema di regolamento è stato approvato a maggioranza con 23 voti favorevoli, 8 contrari e 1 astenuto

di REDAZIONE.

Pubblicato sul sito del Ministero il testo del Parere reso dal CSPI in data 27 giugno 2025 in merito allo schema di Regolamento recante “Indicazioni nazionali della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione”, approvato con 23 voti favorevoli, 8 contrari e un astenuto. Tuttavia, si fa notare, la maggioranza ha scelto di rimandare ogni valutazione definitiva alle osservazioni tecniche contenute nel documento, lasciando di fatto in sospeso l’intero impianto normativo.

Ecco, in sintesi, cosa chiede tra l’altro il CSPI:

Dedicare un paragrafo nella premessa alla chiara definizione di obiettivi, conoscenze, abilità e competenze. Da anni nella scuola si dibatte su tali termini. Sarebbe opportuno fugare finalmente dubbi e interpretazioni per la costruzione di curricoli d’istituto basati sugli obiettivi, oggetto di valutazione da parte dei docenti.

– Dare risalto anche nei titoli al termine “comunità”, che nella premessa, peraltro, è richiamato più volte. “Comunità” è un concetto che riconosce come l’educazione non sia confinata alle aule scolastiche, ma sia un processo continuo e diffuso che coinvolge una vasta rete di attori e contesti.

– «La scuola è la sede principale per la co-costruzione degli apprendimenti». Sostituire, nel paragrafo “Scuole e famiglie in un nuovo patto di alleanza”, la frase «La scuola è la sede principale per la trasmissione di conoscenze» con  La scuola è l’ambiente specificamente progettato e strutturato per favorire l’apprendimento in modo sistematico, intenzionale e organizzato. È il luogo dove si trovano professionisti dell’educazione, risorse didattiche mirate e un contesto pensato per la crescita cognitiva, sociale ed emotiva. All’interno di questo contesto avviene la co-costruzione da parte degli studenti dell’apprendimento, visto come un processo attivo in cui gli studenti costruiscono la propria comprensione del mondo.

– Inserire le conoscenze in un box in appendice. Le conoscenze inserite dopo gli obiettivi rischiano di essere considerate prescrittive e non suggerite, come invece è giustamente indicato dalla Commissione incaricata della redazione del documento. La declinazione delle conoscenze rinvia alla logica del programma.

«Curricolo di scuola e Indicazioni Nazionali». Sostituire, per meglio evidenziare l’autonomia delle istituzioni scolastiche, la definizione “curricolo nazionale”, che si riscontra a pag. 12, con «curricolo di scuola e Indicazioni Nazionali».

– Rimodulare la figura del docente nel paragrafo “Insegnante professionista e Magister”. Nel testo l’autorevolezza del “Magister” appare dovuta a priori, che non deve essere conquistata, che nasce dal suo ruolo. In questo senso emerge la scuola dell’insegnamento, a scapito della scuola dell’apprendimento. Nel testo l’accento sembra essere posto solo su uno dei due poli della relazione docente-discente. Sarebbe opportuno, a tal proposito, dedicare un paragrafo sul ruolo del bambino/ragazzo che costruisce responsabilmente l’apprendimento con la guida del docente che assume il ruolo di regista.

– Inserire un paragrafo sull’internazionalizzazione. Le attività per lo sviluppo dei processi di internazionalizzazione connessi alla crescita delle competenze multilinguistiche sono una delle voci essenziali dei documenti strategici delle istituzioni scolastiche, comprese quelle del primo ciclo. Si tratta di una leva che concorre a collocare pienamente la scuola italiana nello spazio europeo dell’istruzione.

– Inserire un paragrafo dedicato oppure declinare obiettivi specifici di educazione finanziaria con riferimento alla disciplina “Matematica”. Anche se la tematica è attualmente prevista nell’ambito dell’insegnamento di Educazione civica, se ne riscontra ancora una domanda diffusa in molta parte della popolazione, la quale si rivela ampiamente impreparata nel settore; per far fronte a tale esigenza sono state messe in atto numerose iniziative da parte di enti che si occupano di educazione finanziaria. In ambito internazionale l’OCSE, da oltre un ventennio, rileva il livello non pienamente adeguato di alfabetizzazione finanziaria nel nostro Paese.

Tutor o orientatori. Prevedere un’adeguata formazione e valorizzazione dei docenti di scuola secondaria di primo grado che svolgono funzioni di tutor o orientatori, così come accade per i docenti del triennio di scuola secondaria di secondo grado, anche per dare piena attuazione a quanto scritto nel paragrafo “Scuola che sa creare culture educative”, laddove si dice che «La scuola, intesa come comunità educante, richiede una regia pedagogica stabile e condivisa, capace di orientare le pratiche verso una visione formativa unitaria e coerente, nonché spazi autentici di collegialità e progettazione comune, in cui i docenti possano esercitare pienamente il proprio ruolo professionale, costruendo insieme percorsi didattici significativi e risposte condivise ai bisogni complessi degli studenti.

In merito alle discipline, il CSPI evidenzia che in alcune di esse le competenze, gli obiettivi e le conoscenze contengono considerazioni sovrabbondanti rispetto allo scopo.

Conclusioni. Il CSPI auspica, inoltre, che l’introduzione delle nuove indicazioni costituisca l’opportunità per un’adeguata formazione universitaria e un accompagnamento dei docenti rispetto alla costruzione del curricolo verticale dal punto di vista disciplinare, interdisciplinare e metodologico-didattico.

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