L’Ispettorato per la funzione pubblica del DFP ha diffuso un Report sulle visite effettuate di intesa con i Servizi ispettivi di Finanza pubblica presso le pubbliche amministrazioni. Dal Report emerge che su oltre 12 mila procedimenti disciplinari avviati, più di 7.600 si sono conclusi, mentre oltre 2.600 sono in corso e 1.728 sono sospesi per avvio di procedimento giudiziario.
In sintesi, sono i 143 procedimenti scaturiti da falsa attestazione della presenza in servizio accertata in flagranza (furbetti del cartellino) si sono conclusi con il licenziamento in 70 casi, con la sospensione dal servizio per 42 soggetti, 24 sono sospesi per procedimento penale, 4 sono in corso e 3 sono stati archiviati. Da segnalare, infine, che su 1782 fascicoli aperti, ben 1697 derivano da segnalazioni dei cittadini o istanze di cittadinanza.
Per quanto riguarda la scuola, i procedimenti avviati sono 3.079 (73% conclusi, 20% in corso). Gli oltre 2000 procedimenti conclusi hanno determinato il 48% sanzioni lievi, il 27% proscioglimento, il 20% sospensione dal servizio, il 5% licenziamento.
Il Report non fornisce dati storici, per cui è impossibile valutare l’andamento del fenomeno nel tempo. Cionondimeno, alla luce del contenzioso che interessa la scuola è facile dedurre come negli ultimi vent’anni i procedimenti disciplinari siano cresciuti in modo abnorme in conseguenza dell’anomalia che interessa la scuola. Il procedimento disciplinare qui è stato privato di quelle garanzie giuridiche elementari, tra cui la terzietà dell’organo “giudicante”, rispetto a quello che sostiene l’accusa. Per cui, i procedimenti disciplinari, per l’esito già prefissato dallo stesso soggetto che accusa e giudica, hanno superato di gran lunga le forme di cortesia del saluto e del confronto che prima erano la cifra del contesto educativo che assicurava serenità e collaborazione nel mondo della scuola.