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L’urgenza di educare al pensiero critico e alla vera laicità

Anche il presepe è diventato una questione politica. La lettera di una maestra al ministro dell'istruzione e del merito

di Redazione

Nella consapevolezza che sia fondamentale educare al pensiero critico ed esercitarlo liberamente nella nostra quotidianità, in qualsiasi contesto e circostanza, abbiamo deciso di aprire uno spazio di discussione su tematiche ad esso strettamente collegate.
Libertà, democrazia, giustizia, laicità, religiosità, tolleranza, integralismo, educazione, inclusione, intelligenza artificiale, cultura, civiltà e tanto altro ancora; sono tutte questioni problematiche aperte trasversalmente sulla vita. Invitiamo chiunque lo voglia a inviarci le proprie riflessioni e pensieri per costruire un dialogo e un confronto pacato e costruttivo, capace di entrare nella profondità e complessità delle relazioni umane e intergenerazionali.

Per iniziare proponiamo la riflessione di una docente della scuola primaria del casertano che ha scritto una lettera al ministro dell’istruzione e del merito, della quale si è avuta notizia attraverso una nota ANSA dei giorni scorsi. Si parla di presepe, ma non solo …

(ANSA 04.01.2024) – “Il presepe si faceva, una volta, e non in tutte le scuole e l’iniziativa era a discrezione degli insegnanti: oggi invece tutto diventa una questione politica che riempie le pagine dei giornali e i dibattiti in Tv“.
A parlare, anzi, a scrivere, è una maestra di una scuola primaria del Casertano, Nicolina Moretta, che, con una lettera indirizzata al ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara, torna sul dibattito politico innescato dal disegno di legge di Fratelli d’Italia che vuole impedire la cancellazione di simboli religiosi a scuola, come ad esempio il presepe.

Avversare la realizzazione del presepe a scuola in nome di una scuola laica – sottolinea – è come vietare in famiglia ai nonni, fonti storiche viventi, di raccontare la loro infanzia ai nipoti, significa impedire che le emozioni si facciano strada mentre lo realizziamo“. In sostanza, secondo la docente, “consisterebbe nel censurare la letteratura di San Francesco, espressa anche attraverso l’arte presepiale, della quale è stato il primo autore“.

    “Il Cantico delle Creature, – ricorda la maestra – il più antico testo ecologico certificato della letteratura italiana, già non viene più studiato per via della laicità della scuola.
Di questo passo a qualcuno potrebbe anche venire in mente di non far studiare più la Divina Commedia, sempre in nome di una scuola laica. La Divina Commedia, opera intrisa di fede in Dio, una fede ampia, ariosa, luminosa, che si fa storia, cultura e vita. Quanta arte perderemmo, sempre in nome di una scuola laica“.

    “A Teano – ricorda Nicolina Moretta – un presepe vivente è stato realizzato più volte da un gruppo di ideatori, tra i quali una donna musulmana“.

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