Prendiamo atto delle autorevoli parole pronunciate dal Presidente della Repubblica in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico a Sondrio con la quali ha definito la scuola una “grande questione nazionale”. Noi lo sosteniamo da tempo e, in occasione della presentazione della proposta di legge Renzi-Gianni sulla scuola, lo abbiamo anche gridato, cercando di far arrivare in ogni dove il grido di dolore della scuola, poiché ritenevamo, e riteniamo, che con quella proposta di modifica di norme fondamentali della scuola italiana, in gioco non fosse solo la scuola, ma il futuro stesso della nostra democrazia.
Quel grido di dolore non ha trovato orecchie, la proposta con un atto di forza è divenuta legge ed oggi la scuola si trova a vivere gli albori di quello che sarà il declino del suo ruolo di istituzione pubblica educativa e formativa e di culla di valori di legalità, di libertà e di democrazia.
Ci permetta Signor Presidente, la scuola è più che mai una grande questione nazionale! È il crinale che può essere percorso solo lungo la sua direzione, che è quella segnata nella “carta fondamentale”, possono esserci punti più alti e altri più bassi, ma ogni sviamento dalla direzione non può che condurre inevitabilmente verso il declino.