Martedì 11 febbraio 2014 si svolgerà in oltre 80 Paesi la Safer Internet Day, la giornata della Sicurezza in Internet, istituita dalla Commissione europea, con lo scopo di sensibilizzare la popolazione all’uso responsabile e sicuro delle nuove tecnologie, con particolare riferimento ad Internet. Ad essere direttamente coinvolte saranno, naturalmente, le Scuole di ogni ordine e grado.
“Let’s create a better internet togheter” (Creiamo insieme un internet migliore!), questo lo slogan scelto per quest’anno, che si inserisce nell’ambito del programma “Safer Internet”, diventato ormai un evento mondiale, che dal 1999 promuove strategie finalizzate a rendere Internet un “luogo” più sicuro per gli utenti più giovani in tutti i paesi dell’Unione.
L’obiettivo, si legge nella nota del Miur, è quello di utilizzare questo momento per incoraggiare la comunicazione tra adulti e bambini/adolescenti, favorire il dialogo fra generazioni sui temi dei nuovi media e promuovere la conoscenza dei servizi offerti dal Safer Internet Center Italiano, ossia il Centro nazionale per la Sicurezza in Rete, denominato Generazioni Connesse, www.generazioniconnesse.it, e dal 2012 coordinato dal Miur.
Generazioni Connesse si avvale di una partnership che include il Ministero dell’Interno – Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni, l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Save the Children Italia Onlus, S.O.S. Telefono Azzurro Onlus, la Cooperativa Sociale E.D.I. Onlus e il Movimento Difesa del Cittadino.
Nell’ambito delle manifestazioni per il Safer Internet Day, l’azione di Telefono Azzurro ha posto l’accento sul fatto che, mentre per i bambini e gli adolescenti gli spazi e gli strumenti di interazione della rete-web, chat, social network, istant messaging – costituiscono un normale ambito di incontro con l’altro e con gli altri, non altrettanto rapida è l’alfabetizzazione digitale di quegli adulti cui sono demandati i ruoli educativi e di tutela che nei “contesti offline” garantiscono ai più piccoli un percorso di sviluppo sicuro. I ragazzi si muovono, quindi, nel mondo di Internet da assoluti autodidatti, con tutto l’entusiasmo, ma anche con i pericoli, che questo approccio comporta. Se infatti la rete è un potenziatore di possibilità, è anche veicolo di rischi latenti: cyberbullismo, contenuti diseducativi, adescamento, furto di identità, sono solo alcuni dei pericoli che incontrano bambini e adolescenti online. Telefono Azzurro, insieme agli altri soggetti istituzionalmente preposti al controllo della Rete, si propone di trovare soluzioni concrete per aiutare bambini ed adolescenti ad affrontare la rete con attenzione e responsabilità, senza spegnere curiosità ed entusiasmo.
Dal canto suo il Garante per la Protezione dei Dati Personali, nel convegno svoltosi lo scorso 29 gennaio sul tema “Educare alla rete – L’alfabeto della nuova cittadinanza nella società digitale”, ha posto al centro lo sviluppo della rete non come una realtà parallela ma come spazio in cui si dispiega una parte sempre più importante della nostra vita. Vita reale e vita virtuale sono sempre più connesse e la rivoluzione digitale che trasforma in dati porzioni sempre più rilevanti delle nostre esistenze, pone problemi nuovi per le nostre libertà. Una nuova formidabile sfida posta di fronte ai vari soggetti istituzionali: promuovere “l’educazione della persona digitale”, una sorta di nuova educazione civica, rivolta a tutti i cittadini, agli operatori, agli utenti della Rete senza distinzione di età o di ruoli.
Un impegno complesso che dovrà coinvolgere tutti, a cominciare dai genitori che dovranno essere sempre più consapevoli del fatto che su internet i propri figli giocano, apprendono, comunicano, condividono interessi, si costruiscono una propria identità. Ma non solo: vivono i loro affetti e sperimentano la sessualità. Tutti bisogni importanti, strettamente legati alla loro età. Compito dei genitori, dovrebbe essere quello di accompagnarli, preparandoli ai possibili rischi e stimolandoli a prendere il meglio dalla Rete, gestendo possibili situazioni di rischio. Per questo è importante che essi si informino, conoscano i nuovi media ma, soprattutto, stabiliscano una comunicazione continua con i propri figli su questi temi.
Le situazioni di alto rischio per la sicurezza fisica e psicologica di chi usa Internet, telefonino e altre tecnologie si chiamano cyberbullismo, “sexting”, pedopornografia, “grooming” (adescamento), induzione a comportamenti che possono portare a disturbi come l’anoressia e la bulimia, o produrre vere e proprie dipendenze da giochi d’azzardo e videogiochi. Ecco perché è indispensabile che i giovani trovino negli adulti un riferimento educativo assolutamente affidabile.
Da quanto appena detto deriva che il primo passo per navigare in Rete in modo responsabile è il saper riconoscere, gestire e difendere il proprio “diritto alla privacy”, diritto a impedire che le proprie informazioni personali: numero di telefono, indirizzo, ma anche scuola che si frequenta, foto personali, ecc…, diventino note ad altri.
L’unica vera strategia di prevenzione è, quindi, una buona educazione all’utilizzo sicuro di Internet e non solo, da parte di genitori e insegnanti.
Il Safer Internet Center Italiano – Generazione Connesse, fra gli altri, offre anche due servizi Hotline, riservati agli utenti della Rete, che si occupa di raccogliere e dare corso a segnalazioni, inoltrate anche in forma anonima, relative a contenuti pedopornografici e altri contenuti illegali/dannosi diffusi attraverso la rete; e una Helpline: servizio in grado di fornire supporto, in particolare a bambini, adolescenti e genitori in merito a esperienze negative e/o problematiche inerenti l’utilizzo della rete.
Insomma, per le nuove generazioni 2.0 si pone con somma urgenza una nuova formazione, una nuova educazione civica che consenta di conquistare spazi di cittadinanza e di libertà per aprire gli occhi e muoversi in piena autonomia e tranquillità nella selva intricata del villaggio globale, facendo in modo che la rete non diventi una trappola fatale.
Pio G. Sangiovanni