Nell’immaginario popolare Cornelia, matrona romana, è sempre stata considerata una mamma eccezionale ed esemplare. Era la madre dei Gracchi, due giovani diventati “tribuni della plebe” (se fossero vissuti ai giorni nostri, sarebbero forse stati dei sindacalisti, o comunque difensori dei più deboli).
Cornelia nasce a Roma nel secondo secolo prima di Cristo. È la più giovane delle due figlie di Scipione l’Africano, il condottiero che ha sconfitto definitivamente Annibale. Si sposa giovanissima con il console Sempronio Gracco, mette al mondo 12 figli, dei quali solo tre giungono all’età adulta: i due tribuni della plebe Tiberio e Caio e una figlia, Sempronia, piccola e zoppa, a causa forse di una paralisi infantile.
Quando Cornelia rimane vedova, molti pretendenti la chiedono in sposa. È ricca, bella, molto colta, ma lei dice di no a tutti. Preferisce dedicarsi completamente all’educazione dei figli, che fa istruire dai migliori maestri greci. È noto l’aneddoto dei “gioielli”. Un giorno Cornelia riceve la visita di una ricca matrona romana, che ostenta e decanta i gioielli, le collane e gli anelli che indossa. Cornelia la lascia parlare, poi chiama i suoi figli e dice con orgoglio: «Questi sono i miei gioielli». È lei che inculca ai figli i princìpi democratici. Tiberio e Caio si schierano dalla parte dei plebei, dei piccoli coltivatori che si vedono assorbire le loro modeste fattorie dai grandi proprietari terrieri. A Roma c’è in quel tempo una grave crisi economica e, durante i disordini di piazza, Tiberio viene ucciso da un gruppo di aristocratici e il suo corpo è gettato nel Tevere. Dieci anni dopo, nel 121 a.C., la stessa sorte tocca a Caio e la madre lo deve piangere in segreto, perché le autorità le proibiscono di vestire il lutto.
Per pungolare i figli a qualche impresa importante, Cornelia era solita dire: «Fino a quando mi indicheranno come la figlia di Scipione? Quando potrò chiamarmi la madre dei Gracchi?». È ancora viva quando i romani le dedicano una statua di bronzo con l’iscrizione: «Cornelia, figlia dell’Africano, madre dei Gracchi».
Fonte: stpauls