Possiamo senz’altro affermare che i prodromi di quella che da lì a breve sarebbe diventata la scuola italiana sono stati ben evidenziati nell’Audizione parlamentare del 7 aprile 2015, di fronte alle Commissioni riunite di Camera e Senato, quando in solitudine sostenevamo:
IL GRANDE RICATTO AL PAESE, PANE IN CAMBIO DELLA LIBERTÀ
“Ci troviamo, forse tutti, precari, sindacati e Parlamento di fronte ad un grande ricatto: pane in cambio della libertà? La stabilizzazione dei precari in cambio della cessione di diritti?”
L’ANNIENTAMENTO DEI DOCENTI, I NUOVI SCHIAVI
“Nel progetto di legge vengono mortificati oltre ogni ragionevole sopportazione il ruolo e la funzione dei docenti, ridotti a mera categoria residuale, senza più alcuna certezza lavorativa e, men che meno, senza più quella libertà culturale e professionale che rappresentano la vera natura del loro lavoro.
L’istituzione di albi territoriali da cui i docenti possono essere chiamati dai dirigenti è un gravissimo attacco alla dignità personale e culturale dei docenti, una ferita mortale alla libertà di insegnamento, che cessa di essere libera per come previsto dalla Costituzione, ma funzionale ad interessi che nulla potrebbero avere con le finalità che la stessa Costituzione assegna al nostro sistema di istruzione. Sulla libertà d’insegnamento intesa come autonomia didattica e come libera espressione culturale del docente, diretta a promuovere, attraverso un confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della personalità degli alunni, si calerebbero i convincimenti personali, gli orientamenti culturali, pedagogici, religiosi, etc. del dirigente scolastico. Il quale, sulla base di criteri che egli stesso si è dato, potrà, come avveniva nell’antichità con gli schiavi che venivano scelti al mercato guardando la corporatura, i denti, i muscoli e quant’altro di interesse, scegliere i docenti da inserire nel suo parco buoi o cedere i propri docenti ad altro dirigente, sempre che la richiesta sia ben presentata. Credo che chi ha pensato e scritto questa parte del testo ad altro pensava, ci auguriamo che i suoi pensieri non erano riferiti a persone, a docenti e alla scuola. Altrimenti, di costui ben altro dovremmo pensare!”
LA CACCIATA DELLA DEMOCRAZIA DALLA SCUOLA, LE NUOVE SATRAPIE SCOLASTICHE
“Il modello di scuola democratica, che precedeva la stessa autonomia scolastica, viene sistematicamente smantellato; viene eliminata ogni residua forma di partecipazione e di condivisione, svuotati di ogni potere deliberativo gli organi collegiali, la cui funzione diviene meramente consultiva. Per contro, lo Stato trasferisce ai dirigenti scolastici un potere abnorme, con un vero e proprio atto di donazione a titolo gratuito, dal pubblico al privato, per i caratteri che assume l’esercizio di questo potere, sulla vita e sul destino della scuola italiana e sulle persone che vi lavorano e svolgo la propria funzione.
Eppure, ben sappiamo come dopo ben tre lustri dall’attribuzione alle scuole dell’autonomia scolastica e ai capi di istituto della dirigenza scolastica, il bilancio non è affatto positivo; ben sappiamo che l’introduzione nelle scuole della dirigenza è stata una scelta miope e profondamente sbagliata, tanto da determinare una sclerotizzazione burocratica ed autoritaria dell’organizzazione scolastica; ben sappiamo che la dirigenza scolastica non ha contribuito a migliorare l’efficienza gestionale delle scuole e, ancor meno, non ha prodotto effetti positivi sui risultati scolastici dei nostri studenti; ben sappiamo che con l’introduzione della dirigenza scolastica è peggiorato il clima all’interno delle istituzioni scolastiche e accresciuta in maniera esponenziale la conflittualità tra dirigenti scolastici, docenti e personale ATA. Pur consapevoli di tutto ciò, si propone di trasferire ai dirigenti scolastici sproporzionati poteri che non hanno alcun raffronto con i poteri di altri dirigenti della pubblica amministrazione.”
LA PRECARIZZAZIONE DEL SISTEMA E I NUOVI SATRAPI, L’ÉCOLE C’EST MOI!
“I precari entreranno “nudi” nei cosiddetti “albi” e potranno, in ogni tempo, dopo un’infruttuosa messa in disponibilità, uscirne “spogliati”, se non cacciati dalla stessa scuola e senza più alcuna possibilità di potervi fare ritorno. In modo non dissimile toccherà agli attuali docenti cosiddetti “di ruolo”. Anch’essi saranno ogni tre anni, ed in ogni momento, sottoposti al volere di novelli satrapi a cui questo Governo vuole affidare il loro futuro professionale e lavorativo e la vita e il destino della scuola italiana.”
E non fa certo scandalo che in molte scuole i comitati per valutazione dei docenti stiano dando prova come alcuni vogliano dimostrarsi “più lealisti del Re”, riconoscendo illegittimamente, a danno dei docenti, ai dirigenti scolastici nuovi e più ampi poteri di quelli già vastissimi che la legge 107/2015 gli ha conferito.
E ancora è giorno …..