Appello al ministro Bianchi
Ad un anno dalla esplosione dell’emergenza pandemica, si paventa la terza ondata di contagi e si moltiplicano gli avvertimenti da parte di autorevoli esponenti del mondo scientifico, circa la necessità di una nuova chiusura generale, onde scongiurare il peggio.
La recrudescenza dei contagi, anche nel mondo giovanile, oggettivamente riconducibile alla riapertura delle scuole, ha svelato l’inganno di chi trincerandosi dietro lo slogan: “Le scuole sono un posto sicuro” ha giocato temerariamente sulla salute dei ragazzi e dei docenti, propagandando che tutto era stato fatto per la messa in sicurezza del sistema scuola, dai trasporti, alle sanificazioni, ai distanziamenti.
L’avvio del piano vaccinale nei confronti dei docenti è stato tardivo, e l’attuazione, ancora in corso, è, purtroppo, molto lenta. L’avvicendamento ai vertici del ministero dell’istruzione, impone, a questo punto, un ripensamento delle strategie contenitive del contagio, stabilendo una volta per tutte, senza ipocrisie, che prima di ogni altra cosa vi è la tutela della salute dei ragazzi e dei docenti.
Pertanto, chiediamo, al Ministro Bianchi, la giusta considerazione del nostro ruolo e della nobile funzione di docenti. Basta con la scuola parcheggio sociale, i docenti non sono baby sitter, ma ad essi è demandata l’istruzione e la formazione degli allievi.
Basta con la retorica delle madri in lacrime se i figli restano a casa, i docenti tutti, comprese le maestre della scuola dell’infanzia e primaria e gli insegnanti della scuola superiore di primo grado, al pari di tutti gli alunni, non devono essere esposti al contagio solo perché non sono stati predisposti servizi adeguati al sostegno delle famiglie e dei genitori che lavorano.
Gli insegnanti non devono pagare il prezzo delle inefficienze statali! Quindi, è opportuno che si adottino misure diverse, ad esempio i congedi retribuiti per i genitori che sono esclusi dallo smart working o da altri benefici. Le ingenti somme spese per i banchi a rotelle hanno mostrato che quando si vuole le risorse si trovano. L’importante è che in un momento di gravissima crisi pandemica, non ancora risolta, si comprenda che la didattica a distanza è l’unica forma percorribile di istruzione in sicurezza.
Tutto ciò ci induce a chiedere che siano chiuse le scuole di ogni ordine e grado e che venga svolta la didattica a distanza per la totalità di alunni e docenti, fino al completamento del piano vaccinale.
Riteniamo questa l’unica misura di buon senso, utile al superamento della crisi pandemica cui dovrebbe tendere l’azione di un governo serio che ponga la salute dei cittadini prima della propaganda politica.