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“Caro Ministro Le scrivo… ma non per distrarmi un po’…. “. Il Grafologo a Scuola.

Carmesita Furlano, Grafologo professionista e giudiziario, in una lettera al ministro Valditara rivendica il ruolo e la funzione di questa figura professionale nel mondo della scuola, vista la sua incidenza su interessi di rilievo costituzionale e sui diritti fondamentali della persona

di REDAZIONE. 

“Caro Ministro Le scrivo… ma non per distrarmi un po’…. “. Abbiamo ricevuto e pubblichiamo la lettera che la dott.ssa Carmensita Furlano*, Grafologo professionista e giudiziario, docente, giornalista e molto altro ancora, circa un anno e mezzo fa aveva inviato al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e che ha deciso di rendere pubblica. Viene rivendicato con forza il riconoscimento della figura professionale del Grafologo a tutti i livelli, a partire dal mondo accademico, vista l’incidenza su interessi di rilievo costituzionale e su diritti fondamentali della persona, in considerazione del fatto che il suo servizio professionale produce beni pubblici che presentano un valore importante per la società in generale.

Ecco di seguito il testo della lettera

«Ho apprezzato da subito – Signor Ministro – il Suo encomiabile tentativo di rimettere in piedi la scuola, inserendo anche più figure possibili ed impossibili nel sistema, ma non una parola sulla figura del Grafologo.

Il perché è comprensibile, non vi è una conoscenza profonda della figura del Grafologo, della sua preparazione e della sua attività e della intera disciplina Grafologica – penso anche da parte Sua e dell’intero Staff – perché non viene permesso ai Grafologi di parlare e spiegare, pubblicamente, come stanno le cose.

Indicare un “colpevole” della cattiva conoscenza della Scienza Umana della Grafologia nella storia, è impossibile, come anche il rinchiudere – e non correttamente – la disciplina in una nicchia specifica. Indicare la disciplina come una tecnica non è mai stato corretto visto che sino al 2005/07 esisteva la Cattedra di Grafologia nella Università di Urbino, poi chiusa a “causa di riforme ministeriali”, riportandola poi come master o corso di scuola a fini speciali. La speranza della prossima approvazione – più che mai attuale – dell’Albo Nazionale dei Grafologi (ddl 554 – II Commissione Giustizia Senato – prima firmataria Sen.ce Avv. Tilde Minasi) ed il ripristino della facoltà con le sue specialistiche, permetterà alla figura professionale del Grafologo di avere il riconoscimento che gli compete visto l’incidenza su interessi di rilievo costituzionale e su diritti fondamentali della persona, in quanto il suo servizio professionale produce beni pubblici che presentano un valore importante per la società in generale.

Il riconoscimento dell’albo è doveroso a livello sostanziale, formale e morale, così anche il riconoscimento della figura del Grafologo Scolastico e del Grafologo Sanitario e Tecnico Rieducatore della Scrittura.

Voglio solo ricordare – come esempio – che la Disgrafia come Disturbo dell’Apprendimento della Scrittura è stata scoperta “negli anni ’50 in Francia da Hélène de Gobineau grafologa e medico, considerata, con Roger Perron, la fondatrice della grafometria, lo studio scientifico della scrittura; il suo più noto successore, Julian de Ajuriaguerra, nel 1966 elaborò un modello di evoluzione della scrittura articolato in tre fasi, e mise a punto, con la sua equipe, le scale E e D attraverso la grafometria, utilizzando gli indici grafologici. Robert Olivaux, grafologo, medico e psicologo, elabora un metodo di rieducazione sul gesto creando la prima Associazione di Rieducatori della Scrittura. In Italia, fino alla fine del secolo scorso, la Rieducazione della Scrittura era poco conosciuta, è grazie alla Cattedra di Grafologia Moretti dell’Università di Urbino che si apprende, e la famosa Alessandra Venturelli, pedagogista, elabora sulla base degli insegnamenti precedenti, un suo metodo, ha studiato grafologia presso la cattedra in Urbino”.

Eppure Caro Ministro Valditara la figura del Grafologo non è mai considerata, non si conosce la mole dello studio che egli affronta per la preparazione scientifica e tecnica, si offre molto spazio a diverse figure ripetitive; tutti, anche i non competenti parlano di scrittura, ma ciò non è permesso ufficialmente al Grafologo, si chiude la porta ad una figura davvero importante per la crescita e la formazione della persona umana.

Allora perché il Grafologo (specializzato in età evolutiva e rieducatore del gesto grafico) nella scuola?

La Grafologia, per l’unicità ed irripetibilità della scrittura di ciascun individuo, è anche un valido mezzo di ascolto dello scrivente ed il grafologo un efficace strumento per comprendere e, perché no, a volte e se di ciò richiesto, dischiudere quelle tristi e buie finestre che spesso ottenebrano l’essere uomo. Così, senza presunzione di diagnosi rigorosamente scientifiche, la grafia diviene fonte copiosa di utili e non altrimenti desumibili informazioni sullo scrivente.

Il Grafologo non è un perito calligrafo e non è un Grafico Tecnico, il Grafologo non è neanche un professionista che segue un corso di analisi e comparazione della grafia (termine da correggere); nel corso della storia vi è stata e vi è grande confusione sulla disciplina, il grafologo studia la scrittura quale “funzione cerebrale e corticale” nella neurofisiologia dei 4 movimenti di flessione e abduzione, estensione e adduzione, studia la formazione della scrittura attraverso l’unione armoniosa dei micro-gesti antecedenti e successivi che danno vita ad ogni singola lettera (grafemi e accessori grafici – incisione e iscrizione) e poi alle parole (avanzamento della scrittura – progressione e trascinamento).

Caro Ministro Valditaranella pratica, l’analisi del testo scritto e l’analisi del corpo umano e delle sue caratteristiche fisiche sono due aspetti paralleli da considerare; il testo è come il corpo da sezionare ed analizzare, il corpo come il testo da interpretare secondo le sue leggi retoriche.

L’applicazione della Grafologia nella Scuola di ogni ordine e grado ha grande rilievo, è strumento utile per gli studenti e anche per i docenti e le famiglie, permette di ricavare un quadro psicologico della personalità al pari di un test proiettivo, la scrittura rivela la modalità che lo scrivente ha di interagire con gli altri, la sua apertura ai rapporti umani, la sua abilità comunicativa e il livello di empatia.

Nel test grafologico, grazie al valore catartico della scrittura, gli alunni possono raccontare di sé e delle proprie passioni non sentendosi giudicati, bensì valorizzati. L’analisi grafologica permette sia la stima delle capacità cognitive della mente, sia di quelle emozionali, estremamente importanti nel periodo dell’adolescenza. Durante la fase di restituzione, il grafologo mira a far sì che lo studente assuma maggiore consapevolezza dei suoi punti di forza e delle aree di miglioramento relativamente ad un determinato percorso di studi, aiuta a valutare meglio il livello di autostima del soggetto, la sua forza di volontà, la tendenza ad essere ottimista o pessimista, la capacità di superare gli ostacoli con grinta e coraggio oppure la tendenza a fuggire dalle prove che la vita gli riserva. Il senso di responsabilità, la percezione di se stesso, la resistenza nel sacrificio fondamentali per capire non solo la strada da seguire negli studi ma soprattutto che tipo di persona vuole essere nella società.

Altri aspetti individuali che possono essere indagati dalla Grafologia riguardano le soft-skill, ossia le competenze traversali alla scuola e al lavoro, come quella di pianificare e di organizzare, di far fronte ai problemi e di risolverli utilizzando un metodo adeguato, comprese anche le competenze relazionali come la capacità di stare e di operare in gruppo, di stringere legami amicali e/o di collaborazione.

Le analisi che la Grafologia porta avanti in questo senso possono contribuire a progettare percorsi scolastici, con la collaborazione degli insegnanti ed eventualmente il coinvolgimento delle famiglie, per la prevenzione del bullismo e di ogni altra forma a-sociale o deviante, per sviluppare negli studenti il rispetto di sé e degli altri favorendo in questo modo anche il benessere individuale, per promuovere al meglio il divenire dello studente soprattutto come persona.

Quindi il Grafologo dovrebbe – deve – essere presente come figura stabile in tutte le scuole di ogni ordine e grado, in doppia veste di Grafologo puro e di Educatore del gesto grafico come aiuto nelle difficoltà nei rapporti tra ragazzi, derivanti dalla diversità culturale e/o dalle diverse metodiche educative o sociali, e tutte quelle problematiche che se anche nascono fuori dall’ambiente scolastico inevitabilmente si ripercuotono in esso. L’intervento grafologico mirato e precoce potrebbe essere risolutivo o almeno chiarificatore di molti dubbi e questioni che altrimenti rimarrebbero irrisolte, con la conseguenza di ritrovarle moltiplicate con l’andare del tempo non impiegato in maniera produttiva e risolutiva.

Riassumendo i vantaggi della collaborazione possibile con un grafologo esperto:
– la possibilità di rilevare in scritture apparentemente prive di anomalie, problemi fisici e/o psicologici dello scrivente, ed anche quelle patologie, difficoltà, anomalie che inevitabilmente ricadono sul rendimento scolastico e sulla scrittura stessa;
– in assistenza ed in aiuto al personale formativo, individuare quelle patologie, poi diagnosticabili dal medico competente, ma che comunque danno il loro primo segnale nella scrittura;
– individuare all’interno di una classe lo studente che svolge il ruolo del bullo e il soggetto che ne è vittima, ovverosia il bullizzato, in casi non manifesti con tutti i benefici che ne conseguirebbero;
– collaborare con l’insegnate per scegliere le tecniche di insegnamento più efficaci soprattutto per quegli studenti che palesano delle difficoltà nella personalizzazione della scrittura, ed ancora, osservare le scritture “convenzionali”, spesso accade di trovare scritture simili tra compagni di banco o tra amici, o scritture “alla moda”, il grafologo è in grado di andare oltre la forma, poiché innumerevoli sono gli elementi di osservazione oggetto della disciplina grafologica.
– il Grafologo può essere un supporto informativo anche per i genitori fornendo loro adeguati suggerimenti sulle metodiche affinché i loro figli possano continuare, anche al di fuori della scuola, l’educazione al linguaggio scritto e parlato; in tal modo il discente può aumentare la conoscenza di Sé; i genitori che comprendono più in profondità i loro figli saranno in grado di affiancarli con maggiore consapevolezza.

Si tratta di interpretare nel modo corretto atteggiamenti di chiusura (il silenzio), di insofferenza, di aggressività, di un figlio/studente, che possono celare delle problematiche più o meno gravi, e che dalla scrittura possono essere “viste”. Il compito della disciplina grafologica è quello di “andare oltre”, ossia di osservare anche ciò che all’esterno non si manifesta: anche un alunno che apparentemente si presenta efficiente, preparato, con un ottimo rendimento scolastico, con un carattere socievole, giocoso, può in realtà avere dei disagi personali, anche gravi, sapientemente “occultati” a genitori, insegnanti e compagni.

Concludendo, Caro Ministro Valditara

La “Generazione Z” è emotivamente molto fragile, carente di empatia, problematica ed ansiosa, con difficoltà che possono nascere sia da un ambiente familiare inadeguato, disfunzionale o semplicemente da genitori troppo impegnati al di fuori delle mura domestiche per accorgersi dei disagi dei loro figli, e sia dall’ambiente sociale senza guida. Questo comporta come conseguenza una sensazione di abbandono, di mancanza di considerazione, di mancanza di attenzione e di affetto che lascia un vuoto incolmabile che col tempo potrebbe trasformarsi in disturbi comportamentali, della personalità se non in patologie ancora più gravi. Un progetto scolastico che preveda la figura del Grafologo e che, per quanto detto sopra, risulti estremamente funzionale su più fronti, inserito nelle equipe scolastiche, può essere una risposta efficace ed innovativa alla richiesta che sempre più spesso viene fatta alla scuola, ossia quella di prendersi cura dei propri studenti sia sul piano culturale che su quello formativo.

Spero, Caro Ministro Valditara, che finalmente legga quanto scritto, e augurandole buon lavoro, e salutandoLa cordialmente con un pensiero molto caro di Padre Girolamo Moretti:
“La scrittura, sopra qualunque altra manifestazione materiale dell’uomo, è meravigliosamente adatta a per individualizzarlo” (Padre Girolamo Moretti, Padre della Moderna Grafologia Italiana – 1914)».


*Carmensita Furlano – Docente di Grafologia Istituto Scienze Religiose “S.F.Sales” Rende –CS- Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. D.ssa in Giurisprudenza, Grafologo Professionista e Giudiziario, Componente Direttivo e Referente Cesiog Regione Calabria (Cesiog Centro Studi Italiano per l’Orientamento Grafologico riconosciuto M.I.MI.T. – Albo Nazionale CTU), Specialistica in Grafopatologia Forense e Rieducatore del Gesto Grafico ed età Evolutiva, Grafologo Giudiziario dell’Età Evolutiva, Perito Criminalistico, Specialistica in Olfattologia sulla scena del crimine e Criminal Profiling, Salute Mentale e Psichiatrica.

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