Analisi & Commenti

Abbandono e dispersione, ancora la politica dei “pannicelli caldi”?

di Libero Tassella

Il Ministro dell’Istruzione, Professor Patrizio Bianchi, ha firmato in questi giorni il decreto che definisce i criteri e i parametri per l’utilizzo dei 61.944.000 euro destinati all’ampliamento dell’offerta formativa, che saranno utilizzati dalle scuole anche per mettere in campo azioni mirate in risposta alle criticità determinate dalla pandemia, soprattutto nelle aree maggiormente disagiate del Paese.

Continua con il Ministro Patrizio Bianchi, ministro tecnico voluto da Mario Draghi, la politica dei pannicelli caldi, bisogna finalmente capire che non ci vogliono, come fin qui è stato, progetti ma investimenti veri e riforme strutturali per combattere i fenomeni della dispersione e dell’abbandono scolastico, acuiti in questo periodo per la forzata chiusura delle scuole alla didattica in presenza.

Dispersione e abbandono sono il male endemico e mai risolto del nostro sistema scolastico nazionale, legato alle disuguaglianze economiche e sociali, alle deprivazioni culturali, ad una difforme diffusione quantitativa e qualitativa della scuola statale sui territori.

A Cuneo, ad esempio, le scuole primarie sono tutte a tempo pieno, a Napoli e Palermo, no. Uno di questi interventi è proprio la riduzione degli alunni nelle classi e non solo. Per non continuare a perdere occasioni e disperdere risorse bisogna investire e investire bene con un una visione, un piano organico in una nuova filosofia non di spesa ma di buon investimento per le nuove generazioni. Bisogna decidere se affrontare e iniziare a risolvere il problema o cercare di far solo finta di risolverlo, sprecando un po’ di danaro pubblico, per salvarsi la coscienza da parte delle classi dirigenti.

Ogni Governo e ogni Ministro ha scelto la seconda soluzione con i “maestri di strada” o con progetti dai nomi più o meno fantasiosi che hanno avuto l’unico risultato di lasciare le cose come sono.

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