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Carta del docente. Dal 19 novembre alle ore 12 potranno essere utilizzati i residui dell’anno scolastico 2024/25. Per il resto bisogna attendere gennaio 2026.

È quanto si legge sul sito dedicato del Ministero dell’Istruzione e del Merito, che era rimasto “muto” per circa tre mesi

di REDAZIONE. 

Introdotta nel 2016 come incentivo per l’acquisto di materiale vario, libri, strumenti digitali e per agevolare la partecipazione a vari corsi di formazione, la “Carta del docente” 2025/26 resta per il momento ferma al palo. I fondi necessari per renderla operativa e di conseguenza utile per le finalità previste ancora non arrivano. Coloro i quali negli anni passati hanno usufruito di questo mezzo per garantire una didattica sempre più efficace e un’azione ancora più adeguata alle loro esigenze professionali, hanno atteso per oltre due mesi e mezzo di conoscere i motivi di questo improvviso e inaspettato “black out”. Secondo il Ministero i motivi del ritardo sarebbero da addebitare “all’estensione (peraltro legittima) ai docenti con incarico annuale”.

A questo punto è chiaro anche che, per i beneficiari del corrente anno scolastico, la “Carta” non potrà essere utilizzata prima del prossimo mese di febbraio 2026 proprio perché vanno prima reperiti i fondi. Concepita come sostegno per la formazione e l’aggiornamento professionale, questa importante iniziativa ministeriale tesa a migliorare la qualità dell’istruzione favorendo l’aggiornamento continuo degli operatori, resta per il momento una vaga chimera. A pagare lo scotto di questa incresciosa situazione sono i docenti stessi, costretti loro malgrado ad attingere alle proprie risorse economiche per iscriversi a corsi di formazione, corsi universitari e per acquistare libri e materiale informatico.

Ci sono poi alcuni insegnanti che avrebbero voluto spendere da subito le somme accumulate nel corso del precedente anno scolastico, ma non hanno potuto farlo per il blocco imposto senza alcuna valida motivazione. Ma non è tutto. Altri nuvoloni carichi di acclarata preoccupazione sembrano addensarsi all’orizzonte, come la paventata decurtazione dell’importo rispetto a quello assegnato negli anni precedenti. Il motivo? L’estensione della “Carta del docente” ai precari non deve generare ulteriori oneri per le finanze statali. Quindi forse non più 500 euro. Cifra ferma ormai da dieci anni, durante i quali i costi da sostenere sono lievitati di circa il 30%. (Antonio Verre)

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