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Sottoscritto il contratto per l’assicurazione sanitaria integrativa. Destinatari docenti, Ata e personale educativo

Al momento la copertura sanitaria è destinata soltanto al personale assunto a tempo indeterminato e con contratto annuale a tempo determinato (fino al 31 agosto)

REDAZIONALE.

Nella serata di lunedì 11 agosto si è svolto l’incontro dedicato al Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI) sull’assistenza sanitaria integrativa prevista dall’articolo 14, comma 6, del decreto-legge 25/2025. Una trattativa “lampo”, l’hanno definita alcuni partecipanti. Le risorse annuali disponibili per il prossimo quadriennio ammontano a 65 milioni di euro. Destinatari, personale docente (compresi gli insegnanti di religione cattolica), personale ATA e personale educativo.

Da quanto si è appreso, il Ministero ha proposto di includere nella copertura sanitaria il personale assunto a tempo indeterminato e quello con contratto annuale a tempo determinato (al 31 agosto). Pur avendo espresso l’intenzione di reperire ulteriori fondi per estendere la copertura anche al personale con supplenze fino al termine delle attività didattiche, al momento si prevede, dunque, una copertura assicurativa molto limitata che esclude i circa 230.000 con contratto a tempo determinato al 30 giugno e tutta la restante parte del precariato.

La nuova misura andrà a regime il 1° gennaio 2026 e l’adesione, da parte del personale interessato, dovrà avvenire tramite presentazione di apposita domanda, secondo le modalità che saranno comunicate successivamente.

Le prestazioni, per la definizione delle quali il Ministero si è avvalso della consulenza del broker assicurativo internazionale Marsh, ma la cui precisa casistica non risulta ancora definita, si suddividono in due categorie:
Bassa frequenza: interventi per patologie oncologiche, cardiologiche e altre gravi malattie, comprese visite preparatorie e di controllo nei tre mesi precedenti e successivi all’intervento.
Alta frequenza: cure dentarie (una seduta di igiene e una visita), prevenzione oncologica differenziata per genere, spese legate al parto (naturale e cesareo), contributi per la non autosufficienza e diagnostica preventiva.

Forti dubbi e preoccupazioni sono stati, inoltre, sollevati in riferimento al fatto che la misura introdotta per i prossimi 4 anni, sarà coperta con un finanziamento di 260 milioni di euro provenienti in gran parte dal taglio ai fondi per il funzionamento didattico e gestionale delle scuole. Una riduzione di risorse ritenute indispensabili che potrebbe andare inevitabilmente a gravare sul “contributo volontario” a carico delle famiglie.

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