Martedì 20 ottobre 2015, tavolo tecnico al Miur. La posizione dell’AND
Si è tenuto giorno 20 ottobre, alle ore 15, presso il Ministero dell’istruzione il tavolo tecnico sulla delega prevista dalla legge 107/2015 relativo alla “revisione dei percorsi dell’istruzione professionale”.
Di seguito le nostre valutazioni, rappresentate al tavolo tecnico dalla prof.ssa Valeria Bruccola, rispetto alla delega prevista dal c. 181, lettera d), della legge 107/2015.
La nostra posizione
L’AND ritiene che la formulazione della delega, di cui all’art. 1, c. 181, lettera d), nella sua essenzialità e genericità sia priva della “determinazione di principi e criteri direttivi” essenziali per l’esercizio della funzione legislativa da parte del Governo e, dunque, in contrasto con l’art. 76 della Cost. Una constatazione aggravata, ove si consideri la procedura seguita dal Parlamento nell’approvazione della stessa legge 107, dall’approvazione con voto di fiducia al Senato espresso su un maxiemendamento. Di talché la delega risulta anche in contrasto con l’art. 72 della Cost. che richiede sempre la procedura normale di esame e di approvazione diretta per i disegni di legge di delegazione legislativa.
Ciò detto, trovandoci sostanzialmente di fronte ad una vera e propria “delega in bianco”, nel confermare la nostra disponibilità alla partecipazione ai lavori dei tavoli tecnici che saranno organizzati, ci riserviamo di formulare nostre proposte e osservazioni appena avremmo meglio compreso quali sono i fini che il Governo intende perseguire con la richiesta al Parlamento della delega legislativa sulla revisione dei percorsi dell’istruzione professionale, da cui certamente la delega esclude la revisione dell’istruzione tecnica.
Ci preme però una raccomandazione al Governo:
che non dimentichi, sempre in linea con la Costituzione, di assicurare pari dignità tra i percorsi di istruzione e formazione anche per garantire che la mobilità sociale, di cui istruzione e formazione sono elementi essenziali, non rimanga solo sulla carta. Questo, in ragione della pesante ipoteca che grava sulla formazione professionale gestita dei CFP regionali, derivante dall’obbligo formativo che per anni ha convogliato in questo settore studenti con gravi insuccessi scolastici alle spalle. Nonostante questo sia stato superato dalla normativa finora in vigore, che ha integrato istruzione e formazione, volendo riformare questo segmento scolastico, si dovrà garantire una vigilanza dello Stato sui corsi di formazione professionale gestiti su base regionale. Se questi infatti sono pensati in relazione alla reale spendibilità locale in termini di occupazione, non dovrà venire meno quella parte disciplinare “comune” che deve poter garantire mobilità anche in ambito scolastico e quella base disciplinare comune che consenta di consegnare agli studenti un patrimonio di conoscenze e conoscenze in diretta connessione con il Paese intero e con gli altri segmenti scolastici.
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Legge 107/2015, art. 1, c. 181, lettera d)
d) revisione dei percorsi dell’istruzione professionale, nel rispetto dell’articolo 117 della Costituzione, nonché raccordo con i percorsi dell’istruzione e formazione professionale, attraverso:
1) la ridefinizione degli indirizzi, delle articolazioni e delle opzioni dell’istruzione professionale;
2) il potenziamento delle attività didattiche laboratoriali anche attraverso una rimodulazione, a parità di tempo scolastico, dei quadri orari degli indirizzi, con particolare riferimento al primo biennio;