Decreto legge n. 137 del 1 settembre 2008
Onorevole Presidente,
nel ringraziare per il cortese invito, premetto che le nostre osservazioni attengono al metodo e al merito del decreto legge.
METODO
Riteniamo del tutto inopportuno il ricorso al decreto legge per introdurre una riforma sostanziale di riorganizzazione del servizio scolastico, con effetti assai rilevanti sull’assetto organizzativo e didattico, anche se di una parte limitata, ma fondamentale qual è quella dell’istruzione primaria. Ancora, riteniamo ingiustificato il ricorso al decreto legge non sussistendo, per come richiesto dall’art. 77 della Costituzione, alcuna straordinarietà e urgenza. Una tale procedura condiziona la discussione e impedisce una seria riflessione sull’utilità delle scelte politiche che, con il provvedimento in questione, si intendono operare e mette tutti, Parlamento e Paese di fronte al “fatto compiuto”.
Un metodo non condivisibile e che alla scuola italiana, ormai sottoposta da oltre un decennio a riforme e controriforme, certo non giova, cosi come non aiuta a trovare quella concordia necessaria, perché si faccia del capitale umano, che la scuola contribuisce a formare, una questione centrale nel nostro Paese che possa invertire il suo declino economico e sociale.
In questi anni i Ministri che si sono succeduti, per proporre le loro riforme, si sono avvalsi di commissioni, più o meno rappresentative dei diversi orientamenti culturali presenti nel Paese, le quali hanno prodotto documenti che hanno rappresentato la base delle proposte legislative. Oggi ci piacerebbe capire dove avviene quel momento di analisi e di elaborazione programmatica che dovrebbe essere il riferimento di quanto si propone. Analisi ed elaborazioni dovrebbero essere di pubblico dominio, mentre qui abbiamo solo, per quanto tecnicamente ben fatte, le relazioni prodotte dagli Uffici della Commissione.
Per questi motivi il metodo diventa sostanza e le riforme, che interessano un settore fondamentale della nostra società, assumono ancora una volta caratteri “di parte” che assolutamente non dovrebbero avere. Auspichiamo vivamente che almeno sulla scuola si possa cambiare.
MERITO
INSEGNANTE UNICO NELLA SCUOLA PRIMARIA
Nel merito tra i pochi articoli che compongono il decreto legge, senz’altro, l’art. 4 ha la maggiore rilevanza. Esso prevede, nei regolamenti da adottare ai sensi dell’art. 64 del decreto legge 112/2008, che le istituzioni scolastiche costituiscano classi assegnate ad un unico insegnante e funzionanti con un orario di 24 ore settimanali, abrogando cosi, senza neanche citarla, la riforma introdotta con la legge del 5 giugno 1990, n. 148 e riportando la scuola primaria all’ordinamento della scuola elementare vigente al giugno del 1990.
Al riguardo, si osserva come le motivazioni adottate non facciano alcun riferimento ad opportunità di tipo pedagogico o di miglioramento dell’organizzazione didattica o dell’efficacia del servizio. Aspetti che dovrebbero essere assai considerati, ma evidentemente ritenuti, dall’estensore del decreto legge, irrilevanti, atteso che il decreto legge fa esplicito riferimento solo al contenimento della spesa.
La formulazione dell’articolato mette in evidenza la fragilità culturale di un progetto che appare pensato e definito in luoghi assai lontani dalla scuola e, forse anche, dallo stesso ministero proponente. Eppure, se vantaggi ci sono dal disporre di una pluralità di competenze, collegate alla presenza di più insegnanti, ognuno dei quali in possesso di una adeguata padronanza in settori specifici, altrettanti vantaggi possono evidenziarsi, sul piano socio-affettivo e didattico, con un insegnante unico preposto alla singola classe. Tanto è più vero, se si evidenzia come l’introduzione dei moduli organizzativi del personale insegnante abbia, di fatto, dato luogo ad impostazioni di tipo disciplinare nell’organizzazione dei contenuti e delle attività didattiche, frammentando così il carattere dell’unitarietà e della pre-disciplinarietà dei saperi, che devono essere insegnati in questo segmento dell’istruzione.
Si insegna a partire dalle elementari, come ci ricorda Morin, a isolare gli oggetti dal loro ambiente, a disgiungere i problemi piuttosto che a collegare e a integrare, a scomporre e non a comporre. La separazione forzata dei saperi e dei processi di acquisizione, la loro prematura formalizzazione e frammentazione, in questa fase evolutiva del processo di crescita, cognitivo e psicologico del bambino, può inficiare l’attitudine a cogliere l’insieme, a contestualizzare, ad analizzare i problemi nell’ambiente in cui si manifestano.
È evidente che l’organizzazione per moduli corrisponde a impostazioni più complesse, che necessiterebbero di una diversa organizzazione della didattica; proprio per questo, si dovrebbe pensare a modelli organizzativi che evitino che i saperi nella scuola primaria vengano frazionati, ma anche percepiti e acquisiti come tali, ma certamente non è con il cosiddetto maestro unico che si consegue l’unitarietà dei saperi.
Altre ipotesi di riforma sono possibili, altri sono gli obiettivi che si dovrebbero perseguire! La scuola italiana ha bisogno di risorse aggiuntive, mentre il decreto legge guarda in tutt’altra direzione.
LIBRI DI TESTO
E’ apprezzabile lo sforzo per contenere il disagio economico causato dai prezzi elevati dei libri di testo e del loro ingiustificato continuo aumento, ma lo riteniamo comunque insufficiente e inadeguato a risolvere un problema vetusto che assilla e, in alcuni casi, angoscia tanti genitori ad ogni avvio di anno scolastico.
Altri strumenti, già proficuamente utilizzati in alcune scuole, possono essere proposti ed istituzionalizzati. Tra questi, l’acquisto di libri da parte delle scuole con il concorso delle famiglie e la loro messa a disposizione attraverso il comodato d’uso. Una tale soluzione, fra tante altre possibili, consentirebbe di far fronte al problema a costi minimali per le scuole e le per famiglie.
Nel disegno di legge dovrebbe essere introdotta una soluzione anche per il peso eccessivo degli zaini scolastici, con l’adozione, nella scuola primaria, di un libro unico fascicolato per periodi didattici. I distinti fascicoli sarebbero comprensivi dei diversi contenuti di insegnamento relativi ad un arco di tempo limitato. Ciò permetterebbe di utilizzare un solo fascicolo per un determinato periodo didattico, evitando il peso di tanti libri con contenuti relativi all’intero anno scolastico. Una soluzione semplice ed efficace che eviterebbe un peso gravoso che i nostri bambini devono quotidianamente sopportare, cosi come gli effetti negativi sulla loro salute!
VALORE ABILITANTE DELLA LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA
Nell’evidenziare che questa Associazione è stata parte attiva affinché fosse riconosciuto valore abilitante all’esame di laurea conclusivo del corso di studio, riteniamo che la disposizione contenuta nel decreto legge sia una giusta rettifica di quanto inopinatamente abrogato.
CITTADINANZA E COSTITUZIONE
Apprezziamo positivamente l’attenzione allo studio della Costituzione e ai temi della cittadinanza. Tuttavia, tali temi, come è noto, sono già presenti nell’ordinamento vigente (legge 53/2003, Nuove Indicazioni per il curricolo, campi di esperienza della scuola dell’Infanzia), per cui ci auguriamo che ciò non significhi la loro sottrazione ad altri insegnamenti.