di Francesco GRECO
Andando si fa il cammino,
e nel rivolger lo sguardo
ecco il sentiero che mai
si tornerà a rifare.
Antonio Machado
Viandante, non c’è cammino
Un verso
Prendiamo atto positivamente della proposta del Ministro Valditara di un “piano casa” per i docenti per far fronte ai costi degli affitti. Si tratta di una misura che va nella direzione da noi auspicata nell’intervento dello scorso mese di gennaio ove rappresentavamo la netta contrarietà a stipendi geograficamente differenziati e proponevamo l’adozione di misure di sostegno economico che riguardavano specifici aspetti.
In quella nota scrivevamo “…una differenziazione territoriale degli stipendi nella pubblica amministrazione non solo attesterebbe il fallimento delle politiche regionali, … ma, implicitamente, certificherebbe la resa dello Stato a perseguire l’obiettivo di superare quei nefasti divari economici e sociali che ancora impediscono quella vera unità che ha animato il nostro Risorgimento. Tra l’altro, un eventuale provvedimento normativo di differenziazione geografica delle retribuzioni non reggerebbe al vaglio del giudice costituzionale, poiché la retribuzione altro non è che il corrispettivo della prestazione fornita dal lavoratore che ha diritto ad un compenso proporzionato alla quantità e qualità del suo lavoro (art. 36 Cost.), e non si vede come l’insegnamento prestato da un docente in una regione del Nord possa essere diverso da quello prestato in una regione del Sud.”
E ancora, scrivevamo “Di certo, se gli stipendi dei docenti italiani fossero in linea con quelli europei, probabilmente non risentirebbero delle differenze territoriali del costo della vita; così, se effettivamente, e non abbiamo ragione di dubitarne, si volessero alleviare i costi della vita per i docenti che lavorano in regioni settentrionali, altre dovrebbero essere le strategie.” Per cui, ferma restando la necessità di stipendi dignitosi, “tante altre potrebbero essere le misure adottabili a favore dei docenti per contrastare il caro vita, da ancorare al discostamento dagli indici Istat nazionali, quali la spesa familiare media o quella alimentare, che potrebbero riguardare i fitti e i trasporti (con contributi economici e detrazioni fiscali) e la spesa alimentare (con buoni pasto). Misure che certo aiuterebbero sostanzialmente i docenti che devono fronteggiare costi della vita più alti, senza tuttavia contrastare con i valori e con i diritti che per la loro natura non possono essere a geografia variabile.”
La recente proposta, dunque, appare accogliere parzialmente quanto auspicato, ma continuiamo a ribadire la necessità di un approccio di sistema ai tanti problemi che interessano i docenti e la scuola italiana. Ciò che non riusciamo a cogliere, infatti, è il respiro di una visione d’insieme, l’impronta che anticipa quelle successive e che disegna il cammino verso la metà desiderata.
Naturalmente, compendiamo la difficoltà di far fronte a problemi atavici e di non facile soluzione, ma se non si interviene in modo sicuro, con riforme di sistema, sulle debolezze della nostra scuola non potrà esserci alcun avanzamento e, alla fine della legislatura, l’Istat ci consegnerà gli stessi dati sull’istruzione, pubblicati nei giorni scorsi con il dossier “Noi Italia 2023″.
Ovviamente, è tutt’altro che ci aspettiamo e sicuramente il ministro Valditara, dopo aver rivisto anche l’assetto organizzativo della stessa struttura ministeriale, saprà indicare il cammino per quel cambiamento fortemente atteso dal mondo della scuola e da noi auspicato nella lettera augurale in occasione del suo insediamento.