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Cifre chiave dell’istruzione in Europa: sviluppi dei sistemi educativi nell’ultimo decennio

“La pubblicazione Cifre chiave dell’istruzione in Europa 2012,  realizzata in collaborazione con Eurostat e sviluppata  grazie ai dati forniti dalle unità nazionali della rete Eurydice e ai dati tratti dall’indagine internazionale PISA 2009, affronta molti degli argomenti principali della cooperazione europea nell’ambito dell’istruzione e della formazione (ET 2020), compresa la più ampia strategia europea per una crescita rapida, sostenibile e inclusiva nei prossimi decenni (EU 2020)”.

 

La nuova edizione appena uscita, uno dei fiori all’occhiello degli studi di Eurydice, ripercorre i principali sviluppi di 37 sistemi educativi dall’istruzione preprimaria all’istruzione superiore.

La pubblicazione Cifre chiave dell’istruzione in Europa 2012,  realizzata in collaborazione con Eurostat e sviluppata  grazie ai dati forniti dalle unità nazionali della rete Eurydice e ai dati tratti dall’indagine internazionale PISA 2009, affronta molti degli argomenti principali della cooperazione europea nell’ambito dell’istruzione e della formazione (ET 2020), compresa la più ampia strategia europea per una crescita rapida, sostenibile e inclusiva nei prossimi decenni (EU 2020). Questi gli argomenti a cui si riferiscono i  95 indicatori del rapporto: contesto demografico, strutture educative, partecipazione, risorse, insegnanti e personale dirigente, processi educativi e livelli di qualifica e transizione al mondo del lavoro.

Rispetto all’edizione precedente, le Cifre chiave dell’istruzione in Europa 2012 presenta una serie di dati a lungo termine per facilitare l’individuazione dei cambiamenti su aspetti specifici dei sistemi educativi e per permettere di analizzare il presente rispetto al passato.

Prolungamento dell’istruzione obbligatoria
Risulta evidente, in quasi tutti i sistemi educativi d’Europa, la tendenza verso il prolungamento dell’istruzione obbligatoria, in linea con l’obiettivo di ridurre i tassi di abbandono scolastico precoce e, in alcuni casi, di assicurare che tutti gli studenti ottengano il certificato dell’istruzione di base. In dieci paesi l’istruzione obbligatoria è stata anticipata di un anno (o addirittura di due, come in Lettonia). In altri tredici paesi la durata dell’istruzione obbligatoria a tempo pieno è stata prolungata di uno o due anni, o perfino di tre come nel caso del Portogallo in seguito a recenti riforme.
Oltre al prolungamento dell’istruzione obbligatoria, i bambini tendono a iniziare l’istruzione formale sempre prima. Fra il 2000 e il 2009, il tasso medio di partecipazione dei bambini di età compresa fra i 3 e i 5 anni nei livelli preprimario e primario è notevolmente salito raggiungendo fra il 77% e il 94% nel 2009. La partecipazione dei bambini di 3 anni all’istruzione preprimaria è stata quasi totale in Belgio, Danimarca, Spagna, Francia e Islanda nel 2009.

Figura 1

Maggiore autonomia alle scuole  e agli istituti di istruzione superiore
L’autonomia scolastica risulta aumentata nell’ultimo decennio anche se più in alcune zone rispetto ad altre. Ad esempio, le decisioni sulla gestione del personale insegnante vengono in genere prese a livello di scuola, mentre quelle relative al capo d’istituto sono molto spesso di responsabilità di un autorità educativa di livello più alto. Inoltre, il curriculum di base obbligatorio viene definito a livello centrale in tutti i paesi.
Tuttavia le scuole hanno molta più libertà nelle attività scolastiche quotidiane, come la scelta dei metodi di insegnamento e i libri di testo, il raggruppamento degli alunni per tipi di attività e l’organizzazione della valutazione interna. 

Figura 2

Si rileva anche un aumento dell’autonomia a livello di istituto per la gestione del personale accademico nell’istruzione superiore. Ad esempio, le singole istituzioni sono adesso quasi del tutto responsabili della valutazione e della promozione del personale accademico.
Le autorità centrali o regionali condividono i poteri con gli istituti di istruzione superiore nello stabilire il numero degli studenti dell’istruzione terziaria e, in molti paesi, le istituzioni organizzano le proprie procedure di selezione degli studenti.

Figura 3

L’assicurazione di qualità nell’istruzione scolastica diventa sempre più importante
La qualità dell’istruzione è una della massime priorità in Europa e viene sempre più sottoposta a valutazione, sia attraverso la valutazione delle scuole che attraverso la valutazione degli insegnanti e del sistema di istruzione. In un elevato numero di paesi le scuole vengono valutate esternamente, generalmente da un ispettorato e, internamente dal personale della scuola e, a volte, da altri membri della comunità scolastica. Nella maggior parte dei paesi la valutazione esterna delle scuole si basa sui dati relativi alla performance degli studenti, cioè sui risultati degli studenti nelle valutazioni nazionali o nelle valutazioni dei docenti o sui dati relativi alla progressione degli studenti a scuola.
In pochi paesi la valutazione del singolo insegnante è stata introdotta di recente o rafforzata (Belgio [Comunità fiamminga], Portogallo, Slovenia e Liechtenstein). 
La maggioranza dei paesi utilizza i risultati degli studenti nei test esterni insieme ai risultati della valutazione delle scuole per monitorare la performance dei propri sistemi educativi. Infatti più della metà dei paesi europei somministra i test nazionali agli alunni con lo stesso obiettivo.

Figura 4

La professione docente manca di attrattiva nonostante il crescente supporto agli insegnanti
Negli ultimi anni le misure di supporto per i nuovi insegnanti si sono sempre più diffuse. Mentre nel 2002/03 solo 14 paesi risultavano offrire assistenza formale regolamentata a livello centrale, nel 2010/11 21 paesi hanno dichiarato di avere indicazioni a livello centrale sulle misure di sostegno per i nuovi docenti, ad esempio attività di mentoring, indicazioni per la valutazione e osservazione in classe. Inoltre, lo sviluppo professionale continuo ha acquisito importanza. Mentre nel 2002/03 la partecipazione degli insegnanti allo sviluppo professionale continuo era facoltativa in circa metà dei paesi europei, oggi è considerata un dovere professionale in ben 26 paesi o regioni.
Gli stipendi degli insegnanti sono aumentati in Europa, nell’ultimo decennio, in alcuni casi fin oltre il 40%. Tuttavia, gli aumenti non sono risultati sufficienti a mantenere il potere di acquisto degli insegnanti a causa di un più rapido aumento del costo della vita.
Sulla stessa linea, mentre il totale delle ore di lavoro degli insegnanti non è cambiato, il numero medio di ore di insegnamento attivo è aumentato negli ultimi anni.
Queste tendenze coincidono con un significativo calo nelle proporzioni di laureati nel campo dell’istruzione e della formazione. Questi cali potrebbero contribuire alla scarsità di personale docente nel prossimo futuro, specialmente dal momento che, in molti paesi europei, la maggior parte degli insegnanti attualmente in servizio sono vicini alla pensione. Inoltre, sebbene dal 2001/02 l’età di pensionamento sia salita in circa un terzo dei paesi, la maggior parte degli insegnanti va in pensione non appena ne ha diritto. Infatti, in alcuni paesi europei si è già registrata, nel 2009, una singificativa mancanza di insegnanti delle materie principali.

Figura 5

Il finanziamento dell’istruzione: una grande sfida in tempi di crisi
Nella maggior parte dei paesi, l’investimento nell’istruzione è rimasto largamente invariato durante l’ultimo decennio fino al 2008, poco prima della flessione economica. In risposta alla crisi, alcuni governi hanno fatto le loro mosse per assicurare che le misure di finanziamento in essere non venissero cambiate al fine di garantire il funzionamento del sistema e salvaguardare le riforme introdotte nell’ultimo decennio. L’istruzione preprimaria non obbligatoria gratuita è sempre più diffusa. Ciò chiaramente facilita l’acceso a tutti i bambini e specialmente ai bambini di famiglie svantaggiate. Inoltre, spesso i paesi regolano l’importo delle tasse da pagare per l’istruzione preprimara non obbligatoria in base al reddito delle famiglie e ad altri criteri. Tutte queste misure concorrono a spiegare l’aumento della partecipazione in questo livello dell’istruzione.
Mentre la spesa pubblica totale per l’istruzione è rimasta stabile fra il 2001 e il 2008 nell’UE-27, si riscontra, come tendenza positiva, un aumento dell’investimento totale annuale per studente. Negli ultimi dieci anni un numero crescente di paesi ha introdotto diversi tipi di tassazione a carico degli studenti dell’istruzione terziaria. Al tempo stesso, l’offerta di supporto finanziario mirato per particolari studenti ha mitigato l’effetto dell’imposizione generalizzata di tasse amministrative e/o di frequenza. Sovvenzioni e prestiti agli studenti del livello terziario sono una componente principale della spesa pubblica nell’istruzione e incidono di oltre il 16,7%.

Figura 6

I laureati dell’istruzione terziaria trovano lavoro due volte più velocemente rispetto a chi è in possesso di qualifiche di livello inferiore
Al 2010, il 79 % dei giovani in Europa di età compresa fra i 20 e i 24 anni risulta aver completato con successo l’istruzione secondaria superiore, confermando la tendenza crescente di tutta Europa a partire dal 2000. La percentuale media europea delle persone con una qualifica di istruzione terziaria è aumentata per tutti i gruppi di età, a partire dal 2000, nonostante persistano tuttora squilibri nella  scelta degli studenti in varie discipline accademiche. In scienze, matematica e informatica, come anche nel campo dell’educazione, ad esempio, la percentuale dei laureati è diminuita.
I laureati dell’istruzione terziaria si integrano nel mercato del lavoro due volte più rapidamente rispetto a chi è in possesso di una qualifica di livello inferiore. In media, occorrono 5 mesi ai laureati dell’istruzione terziaria per entrare nel mondo del lavoro, mentre ne occorrono  9,8 a chi ha una qualifica di livello più basso.  
A livello UE la durata media per trovare il primo lavoro significativo era vicina a 6,5 mesi nel 2009. 
Nonostante il generale aumento del numero di persone con una qualifica di livello terziario, una proporzione sempre più consistente risulta sovraqualificata per il tipo di lavoro che riesce a trovare. Infatti più di un laureato su cinque è sovra qualificato per il proprio lavoro e, dal 2000, questa proporzione è andata ad aumentare. Inoltre, nonostante dal 2000 il gap di genere sia diminuito, di media le donne laureate continuano a risultare più soggette alla disoccupazione rispetto agli uomini, nonostante  superino per numero gli uomini in quasi tutti gli ambiti di studio accademici.

Figura 7

Alessandra Mochi


Lo studio completo Key Data on Education in Europe 2012 completo è disponibile online nella versione inglese.

La traduzione italiana del rapporto sarà disponibile nel corso del 2012.

Il presente rapporto è stato presentato dalla  Commissaria europea Androulla Vassiliou al Consiglio dei ministri dell’istruzione congiutamente all’uscita del Joint Report on Education and Training 2020.

 

Fonte: Unità Italiana Eurydice

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