Tra 75% e 25% cosa cambierà
Nelle scuole superiori sarà possibile portare la didattica a distanza anche oltre il 75%. E’ quanto si legge nel nuovo Dpcm con misure anti Covid firmato nella notte dal governo Conte. Rispetto all’ultima bozza, il testo finale prevede il ricorso alla dad ”per una quota pari almeno al 75% delle attività”.
Stavolta, in barba alla babele di regolamenti e fughe in avanti, l’adeguamento varrà per tutta Italia.
A decidere quali classi seguiranno le lezioni a distanza, se le classi prime o le ultime, saranno i dirigenti scolastici. Resta invariata la didattica al primo ciclo, dalle materne alle medie, che sarà totalmente in presenza. Vengono modulati ulteriormente gli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9, come avviene oggi.
Il nuovo Dpcm mette ordine dunque nel mondo della scuola e obbliga i governatori, che hanno messo le superiori in Dad al 100% ad adeguarsi. Anche se i governatori ancora insistono sulla didattica a distanza completa, primo fra tutti De Luca, c’è molto malumore fra i presidi, che rivendicano l’autonomia degli istituti.
Vedremo ora, al di là delle singole ordinanze, cosa succederà nella pratica.
Le scuole restano quindi aperte, con docenti che svolgono la Dad in classe e non da casa e con un 25% di didattica in presenza in attesa di diventare reale applicazione, nel rispetto dell’autonomia scolastica. Come applicheranno i Ds questa disposizione? È il quesito al quale attendiamo risposta.