L’Associazione Nazionale Docenti chiede al Ministro un’ispezione che accerti i fatti.
La vicenda occorsa l’8 febbraio 2018 ad una docente di una classe prima dell’Istituto Tecnico Commerciale “Leonardo Da Vinci” di Alessandria, venuta alla luce sulla stampa nazionale solo nei giorni scorsi, ha destato scalpore e suscitato varie riflessioni sul decadimento del rapporto insegnanti-alunni-genitori, specchio della crisi di valori della società odierna, che rende difficile la collaborazione ed il dialogo all’interno della comunità educante.
Ciò che preoccupa è che tale episodio sia l’ennesimo di una lunga serie di vicende che si ripetono ormai da tempo con le medesime dinamiche e che restituiscono l’idea che il docente non sia più il necessario protagonista del sistema educativo formativo della scuola pubblica. Non giovano nemmeno le varie analisi critiche proposte dai media sulla perdita di autorevolezza degli insegnanti, poiché esse inevitabilmente amplificano i vari episodi ed il discredito sociale su tutta la categoria.
A fronte di tutto ciò, l’Associazione Nazionale Docenti ritiene sia doveroso e non più procrastinabile l’intervento del MIUR, quale istituzione a cui è demandato il compito di tutelare e proteggere la delicatezza della funzione sociale esercitata dai docenti, mettendo in atto tutte le misure necessarie ad assicurare un ambiente lavorativo sereno e rispettoso della loro dignità personale e professionale.
Per tali motivi, l’Associazione Nazionale Docenti ha ritenuto opportuno chiedere al ministro dell’istruzione che venga disposta un’idonea ispezione ministeriale che acclari ogni termine dell’accaduto; siano verificate eventuali responsabilità del dirigente scolastico, anche solo omissive o di sottovalutazione dei fatti; siano ascoltate le ragioni della docente, dandogli sostegno e supporto anche legale e che, conseguentemente, siano adottate misure esemplari a difesa del superiore interesse pubblico coinvolto, oltreché nell’interesse generale di una categoria che attende risposte e gesti concreti per poter continuare a svolgere il delicato compito educativo cui è preposta.