di Francesco Greco
Presidente dell’Associazione Nazionale Docenti
COMUNICATO STAMPA
22 gennaio 2003
Presto il Parlamento potrebbe essere chiamato ad esprimersi e a decidere su due questioni molto importanti che riguardano lo stato giuridico dei docenti e la riforma degli studi universitari.
Sulla prima questione -l’ipotesi di presentare un emendamento alla legge di riforma che deleghi il Governo a definire un nuovo stato giuridico dei docenti- riteniamo che la delega non possa prescindere dall’indicare che siano garantiti i seguenti criteri direttivi:
·il pieno rispetto della libertà di insegnamento;
·la definizione di criteri che caratterizzino e garantiscano una nuova dimensione professionale dei docenti;
·la individuazione di ipotesi di sviluppo professionale legato a nuove funzioni e a riconoscimenti della qualità dell’insegnamento.
Sull’altra questione della scansione degli studi universitari, l’AND è convinta che la formula del 3+2 sia stata un’autentica sciagura, una passiva imitazione di modelli che nulla hanno a che fare con la storia e la qualità dell’Università italiana. Guardiamo quindi in modo positivo alla prospettiva del ritorno a una laurea «vera», ottenuta a conclusione di un corso di studi rigoroso e razionale. Il primo anno potrebbe servire da raccordo con il ciclo scolastico secondario, per poi -negli anni successivi- restituire agli studi universitari la loro dimensione propria, che non è quella di un super-Liceo ma di un’Istituzione che garantisca agli studenti l’acquisizione di conoscenze e di metodologie al più alto livello possibile.
Negli ultimi decenni fra Scuola e Università si è creato un circolo vizioso al ribasso; convinti come siamo che la professionalità docente abbia tutto da guadagnare dalla serietà degli studi -a ogni livello- guardiamo con interesse a una possibile inversione di tendenza.