da Tuttoscuola.com del 18 aprile 2010
A decorrere dall’anno scolastico 2009/2010, sono adottati interventi e misure volti ad incrementare, gradualmente, di un punto il rapporto alunni/docente, da realizzare comunque entro l’anno scolastico 2011/2012, per un accostamento di tale rapporto ai relativi standard europei“.
Era questo l’incipit dell’articolo 64 con il quale la legge 133/2008 esordiva per dare avvio all’ampio piano di razionalizzazione del sistema di istruzione. Il successivo piano programmatico identificava in 9,2 docenti ogni 100 alunni la situazione italiana allora esistente. L’obiettivo finale da raggiungere gradualmente e comunque entro il prossimo anno scolastico era, quindi, il rapporto alunni/docente pari a 8,2, cioè un punto in meno rispetto alla situazione registrata prima della manovra nell’anno scolastico 2008-09.
Quel punto in meno del rapporto alunni/docenti, secondo il piano programmatico, comportava una riduzione di 87.341 posti di docente nel triennio 2009-2011 e il conseguente risparmio finanziario atteso. Ferma restando l’entità della popolazione scolastica. Ma il numero degli alunni è invece aumentato, e sensibilmente, già nel primo anno della manovra, tanto che il rapporto nel 2009-10 era sceso di quasi un punto (8,3), come si può desumere dai dati riportati nella tabella allegata alla circolare n. 37 di quest’anno sugli organici.
Sulla base delle previsioni della popolazione scolastica (la stima in organico di diritto risulta sempre inferiore a quella di fatto) il rapporto si abbasserà ulteriormente per il 2010-2011, perché oltre alla ulteriore riduzione di posti docente, è atteso un aumento di alunni. Il rapporto si attesterà, come minimo, su un valore di 7,9, superando abbondantemente e con un anno di anticipo l’obiettivo dell’8,2 fissato dalla legge. Sotto questo aspetto l’Europa è certamente più vicina… Ma era allora un prezzo che si poteva evitare di far pagare così duramente ai docenti precari?