
REDAZIONALE.
Lo scorso 24 maggio, il mondo della formazione e della creatività dei Conservatori di Musica italiani, organizzati dalla Associazione Nazionale Docenti Jazz e Pop – AFAM con il suo presidente Nicola Pisani, con il patrocinio dalla Federazione Nazionale “Il Jazz Italiano” e l’importante presenza del Presidente Roberto Ottaviano, si è riunito nel 2° convegno nazionale dei coordinamenti/dipartimenti “Nuovi Linguaggi” dell’Alta Formazione Artistica e Musicale.
Si è trattato del secondo appuntamento annuale in cui differenti attori di questi ambiti formativi Jazz, Popular Music e Musiche Tradizionali, tutti rientranti nella definizione dipartimentale dei “Nuovi Linguaggi”, si incontrano per valorizzare un comparto che sta ampliando le proprie visioni e prospettive.
L’importante evento si è svolto nel Foyer della Sala Verdi del Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” di Milano e ha fatto registrare l’attiva e numerosa partecipazione di docenti in rappresentanza di molti dipartimenti di Nuovi Linguaggi diffusi su tutto il territorio nazionale che hanno proficuamente dialogato, condividendo pensieri e future azioni, con Roberto Antonello, Presidente della Conferenza dei Direttori, Paolo Tombolesi, rappresentante del collegio Nuovi Linguaggi e componente del Consiglio Nazionale per l’Alta Formazione Artistica Musicale – CNAM, con rappresentanti sindacali impegnati nell’alta formazione musicale e diversi referenti del Terzo settore impegnati nella formazione e nell’organizzazione artistica e musicale.
I punti salienti del comunicato conclusivo.
«Importante il proficuo dialogo aperto tra le varie parti, con l’obiettivo comune di rinforzare e migliorare l’organizzazione, l’offerta formativa, e l’attività di produzione nei creativi e attivi ambiti dei nuovi linguaggi. È stata più volte ribadita, dal presidente Nicola Pisani e da tutti i relatori, nonché condivisa da tutti i partecipanti, la qualità della offerta formativa in Italia nei nostri settori, le grandi prospettive di evoluzione, l’importanza sociale, culturale e professionale delle nostre attività nell’AFAM.
Nel corso dei lavori sono stati analizzati i possibili percorsi di innovazione, dettati dalla recente normativa, che cambieranno l’aspetto del nostro settore nei prossimi anni. Il DPR 82/24 che riformula i regolamenti didattici, il DPR 83/24 che riorganizza tutto il sistema reclutamento e mobilità, l’avvio del prossimo ciclo di dottorato, in cui già il nostro settore è presente in diversi Conservatori, il riordino dei Settori Artistico Disciplinari con il DM 128/25, nonché l’importante e positivo esito della ammissibilità del nostro ricorso al TAR, coordinato dalla AND – Associazione Nazionale Docenti, per il riconoscimento dei nostri diplomi accademici quali titolo di accesso per l’inserimento in graduatorie e concorsi a cattedra per l’insegnamento di strumento e canto nelle scuole secondarie di 1° e 2° grado.
Sono emerse luci e ombre nella generale difficolta interpretativa di normative, spesso non condivise, che negli ultimi tempi si stanno sovrapponendo se non contraddicendo, ma allo stesso tempo è importante sottolineare come sia cambiato il nostro mondo dei nuovi linguaggi nell’AFAM dalla fine degli anni ’80, data di istituzione dei primi corsi di Musica Jazz, ad oggi.
Non solo la crescita numerica di studenti iscritti ai nostri percorsi di Diploma Accademico, oltre 6000 e quasi il 20% del totale, dei 563 docenti, circa il 10% dell’intero organico ma ancora in negativo nel rapporto docenti/studenti, ma anche, e soprattutto, per l’emersione in atto della competenza dei musicisti Jazz, Popular Music e Musiche Tradizionali. Una competenza non solo artistica, didattica e pedagogica ma anche politica, con i tanti colleghi impegnati nei Consigli Accademici, RSU, collegi di dottorato, come coordinatori di dipartimento, dimostrata anche dalla grande capacità di progettazione e produzione artistica che si crea nei diversi conservatori e sempre più trasversale e aperta ad un dialogo con tutti gli attori del mondo AFAM, non solo limitata ai Nuovi Linguaggi.
Relativamente alla attività di produzione istituzionale abbiamo instaurato un positivo rapporto con il Conservatorio di Milano, che ne detiene la responsabilità organizzativa, per il rilancio e la “democratizzazione” della Orchestra Nazionale di Jazz dei Conservatori patrocinata dal MUR, con un importante progetto in collaborazione con la Federazione “Il Jazz Italiano”, inoltre stiamo proponendo la nascita di un grande Ensemble Artistico e Creativo che possa coinvolgere non solo i Conservatori, ma anche tutte le Accademie che completano il nostro mondo AFAM, da affiancare al sistema delle Orchestre ideato dal MUR.
La giornata di lavoro si è conclusa con una collettiva e piena condivisione di percorsi e obiettivi da perseguire nei prossimi mesi che, si auspica, possano diventare spunto di riflessione per il Ministero della Università e Ricerca, referente governativo di questi pubblici settori formativi e creativi.»