di Pio G. Sangiovanni*.
L’Associazione Nazionale Docenti ha deciso di lanciare una raccolta firme a supporto della proposta di modifica della progressione stipendiale del personale della scuola attualmente in vigore, finalizzata a ridurre gli intervalli di tempo di attesa per maturare il passaggio da una fascia a quelle successive. L’iniziativa è finalizzata ad apportare benefici economici e gratificazioni per tutto il personale scolastico, attraverso una migliore distribuzione durante tutto il corso della carriera, senza dover attendere il traguardo dei 35 anni di servizio per ottenere la fascia stipendiale più alta. Traguardo che spesso molti docenti non riescono neanche a raggiungere.
Illustra la proposta Davide Capobianco, presidente AND della provincia di Napoli che ne ha approfondito nel dettaglio la sua articolazione e i vari aspetti tecnici.
«Le fasce stipendiali del personale della scuola (docenti e personale ATA) determinano gli scatti di anzianità, ossia aumenti salariali legati al numero di anni di servizio. Per quanto riguarda la progressione stipendiale del personale della scuola, i docenti ed il personale ATA devono attendere un’intera vita lavorativa per ottenere il massimo della retribuzione. Infatti, docenti e personale ATA devono lavorare 35 anni per raggiungere il massimo dello stipendio. È evidente che la qualità della vita ed il potere di acquisto del personale della scuola non è solo legato all’aumento stipendiale relativo ai rinnovi contrattuali ma soprattutto a quanto tempo ci vuole per progredire tra le fasce stipendiali fino all’ultima con massima retribuzione. La proposta di accorciare i tempi per il raggiungimento dell’ultima fascia implica una redistribuzione delle progressioni retributive. Ecco un’analisi del cambiamento:
Fasce stipendiali attuali
Durata complessiva: 35 anni di servizio per raggiungere la fascia massima.
Intervalli e durata delle fasce:
Fascia 0: da 0 a 8 anni (8 anni)
Fascia 9: da 9 a 14 anni (6 anni)
Fascia 15: da 15 a 20 anni (6 anni)
Fascia 21: da 21 a 27 anni (7 anni)
Fascia 28: da 28 a 34 anni (7 anni)
Fascia 35: da 35 anni a fine servizio (restante servizio)
Proposta di riforma
Durata complessiva: 25 anni per raggiungere la fascia massima, anziché 35.
Nuova articolazione delle fasce:
Fascia 0: da 0 a 4 anni (4 anni)
Fascia 5: da 5 a 9 anni (5 anni)
Fascia 10: da 10 a 14 anni (5 anni)
Fascia 15: da 15 a 19 anni (5 anni)
Fascia 20: da 20 a 24 anni (5 anni)
Fascia 25: da 25 anni a fine servizio (restante servizio)
Implicazioni retributive
Accelerazione degli scatti:
I dipendenti, docenti e personale ATA, accederebbero più rapidamente alle fasce successive, beneficiando prima degli aumenti stipendiali previsti.
Il massimo stipendio (fascia 25) sarebbe raggiunto 10 anni prima (25 anni di servizio contro 35 anni attuali).
Redistribuzione salariale:
La crescita retributiva sarebbe più equa durante l’arco della vita lavorativa. Ad esempio, oggi un docente o un ATA nella fascia 21 (21-27 anni) guadagna meno di quanto potrebbe percepire con la nuova fascia 20 (20-24 anni), proprio perché il passaggio alla fascia successiva avviene dopo.
Impatti sulla qualità della vita:
Aumentare gli stipendi nelle fasce intermedie migliorerebbe il potere d’acquisto già nella fase centrale della carriera, anziché concentrare gli incrementi retributivi nell’ultima parte della vita lavorativa.
Calcolo del nuovo stipendio per fascia
Gli stipendi per ciascuna fascia dipendono dal contratto collettivo nazionale del lavoro (CCNL). Supponendo che la struttura retributiva sia la stessa, possiamo ipotizzare che:
- Gli importi della fascia attuale 35 diventerebbero quelli della fascia 25.
- Gli importi delle fasce intermedie sarebbero ridistribuiti uniformemente, accorciando i tempi di progressione senza ridurre gli importi.
Ricadute a livello previdenziale:
Il risultato complessivo di questa riforma, oltre a garantire una progressione più rapida verso stipendi più alti, darebbe la possibilità ai lavoratori della scuola di rendere più corposa la pensione (fortemente penalizzata dal passaggio da sistema retributivo a contributivo), avendo la possibilità di lavorare più anni al massimo livello retributivo.»
*Presidente Nazionale AND