di Libero Tassella
Il DL Sostegni bis all’art. 58, secondo la versione che conosciamo, rispetto ai vincoli introdotti dalle leggi 159/19 e 145/18 è solo una vittoria di Pirro, perché non solo non risolve i problemi dei vincoli ma ne crea purtroppo di nuovi.
Il DL estende, infatti, per tutta la platea dei docenti, e non solo per i neo immessi in ruolo, il blocco triennale della mobilità una volta ottenuto il trasferimento o il passaggio di ruolo o di cattedra a domanda, a prescidere dalla preferenza espressa (sintetica o analitica). Non si considera che anche la sede ottenuta con preferenza sintetica è in pratica una sede assegnata d’ufficio dal sistema in un ambito territoriale più o meno esteso (distretto, comune, provincia).
Si vuole, dunque, ridurre la mobilità dei docenti al minimo indispensabile e solo nei casi previsti dalla legge.
Non ci meraviglieremmo, quindi, che la prossima incursione nelle prerogative contrattuali possa comportare il blocco triennale delle AP per tutti i docenti e non solo per gli immessi in ruolo l’anno precedente. In pratica, si mirerebbe alla stabilizzazione triennale dell’organico dei docenti dell’autonomia anche con il variare in decremento dell’organico delle classi per denatalità, con un incremento eventuale in organico di fatto al possibile variare in aumento del numero classi e delle sezioni.
In questo modo, e a costo zero, si risolverebbe il problema delle classi pollaio e non si incrementerebbe la spesa nella legge di bilancio per gli organici di diritto delle scuole. Del resto la triennalizzazione degli organici è una richiesta anche dai sindacati della scuola.