Analisi & Commenti

Inclusione scolastica degli studenti con disabilità, evoluzione qualitativa o involuzione?

 

 

 

 

Di Davide Capobianco

 

Lo schema di decreto legislativo recante norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, (articolo 1, commi 180, 181, lettera c, e 182 della legge 13 luglio 2015, n. 107), detta all’art. 1, commi 1, 2, 3, i principi e le finalità del decreto legislativo rimarcando il termine “inclusione”. A mio avviso, il termine inclusione indica un’attività meramente di inserimento, quindi, riduttivo rispetto al termine integrazione.

La diagnosi funzionale ed il profilo dinamico funzionale saranno sostituiti da un unico documento: la valutazione diagnostico- funzionale che, di fatto, estromette il supporto medico dalla compilazione del P.E.I. che diventa di competenza esclusiva dell’istituzione scolastica. Per quanto concerne la certificazione, i genitori dell’alunno diversamente abile per ottenere la disabilità certificata, dovranno fare domanda all’Inps e poi toccherà ad una apposita commissione esaminare il disagio per effettuare la valutazione funzionale. Per quanto riguarda l’assegnazione delle ore di sostegno agli studenti, saranno attribuite dai G.I.T. (Gruppi di inclusione territoriale), che dovrebbero decidere anche per i disturbi specifici d’apprendimento. Queste modificazioni denotano un impoverimento della Legge 104/1992 e ledono i diritti e la dignità degli studenti e delle loro famiglie.

Il vincolo di permanenza nel ruolo di sostegno viene innalzato per garantire la continuità didattica. Infatti, i docenti assunti a tempo indeterminato sui posti di sostegno potranno chiedere il passaggio sui posti comuni, trascorsi dieci anni scolastici. Purtroppo, l’obiettivo della continuità didattica continuerà a non essere garantito poiché il decreto vincola la permanenza nel ruolo di sostegno, ma non limita la possibilità di chiedere il trasferimento ogni anno da una scuola a un’altra.

In sintesi, temi come quelli della continuità scolastica, della garanzia di sostegno adeguato, della formazione dei docenti, della qualità scolastica, della corretta valutazione degli alunni con disabilità, sembrano essere trattati in maniera poco soddisfacente.

Davide Capobianco

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