
di GIANLUCA PASQUALE TODISCO, Professore a contratto Università di Salerno.
Il peer feedback (o valutazione tra pari) è una metodologia didattica che sta rivoluzionando il panorama educativo, trasformando la valutazione da un semplice atto conclusivo a un potente motore di apprendimento. Sostenuto da solide basi teoriche e da una rigorosa sperimentazione, questo approccio mira a superare il modello tradizionale focalizzato sull’esito, per abbracciare un processo dinamico e formativo. Il concetto si inserisce nel percorso che ha portato la valutazione a evolvere da una semplice misurazione dell’apprendimento a un processo che lo genera.
In questa visione, l’atto stesso di valutare, compiuto dagli studenti, diventa lo strumento primario per acquisire nuove conoscenze e sviluppare un pensiero critico. L’obiettivo è quello di coltivare una vera e propria competenza valutativa negli studenti, rendendoli protagonisti attivi e consapevoli del proprio percorso formativo. Il cuore del metodo risiede nel dare un feedback non come giudizio, ma come analisi per il miglioramento, creando un clima di classe collaborativo e costruttivo.
L’adozione di questa metodologia produce benefici tangibili per tutti i soggetti coinvolti. Per gli studenti, il peer feedback porta allo sviluppo dell’autovalutazione: imparando a giudicare il lavoro dei pari, essi acquisiscono la capacità di analizzare in modo critico anche la propria performance. Questo aumenta la loro consapevolezza degli obiettivi e rende l’apprendimento più sostenibile, equipaggiandoli a essere “valutatori efficaci” per tutta la vita. Anche per i docenti, l’approccio è estremamente vantaggioso. Le interazioni e le domande degli studenti offrono un prezioso feedback sull’efficacia della loro didattica, consentendo loro di diventare “professionisti riflessivi” che migliorano costantemente la propria pratica.
L’efficacia del peer feedback è validata in Italia dal progetto di ricerca-formazione “PF rcrt” (Peer Feedback e Reciprocal Teaching), condotto dall’Università degli Studi di Salerno sotto la guida del Professor Antonio Marzano, figura centrale nella progettazione e guida di questa ricerca. Il progetto, supportato dalla SApIE (Società per l’Apprendimento e l’Istruzione informati da Evidenze), misura l’impatto del metodo sulla comprensione della lettura attraverso un disegno sperimentale rigoroso che confronta classi che utilizzano il peer feedback con classi di controllo. Il modello operativo proposto si articola in quattro fasi, la cui prima e fondamentale è l’uso degli exemplar.
Gli exemplar sono compiti modello che l’insegnante usa per mostrare agli studenti i diversi livelli di qualità di un’attività. L’insegnante presenta questi esempi e, attraverso una discussione guidata, aiuta gli studenti a cogliere i criteri di valutazione che rendono un lavoro di successo. Gli studenti, poi, svolgono un compito individuale, seguito dal lavoro di gruppo con feedback anonimo e, infine, dalla revisione e discussione collettiva. In quest’ultima fase, gli studenti hanno la possibilità di modificare il proprio elaborato prima di ricevere i feedback, rendendo l’atto stesso della revisione il momento centrale di apprendimento. L’utilizzo di questa strategia o metodologia in Italia è reso possibile dal lavoro di centri di ricerca d’avanguardia come quelli di Salerno e Padova.
Nella metodologia del peer feedback, la valutazione è un processo collaborativo che coinvolge sia gli studenti, i veri protagonisti del processo, sia il docente, il quale agisce come guida e facilitatore. Gli studenti analizzano e discutono gli “exemplar” per definire i criteri di valutazione e poi si scambiano i compiti in modo anonimo per fornire un feedback costruttivo, focalizzandosi sul lavoro e non sulla persona.
Il docente, pur non essendo l’unico valutatore, monitora il processo, garantisce che sia equo e che i feedback siano orientati al miglioramento. Il suo ruolo si integra con quello degli studenti in un percorso di apprendimento condiviso. In sintesi, il peer feedback non è solo una tecnica, ma un radicale ripensamento del modo di fare scuola che ha il potenziale di rendere gli studenti protagonisti del loro percorso formativo, dotandoli delle competenze essenziali per un apprendimento duraturo e autonomo.