In una lettera aperta inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi, il prof. Francesco Greco, presidente dell’Associazione Nazionale Docenti chiede il ritiro del progetto di legge di riforma della scuola.
Non abbiamo bisogno di una riforma calata dall’alto.
La scuola, l’istruzione, la cultura devono essere al centro di un vero processo di cambiamento sociale. L’AND chiede a Renzi di farsene interprete diretto, ricordando sempre che il vero tesoro di un popolo sta nella sua educazione e nella capacità dei governanti di saperla custodire, tutelare e valorizzare ogni giorno.
Scrive il Prof. Greco “prima che possa arrivarci la sua annunciata lettera, abbiamo deciso di scriverle nella piena convinzione che il progetto di legge di riforma della scuola, in discussione alla Camera dei Deputati, non solo non corrisponde alle reali esigenze del nostro sistema di istruzione anzi, qualora dovesse essere approvato, getterà sulla scuola una riforma che scardinerà alla radice i principi fondanti del nostro sistema educativo, enunciati negli articoli 3, 33 e 34 della Costituzione della Repubblica Italiana.”
Eppure -prosegue Greco- ”L’alternativa a questa riforma, che troverebbe il consenso dei docenti e della scuola, non deve essere cercata molto lontano. Basta, infatti, sfogliare i progetti di legge presentati nella scorsa legislatura dai parlamentari del suo partito. Tra questi, il progetto di legge presentato alla Camera il 25 febbraio 2011 (A.C. 4121) in cui sono tracciate le linee di una nuova architettura democratica della scuola che garantiscono ad ogni componente partecipazione e corresponsabilità nelle scelte e nei risultati, con un ridisegno dei poteri gestionali, affidati ad un organo collegiale dotato di ampie competenze, e con un preside eletto e a tempo che, oltre a possedere un alto profilo culturale e professionale, possa godere di quella autorevolezza necessaria che solo la comunità nella quale opera può riconoscergli. Mentre, ai docenti, attraverso la modifica del loro stato giuridico, è assicurata carriera professionale, partecipazione, condivisione e responsabilità nelle scelte, all’interno di un modello di leadership distribuita.”
“Tutto ciò –continua Greco- stato da noi rappresentato e ribadito, unitamente ad altre questioni cruciali, in una lettera aperta inviata lo scorso mese di giugno a Lei e al Ministro dell’Istruzione e, recentemente, nell’audizione parlamentare del 7 aprile 2015 di fronte alle Commissioni riunite di Camera e Senato. Non solo, in quella lettera abbiamo allegato una tabella finanziaria in cui sono evidenziate le economie e le diverse utilizzazioni delle risorse che quel modello di scuola democratica avrebbe consentito di realizzare. Per questo, Le chiediamo, anche a fronte del vastissimo dissenso, quale atto di buon senso e di saggezza politica, di ritirare il progetto di legge. Non si possono fare le riforme contro il Paese! “
“Solo dopo, con immediatezza, si potrà onorare l’impegno verso i tanti precari, attraverso un piano di assunzioni diluite nel tempo, senza cancellare diritti. Dopo ancora, preso il fiato necessario, si potranno tracciare le linee condivise di una scuola libera e democratica, quale fattore di avanzamento e di crescita sociale di tutto il Paese. Di questo riteniamo la scuola abbia bisogno e non dell’ennesima riforma calata dall’alto destinata a durare il tempo di una legislatura. “
“Caro Presidente, -conclude Greco- Lei sicuramente ha una occasione storica e il tempo per dare al Paese una grande riforma per porre la scuola, l’istruzione, la cultura al centro di un vero processo di cambiamento sociale. Le chiediamo, pertanto, di farsene interprete diretto, ricordando sempre che il vero tesoro di un popolo sta nella sua educazione e nella capacità dei governanti di saperla custodire, tutelare e valorizzare ogni giorno”.