4/9/2003
di Francesco Greco
Presidente dell’Associazione Nazionale Docenti
Comunicato Stampa
La matematica parla chiaro, i numeri non barano. E sono proprio le cifre a dirci che in un momento non facile per tutto il Paese, il Ministero dell’Economia e quello dell’Istruzione tagliano drasticamente le risorse per la scuola pubblica ma le trovano per le private.
Da una parte, attraverso la formula dei crediti d’imposta, vengono erogati finanziamenti per 90 milioni di Euro a chi iscrive i propri figli agli Istituti privati; dall’altra parte il Decreto 29 novembre 2002, attuativo del decreto legge 194/2002, stabilisce tagli alla scuola pubblica che riguardano 805,4 milioni di Euro di impegni e 1.034,5 milioni di Euro di pagamenti. E si tratta di tagli immediatamente operativi, poiché si riferiscono a somme già assegnate ma non ancora trasferite nelle scuole.
La Legge Finanziaria e i decreti a essa correlati stanno delineando di fatto la progressiva dismissione da parte dello Stato dei suoi impegni verso l’istruzione, la ricerca, le Università. Prima ancora che come Associazione professionale dei Docenti, è come cittadini che guardiamo con estrema preoccupazione a una politica di tagli che non solo penalizza la Scuola ma che colpisce il futuro stesso del Paese. Ci chiediamo quando l’Italia avrà un Governo e una classe dirigente in grado di capire una verità tanto ovvia quanto decisiva: ogni euro risparmiato sulla scuola oggi, sarà pagato domani –e con forti interessi- in termini di importazione di tecnologie, spese per il recupero sociale, generale depressione economica, dissolvimento dell’identità culturale del Paese.
10 dicembre 2002