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IL DOCENTE È UN ATTORE PROTAGONISTA DELLA SCUOLA MOLTO SFORTUNATO: NESSUNO LO APPLAUDE ED È SOTTOPAGATO

Con questo articolo si conclude quella che abbiamo battezzato come la "trilogia del docente pezzente". Una disamina senza veli della condizione del docente della scuola pubblica

di aMior. 

Con questo articolo si conclude quella che abbiamo battezzato come la “trilogia del pezzente”. Una disamina senza veli della condizione del docente della scuola pubblica italiana attuale, che mette in evidenza le contraddizioni e la stridente frattura fra carico di lavoro e una retribuzione assolutamente inadeguata, al di sotto di tutti gli standard europei. E tutto ciò è anche in palese violazione della Costituzione della Repubblica che all’art. 36 recita testualmente: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa“. (n.d.r.)

Chi è il docente? Chi è costui? Un resuscitato Carneade dei nostri tempi? No! Il docente è un “povero eroe” che ogni giorno spiega, corregge, ascolta, consola, inventa stimola e ogni tanto … pure respira!

Nonostante tutte queste attività che svolge, nonostante il suo ruolo fondamentale nella formazione delle menti future, il riconoscimento sociale ed economico che riceve è di tipo “caspico”, ovvero, sotto il livello del mare! Infatti, per molti, socialmente il docente è semplicemente colui che ha tre mesi di ferie, che lavora solo 18 ore a settimana, che viene considerato non un professionista ma un semplice impiegato che non gode di nessun prestigio.

Solo in pochi capiscono che i docenti sono coloro che plasmano le future generazioni, formando cittadini consapevoli e responsabili. Quasi nessuno sa che oltre alle 18 ore settimanali di attività in classe, passa interi pomeriggi a correggere compiti, a preparare le lezioni per il giorno successivo, ad aggiornarsi, a partecipare a riunioni.

Anche la storia dei tre mesi di ferie è una leggenda metropolitana! Infatti, a giugno, mentre i docenti della scuola dell’infanzia lavorano con gli alunni fino alla fine del mese, gli altri sono impegnati in scrutini, esami, corsi di recupero e riunioni. A luglio, mentre i docenti della scuola secondaria di secondo grado sono impegnati con gli esami di Stato, gli altri lavorano alla progettazione didattica per l’anno successivo, alla formazione professionale o a progetti estivi organizzati dalla scuola. Ad agosto, finalmente, ci sono le loro meritate ferie, ma nonostante tutto passano anche del tempo a leggere, a preparare materiale per il prossimo anno scolastico, perché il lavoro del docente non si esaurisce mai, anche quando la scuola è chiusa.

Dire che hanno tre mesi di ferie non solo è una falsità, ma è un’affermazione superficiale, cattiva e cinica, propagandata per sminuire l’effettivo valore di chi non chiede medaglie, ma semplicemente il giusto riconoscimento e rispetto.

Sotto l’aspetto economico, il docente è un attore protagonista della scuola, però pagato come una comparsa! Come potrebbe essere diversamente? Infatti il suo stipendio è tra i più bassi d’Europa e gli aumenti sono come l’araba fenice, perché tutti ne parlano sempre e nessuno li vede! Insomma, in parole povere, economicamente e socialmente il docente è un “pezzente”, che dà tanto e riceve niente!

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