4/09/2003
di Francesco Greco
Presidente dell’Associazione Nazionale Docenti
Comunicato stampa
L’Associazione Nazionale Docenti osserva con molta preoccupazione i segnali di indisponibilità alle esigenze della scuola che provengono dagli articoli 8-12 della prossima Legge finanziaria e dal DL del 20 settembre. Con i primi si tende a ridurre ulteriormente i finanziamenti alla formazione e all’istruzione. Particolarmente grave ci sembra l’obbligo di incrementare «il rapporto medio provinciale alunni/classe» (art. 8, comma 1 della Legge finanziaria); è infatti principio acquisito della pedagogia e della concreta pratica didattica la relazione inversamente proporzionale fra la qualità dell’insegnamento impartito e il numero degli allievi ai quali lo si trasmette.
Il decreto del 20 settembre 2002, riferendosi a una norma sciaguratamente introdotta dal precedente governo (art. 33 del decreto legislativo 30/03/2001, numero 165), prevede in pratica la possibilità del licenziamento per i docenti soprannumerari che non vogliano o non possano –come i maestri della scuola elementare- riconvertirsi ad altro insegnamento. Anche su questo punto, l’A.N.D. non guarda soltanto agli interessi della categoria ma –come sempre, data la sua natura professionale e culturale- a quella della scuola e degli allievi. Pensare di far passare un docente dall’insegnamento dell’italiano a quello del greco o da estimo a scienza delle costruzioni tramite un semplice «corso di riconversione professionale» significa solo proseguire nella riduzione degli insegnanti da specialisti di una disciplina a generici «facilitatori di conoscenze» o, peggio, intrattenitori sociali. Il danno sarebbe incalcolabile non tanto e non solo per i docenti quanto, naturalmente, per i fruitori di simili «insegnamenti».
25 settembre 2002
Prof. Francesco Greco
Presidente dell’Associazione Nazionale Docenti