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Esclusione per ingiusta causa, ovvero, vittime dell’algoritmo e della burocrazia.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

di Redazione.

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un docente precario, al quale va tutta la nostra solidarietà, che vive sulla propria pelle un problema molto serio e sentito da tantissimi altri precari della scuola, travolti dal sistema “perverso” dell’algoritmo che, con le sue “decisioni automatiche”, preclude ogni possibilità di vedere riconosciuto un diritto sacrosanto acquisito con pieno merito nel tempo e a costo di grandi sacrifici.
L’Associazione Nazionale Docenti attiverà tutte le procedure affinché si ponga rimedio a questo sistema di reclutamento che sta mietendo vittime su tutto il territorio nazionale.

Ecco di seguito la lettera: 

Gentilissimi,
Vi scrivo in quanto uomo, insegnante e professionista per esprimere l’ingiustizia che, dopo diciotto anni di servizio e dedizione nel mondo della scuola, mi sembra inaccettabile. Attualmente, mi trovo ad affrontare una situazione che non riesco ad acconsentire: sono iscritto nella graduatoria seconda fascia delle gps al secondo posto. Quest’anno per superficialità ho inserito nella scelta delle scuole, solo Parma città omettendo la provincia. Dopo essere stato escluso in prima chiamata per precedenza prima fascia, non posso prendere una cattedra su rinunciatario a causa di un algoritmo che ha stabilito regole inflessibili e implacabili.

Mi sento disorientato e frustrato nel vedere che, nonostante l’ennesimo impegno profuso, il mio futuro come docente è  compromesso da un sistema impersonale e freddo, che non tiene conto della passione e della dedizione che ho investito nel mio lavoro.

In questi ultimi giorni, ho visto la mia carriera messa in discussione dal  sistema informatico che, attraverso l’uso di algoritmi, ha determinato il mio scavalcamento e, conseguentemente, la mia disoccupazione. Questo sistema, che in teoria dovrebbe ottimizzare e rendere più equo il processo di selezione e gestione del personale, ha finito per relegare a un secondo piano il valore umano e professionale.

La mia esperienza, che include anni di lavoro appassionato e il ruolo di funzione strumentale per alunni certificati, sembrava assicurarmi un diritto nell’assegnazione delle cattedre. Tuttavia, mi trovo ora in una posizione in cui, nonostante il mio impegno e la mia esperienza, il sistema informatico ha deciso che non posso essere reintegrato nel secondo turno di nomine.

Il “sistema”, che in teoria dovrebbe garantire equità, si è dimostrato rigido e insensibile alle particolari circostanze, impedendomi di accettare una cattedra che mi spetterebbe legittimamente. Per di più, mi trovo a vedere che candidati con punteggi inferiori al mio stanno ricevendo la nomina, mentre io rimango escluso. 
Questa situazione non solo è frustrante, ma solleva interrogativi profondi su come la meritocrazia e il valore umano vengono considerati all’interno di un sistema sempre più dominato dalla tecnologia.

Non posso accettare che un algoritmo, senza la capacità di considerare il contesto e le singole situazioni, possa determinare in modo così drastico e ingiusto il mio futuro professionale. Questo non solo mina il mio percorso di carriera, ma compromette anche il senso di giustizia e di valore che ho sempre cercato di trasmettere nel mio lavoro.

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