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Consultazione online “buona scuola”, interrogazione alla Camera di Forza Italia

Sulla presunta trasparenza della consultazione online relativa all’opuscolo presentato dal Governo “la buona scuola”, arriva alla Camera la prima interrogazione parlamentare al Ministro dell’Istruzione.

A presentarla è l’on. Elena Centemero, responsabile scuola di Forza Italia.

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06585

presentato da CENTEMERO Elena

testo di Venerdì 24 ottobre 2014, seduta n. 317 

 CENTEMERO. — Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:

 nel Rapporto «la buona scuola» presentato al Paese il 3 settembre 2014 è esplicitamente affermato che le proposte in esso contenute sarebbero state oggetto della «più grande consultazione — trasparente, pubblica, diffusa, online e offline — che l’Italia abbia mai conosciuto finora»;

La consultazione pubblica è stata effettivamente avviata il 15 settembre 2014, su un sito internet dedicato, omonimo del Rapporto (www.labuonascuola.gov.it) e a cui tutti possono accedere previa registrazione, mentre la conclusione è prevista per il prossimo 15 novembre;

Ad oltre un mese dall’avvio dalla consultazione, secondo informazioni comunicate, in data 20 ottobre 2014, agli utenti registrati, i partecipanti sarebbero solo 60.000, mentre gli accessi sarebbero quasi 500.000. In termini percentuali, anche limitando la platea dei partecipanti ad una popolazione qualificata, quale potrebbe essere quella rappresentata dagli alunni della scuola secondaria, dalle rispettive famiglie, dai docenti e dal personale ATA, che nel suo insieme è di circa 13 milioni di persone, si avrebbe una percentuale di partecipazione poco superiore allo 0,4 per cento. Mentre si tratterebbe di un valore del tutto irrilevante e insignificante, qualora si tenesse conto dell’intera popolazione alla quale la consultazione intende effettivamente fare riferimento;

Se tale trend dovesse essere confermato il 15 novembre 2014, giorno di conclusione della consultazione, ci troveremmo davvero di fronte ad un misero risultato. Tutto ciò nonostante la grande mobilitazione dell’apparato del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e dei suoi rappresentanti politici, una massiccia operazione mediatica condotta in parallelo anche dall’amministrazione periferica dell’istruzione che ha fatto leva anche sui dirigenti scolastici per orientare la comunità professionale, le famiglie e gli studenti;

Non si può non rilevare la contraddittorietà tra l’asserita trasparenza che avrebbe dovuto caratterizzare tutta l’operazione e quanto realmente è stato fatto. Ad oggi, infatti, non sono noti i nomi di coloro che hanno lavorato al rapporto, né di coloro che trattano ed elaborano le informazioni raccolte, né è dato conoscere il costo del loro lavoro, dei criteri con cui sono stati coinvolti e con quali fondi di bilancio vengono retribuiti;

Ancor di più, non si può non rilevare come le stesse modalità di svolgimento della consultazione online siano prive delle più elementari regole di trasparenza. L’utente che partecipa alla consultazione, non ha alcun feedback sulla sua partecipazione, non è pubblicamente verificabile l’andamento generale della consultazione, né quello dettagliato riferito alle singole tematiche;

La pubblicazione del questionario appare all’interrogante in palese violazione del Regolamento in materia di pubblicazione e diffusione dei sondaggi sui mezzi di comunicazione di massa dell’autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Rientrando, infatti, la consultazione/sondaggio nell’ambito di applicazioni di detto regolamento [«sondaggio d’opinione»: rilevazione campionaria, effettuata tramite questionario, generalmente strutturato, volto a raccogliere informazioni inerenti scelte comportamentali, sentimenti, credenze, valori, opinioni, atteggiamenti, articolo 1, comma 1, lettera d), allegato B alla delibera Agcom n. 101/10/CSP del 10 giugno 2010], esso avrebbe dovuto essere sottoposto alle prescrizione anche metodologiche in esso contenute. Invece non c’è traccia della nota informativa obbligatoria (articolo 4, Reg. Agcom) che avrebbe permesso anche di capire qual è la consistenza numerica dei partecipanti e dei rispondenti a cui la consultazione fa riferimento, nonché il numero o la percentuale dei non rispondenti;

In particolare, non c’è traccia del documento di cui all’articolo 5 del regolamento Agcom che, tra l’altro, avrebbe permesso di attingere anche ad informazioni quali la popolazione di riferimento; distribuzione geografica partecipanti; rappresentatività; metodo di trattamento delle informazioni; percentuale delle persone che hanno risposto a ciascuna domanda, e quant’altro –:

Quali urgenti iniziative intenda assumere il Ministro interrogato con riferimento a quanto rappresentato affinché alla consultazione vengano apportati i necessari correttivi che possano renderla trasparente in ogni suo aspetto, anche con riferimento ai risultati quando saranno pubblicati. (4-06585)

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