L’Associazione Nazionale Docenti, di fronte alla recrudescenza di episodi di aggressioni fisiche, ai danni di docenti e di dirigenti scolastici, chiede che lo Stato intervenga con immediatezza, adottando provvedimenti adeguati a tutela della sicurezza ed incolumità personale e dell’immagine dell’istituzione scolastica in quanto tale.
Tuttavia, come associazione riteniamo che, insieme ad una riflessione seria su quanto sta avvenendo, sia giunto ormai il momento di procedere ad una profonda revisione dell’attuale modello di organizzazione gestionale della scuola-azienda che, a seguito dell’introduzione della figura del dirigente, ha generato un sistema squilibrato, percorso da continue tensioni e conflittualità, in un clima di diffuso disagio vissuto, il più delle volte, in silenzio da gran parte dei docenti.
Appare a tutti chiaro ormai come sia progressivamente venuto meno quel fronte comune di collaborazione, quella sorta di alleanza operativa che esisteva fra preside e docente, che lasciava quest’ultimo in posizione di sostanziale tranquillità, in quanto sicuro di sentirsi tutelato dal capo d’istituto. Oggi, invece, sembra quasi che fra dirigenza e corpo docente si sia creata una frattura che si allarga sempre di più, percepita pienamente sia dagli studenti che dai genitori. Succede così che, per esempio, quando in ballo c’è la valutazione o le ordinarie dinamiche di gestione della quotidiana conflittualità interna alla classe, il primo bersaglio sono i docenti, che si ritrovano spesso soli e indifesi di fronte alle manifestazioni di supponenza, prepotenza ed aggressività di alunni e genitori.
Stessa cosa oggi sembra succedere, a parti invertite, per i dirigenti, nei confronti dei quali si scatenano le ire dei genitori che li individuano come coloro che hanno un potere assoluto e possono decidere su tutto a loro piacimento, per cui qualsiasi decisione assunta, dettata magari da valutazioni di fatto e di diritto, viene percepita come un provvedimento ingiusto e lesivo per i propri figli.
Insomma, sia docenti che dirigenti si ritrovano paradossalmente ad essere isolati e distanti, nella stessa condizione di vulnerabilità in cui devono, per dovere deontologico e istituzionale, mantenere un clima sereno in classe, garantire il corretto funzionamento della scuola e il diritto all’istruzione ed educazione degli studenti.
Come AND rivendichiamo la necessità di un cambiamento radicale di paradigma dell’organizzazione scolastica. Ci riferiamo, in particolare, alla proposta di legge presentata alla Camera oltre due lustri fa; che prevede, tra l’altro, un Preside primus inter pares eletto a tempo e il contestuale superamento dell’attuale impostazione dirigistica e monocratica, con l’istituzione di organi di governo rappresentativi della comunità professionale che opera all’interno dell’istituzione scolastica.
Un progetto organico che registra apprezzamenti sia nel mondo della scuola che della cultura italiana.